Jim Carrey e Lupin III: il live-action che poteva cambiare tutto

Alla fine degli anni ’90, un progetto ambizioso avrebbe potuto portare Lupin III sul grande schermo con il volto di Jim Carrey. Ma una perdita di diritti ne decretò la scomparsa prima ancora che iniziasse.

Jim Carrey Lupin

Negli ultimi anni ’90, Hollywood stava per realizzare un’operazione senza precedenti: trasformare il leggendario ladro gentiluomo di Monkey Punch in un film live-action destinato al pubblico occidentale. Il protagonista scelto era nientemeno che Jim Carrey, attore noto per la sua mimica fuori dal comune, perfetta per incarnare l’energia e l’irriverenza di Lupin.

L’incontro di talenti dietro le quinte

Era il 1997 quando lo sceneggiatore Peter Briggs, già noto per Hellboy, iniziò a collaborare con il regista hongkonghese Tsui Hark e il produttore A. Kitman Ho. L’obiettivo: realizzare un adattamento spettacolare di Lupin III. Briggs, ricordando quell’esperienza, l’ha definita “la sceneggiatura più folle che abbia mai scritto”.

Jim Carrey e l’occasione sfumata

Il progetto sembrava promettere bene, ma tutto si interruppe bruscamente. Alex Ho, il produttore che deteneva i diritti, li perse prima che il film potesse entrare in produzione. Così, l’idea di vedere Jim Carrey nei panni di Lupin rimase soltanto un sogno.

Potenziale punto di svolta per gli anime con Jim Carrey

Questo film avrebbe potuto rappresentare una svolta per le trasposizioni di anime e manga al cinema, settore che allora faticava a conquistare il pubblico occidentale. Grazie al carisma di Carrey e alla regia di Tsui Hark, l’opera avrebbe potuto mescolare azione e comicità, sfuggendo alle delusioni che spesso accompagnavano gli adattamenti di quel periodo.

Il “grande se” della cultura pop

Secondo Briggs, il film avrebbe potuto fungere da trampolino di lancio per Lupin negli Stati Uniti, forse persino creando un culto attorno al personaggio anni prima del successo su Adult Swim nel 2003. Oggi, di quel progetto rimane soltanto il fascino di un “e se” che avrebbe potuto avvicinare il mondo dell’animazione giapponese – compreso quello toccato dal genio di Hayao Miyazaki – a un pubblico ancora più ampio.