La morte di Laura Ziliani: ergastolo alle figlie e a Mirto Milani

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La Corte di assise di Brescia, presieduta da Roberto Spanò, ha condannato all’ergastolo le sorelle Paola e Silvia Zani e Mirto Milani per l’omicidio di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù e madre delle due imputate, avvenuto nel 2021. Il pm Cary Bressanelli aveva chiesto la massima condanna per tutti e tre. Ai tre imputati i giudici come riferisce l’AGI hanno riconosciuto anche “l’aggravante della premeditazione” e dell’aver commesso il fatto a danno dell’ascendente, mentre hanno escluso quella “del mezzo venefico o di altro mezzo insidioso”. Alla secondogenita di Laura Ziliani, Lucia Zani, è stata riconosciuta una provvisionale di 200mila euro, 100 mila a Marisa Cinelli, mamma e nonna delle due imputate, e 50mila euro ciascuno in favore dei fratelli Massimo e Michele Ziliani.Inoltre le due sorelle Zani sono state dichiarate indegne a succedere alla madre Laura Ziliani e, conseguentemente, è dichiarata assorbita la richiesta di sequestro conservativo avanzata dalle parti civili. I tre, alla lettura della sentenza, sono rimasti immobili e poi hanno lasciato l’aula senza far trasparire alcuna emozione. I giudici hanno accolto pienamente le richieste del pubblico ministero Caty Bressanelli che aveva chiesto l’ergastolo per tutti “perché è impossibile dividere le responsabilità di un gruppo che ha unito compatto”.

L’autopsia ha stabilito Laura Ziliani è stata stordita con un muffin imbottito di benzodiazepine, poi è stata strangolata. Per i giudici sono stati prima Silvia e poi Mirto, mentre Paola teneva la donna ferma sul letto. Il corpo è stato poi occultato vicino al fiume Oglio. È stato ritrovato tre mesi dopo solo perché una piena dello stesso corso d’acqua ha spostato la terra mista calce utilizzata per il seppellimento facendo riemergere il cadavere ormai irriconoscibile di Laura Ziliani.

I tre hanno hanno poi confessato mesi dopo l’arresto avvenuto il 24 settembre 2021 e solo dopo la chiusura indagini, quando Mirto Milani scoprì che le confessioni fatte al compagno di cella erano diventate prove contro di lui. Il piano per uccidere Laura Ziliani sarebbe stato orchestrato prendendo spunto da alcune serie televisive. “Volevamo fosse veloce, indolore, che non se ne accorgesse neanche”, ha detto in aula Silvia Zani che con gli altri due imputati avrebbe fatto numerosi esperimenti con erbe velenose e semi di ricino.

“Il giorno dell’omicidio – ha ricordato la figlia – tutto si è svolto in modo normale, ha mangiato quel maledetto muffin che avevamo preparato per lei e verso le 23.30 è andata a dormire. Noi dormivamo da circa un’ora, poi ci siamo svegliati e abbiamo iniziato a discutere, Mirto voleva desistere con questa idea mostruosa, a un certo punto io ho preso coraggio. Paola mi ha seguita e poi l’abbiamo soffocata, non è stato come ci siamo immaginati, non è stato per nulla indolore, credevamo sarebbe stato più rapido, non volevamo che se ne accorgesse, speravo che non si svegliasse. È un’immagine orribile, al momento ci sembrava la cosa più umana”.