La libertà di morire come preferisci: benvenuti negli Stati Uniti d’America

Un Paese che ama la libertà… persino nell’esecuzione. Nella patria dei diritti, puoi ancora scegliere tra fucilazione, sedia elettrica o iniezione letale

Fucilazione

In South Carolina, nel cuore della “democrazia più grande del mondo”, un condannato a morte può oggi scegliere come morire. Non è uno scherzo da commedia nera né l’introduzione a un film distopico: è cronaca americana del 2025. Puoi selezionare tra una rosa di opzioni, quasi fosse un menù: iniezione letale, sedia elettrica o, per i più nostalgici, una buona vecchia fucilazione.

Mikal Mahdi, 42 anni, ha scelto la terza opzione. È stato legato a una sedia, gli hanno messo un cappuccio in testa e un bersaglio sul cuore. Tre volontari hanno premuto il grilletto, a cinque metri di distanza. Il tutto in piena regolarità, secondo il protocollo. In un altro stato, a un’altra ora, questa scena si chiamerebbe esecuzione extragiudiziale. Ma qui è legge. È libertà. È America.

Un ritorno al futuro… del XIX secolo

Quella di Mahdi è la dodicesima esecuzione del 2025. In South Carolina è già la seconda fucilazione in poco più di un mese. L’ultima volta che negli USA si usava il plotone di esecuzione con questa frequenza, probabilmente si cavalcava ancora per andare a votare.

Nel 2021, lo Stato ha ufficialmente reintrodotto il plotone, affiancandolo alle altre due forme classiche di giustizia terminale: la sedia elettrica e l’iniezione. Sì, nel Paese che ha portato lo smartphone nelle mani di ogni bambino e mandato uomini sulla Luna, si discute ancora di quale metodo sia più umano per uccidere qualcuno. Perché negli Stati Uniti, si sa, la forma è tutto. La sostanza? Un dettaglio secondario.

Trump, la legge e l’ordine del terrore

E adesso che Trump è tornato presidente, come promesso, a suon di slogan e mitragliatrici retoriche, la macchina delle esecuzioni sembra destinata a correre più veloce di un’auto della polizia in un sobborgo nero. Il ritorno della pena di morte in grande stile è perfettamente coerente con la narrativa trumpiana: punizione, autorità, spettacolarizzazione del potere.

C’è da aspettarsi un aumento delle condanne, una maggiore “efficienza” nell’eliminare i devianti, e magari, perché no? la trasmissione in diretta streaming delle esecuzioni. Sarebbe perfetto per il suo pubblico base: morboso, patriottico e armato fino ai denti.

La civiltà secondo Washington

Nel frattempo, 23 stati americani hanno abolito la pena capitale. Altri tre, California, Oregon e Pennsylvania, hanno sospeso le esecuzioni. Ma non bastano. Perché mentre alcuni stati spengono l’interruttore della morte, altri lo riallacciano con entusiasmo. E tra questi, spiccano quelli con forte radicamento repubblicano e conservatore, dove il valore della vita sembra finire esattamente al momento del parto.

Si fa tanto parlare di “pro-life”, ma il diritto di esistere, negli USA, si esaurisce con l’atto giudiziario che ti condanna. Da quel momento in poi, sei libero solo di scegliere come morire. Un po’ come scegliere il tipo di bara: economica o deluxe?

Un Paese da esportazione (della vergogna)

Gli Stati Uniti si definiscono “la più grande democrazia del mondo”. Lo gridano con orgoglio in ogni sede internazionale, giustificano guerre, invasioni, embarghi. Eppure, nel 2025, ammazzano ancora i propri cittadini con metodi che risalgono alla guerra civile. Non c’è nulla di moderno in questo. Non c’è nulla di democratico. E di civile, nemmeno l’ombra.

Il mondo guarda e si interroga. Noi no: continuiamo a vendere bandiere a stelle e strisce, mentre qualcuno, a cinque metri di distanza, prende la mira sul cuore di un uomo.