Israele e Palestina: una mistificazione scolastica geostorica

di Andrea Atzeni 

Riporto di seguito alcune dichiarazioni di Fabrizio Eva, docente di Geografia politico-economica presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, espresse davanti agli studenti delle classi terze del liceo Leonardo di Milano, la mattina del 15 febbraio 2024.

Il suo intervento, dal titolo “Israele e Palestina: un approfondimento geostorico”, è durato un paio d’ore e non ha lasciato spazio a domande di alcun genere. Per questo motivo segnaliamo qui, tra parentesi quadre, alcune delle questioni rimaste inevase.

Il mio compito è dare alle nuove generazioni gli strumenti per capire le cose, strumenti che poi possiate usare autonomamente, anche per altre dinamiche.

Vi consentono di mettere ordine nella gran massa di informazioni che vi raggiungono, vi permettono di capire quali sono gli elementi cui fare attenzione: che cosa è vero? che cosa è importante? questa è una fonte attendibile?

Le informazioni che vi arrivano sono delle narrazioni, il che vuol dire che sono state elaborate da qualcuno che vi racconta le cose, e in certi casi questo qualcuno vi racconta le cose perché vuole andare a colpire esattamente la vostra percezione, il vostro stato emotivo, cercando di sollecitare le vostre emozioni.

[Strumenti sofistici, come si vedrà, ma il consiglio finale va seguito, anzitutto nel valutare le sue stesse affermazioni]

Lo Stato-Nazione è uno spazio rappresentato simbolico. Poi c’è lo spazio percepito, dove c’è la dimensione culturale. E la dimensione psico-emotiva individuale.

Altro è lo spazio fisico: prima guardate le cose fisiche, che cosa succede concretamente.

Se partite dallo spazio fisico, lo spazio fisico non cerca di raccontarvi delle cose e non cerca di sollecitare le vostre emozioni: c’è la dimensione geografico-climatica, quella economica, c’è la dimensione antropologica: tutti noi dobbiamo bere, mangiare, dormire, ripararci ecc.

Le forme diverse dipendono dalla cultura ma il bisogno è lo stesso (dobbiamo mangiare a prescindere che lo facciamo con le forchette o con le bacchette… chi vi dice che le bacchette sono sbagliate non guarda ciò che importa, il concreto).

[Chi parla dunque intende farsi oggettivo comunicatore della realtà concreta?]

Questa di Israele e Palestina è una dinamica come tante altre, perché ci sono esseri umani come gli altri, cioè come noi, esattamente come noi.

È però un argomento difficile, perché su Israele e Palestina si trova un pubblico che è già diviso sulla base di orientamenti su chi è bravo e chi cattivo, chi ha ragione e chi torto.

[Chi parla invece non ha alcun orientamento e non riconosce né ragioni né torti?]

 Anche perché noi, mondo occidentale, siamo parte di una parte.

[Quindi assegniamo torti e ragioni in modo fazioso?]

Da un punto di vista fisico è un concentrato di fattori geopolitici.

La cosa che voglio chiarire subito è che non è una guerra di religione!

[Hamas e Jihad islamica lo sanno? E i Fratelli Musulmani e l’Iran?]

Non è nata così, anche se soprattutto negli ultimi 20-30 anni la questione religiosa è usata da gruppi minoritari per giustificare delle azioni politiche intenzionali e delle proposte o dei processi concreti è cresciuta. Però stiamo parlando di minoranze, che però sono minoranze molto attive, molto determinate, che sulla base della loro autogiustificazione religiosa mettono in moto delle dinamiche concrete e modificano, a volte velocemente a volte lungo il tempo, modificano la situazione dello spazio fisico, purtroppo su una base conflittuale.

[Ma la guerra la fanno o almeno la decidono in pochi, questi pochi, o i molti o quasi tutti?]

Rispetto ai problemi geopolitici viviamo in mezzo alle rappresentazioni simboliche.

Slide della Spianata delle Moschee: nella sura diciassettesima del Corano c’è un riferimento a quest’area e dunque a Gerusalemme, che è la terza città sacra per l’Islam.
[Ma sarà proprio così?]

Origine e storia della nazione chi le stabilisce? È una costruzione simbolica, qualcuno dice che siamo sempre stati qui, il mio popolo è sempre stato qui ecc.

Nel novembre 1947 per risolvere questa divisione in due gruppi nazionali l’ONU decise: fatevi due Stati distinti, tanto siete due nazioni.

 [Mai sentito parlare della Dichiarazione di Balfour? Mai letti gli articoli del Mandato Britannico della Società delle Nazioni?]

Sulla base di un’idea occidentale, europea. E gli ebrei essendo europei condividono questa idea. Questa è la nostra rappresentazione. Gli arabi invece hanno rifiutato un’altra cosa, non lo Stato di Israele, ma hanno rifiutato il progetto di ripartizione e di Stato-Nazione.

[Che idee avevano e hanno viceversa gli arabi? Dovrebbero preferirle anche gli ebrei?]

Slide con NYT del 1899: i sionisti dicono: dobbiamo colonizzare la Palestina. Noi siamo moderni, sviluppati modernamente, quindi andiamo a prenderci quel territorio. Danzano per le strade di Gerusalemme: vedete era un obiettivo loro, dei sionisti, c’è un senso di conquista!

 [Colonizzare in che senso? Il sionismo è conquista e colonialismo?]

E adesso tenete conto della situazione di adesso.

Anche qui i nomi che si adottano identificano la propria posizione: Cisgiordania, West Bank, Territori Occupati…

[E quale denominazione preferirà chi parla? “Territori occupati”, naturalmente!]

In Israele sono tutti uguali rispetto alla legge, ma non a certe leggi!

La legge sul servizio di leva, per esempio.

[Ma quella è solo una legge, “leggi” è plurale: quali sarebbero gli altri esempi?]

Uomini e donne ebrei sono obbligati alla leva a meno che non si sia studenti religiosi.

[Finché in Italia c’era la leva, a es., i seminaristi vi erano forse obbligati?]

Gli arabi però no, perché rimane tra le due nazioni un senso di non fiducia!

[Sfiducia? Non sarà piuttosto un privilegio, un’accortezza dovuta al fatto che altrimenti alcuni potrebbero dover sparare ad altri esponenti della loro stessa “nazione”?]

Gli arabi se proprio vogliono, possono fare il servizio militare ma vengono scrutinati: vediamo se puoi o non puoi farlo, non è detto riescano.

[Sono gli “ebrei” a scegliere gli arabi a proprio arbitrio o c’è una legge stabilisce qualche criterio? Magari finalizzato alla sicurezza?]

Altro grafico: vi faccio notare dal 1950 al 2008, vedete che il gruppo degli ebrei che era quasi il 90% è progressivamente… Ho sentito che è venuto a parlarvi Della Pergola. E Della Pergola sottolinea molto le dinamiche demografiche, in genere.

[Già, perché questa conferenza dovrebbe riparare a quell’altra, viziata da qualche evidente ma indicibile pecca]

Non so se Della Pergola qui l’ha fatto, ma sottolinea molto la percezione del pericolo non della sostituzione etnica ma, in qualche modo, con la diminuzione degli ebrei e l’aumento dei cittadini israeliani però musulmani e arabi-musulmani eccetera, il senso di pericolo del gruppo ebraico di non essere più la maggioranza. E se non è più la maggioranza? Beh, può darsi che alle elezioni politiche tu non hai più un governo, come succede dal 1948 a oggi, non hai più un governo che chiaramente fa riferimento alla nazione ebraica in maniera preferibile.

[Il governo risponde a “preferenze nazionali” o a un sistema parlamentare? E in parlamento non possono candidarsi, essere eletti e rappresentati tutti? I partiti maggiori e la maggior parte dei partiti hanno forse una coloritura “nazionale”?]

Secondo una legge del 2018, dichiaratamente, Israele è uno Stato a carattere ebraico e quindi, come vedete, questi cittadini dicono: e noi? Questa nazione, se questa è la rappresentazione simbolica, non si sente pienamente rappresentata.

[Dunque è tutta una questione di “rappresentazione simbolica”?]

Questa è la carta della Cisgiordania. Tenete conto che le carte sono sempre false. Zone A, B e C. Nella zona grigia (C) è il comandante militare israeliano che decide tutto, concede i permessi, se vuoi a es. costruire una stanza in più, mettere il serbatoio dell’acqua, aprire un negozio ecc. Vedete le differenziazioni, a seconda delle nazioni mette dei limiti, e, ogni volta che metto dei limiti…

Quindi, primo spazio abbiamo visto Israele con questa differenziazione interna. Secondo spazio: in questi territori della Cisgiordania voi avete diversi livelli che sono testimoniati anche dal diverso documento di identità che ha un colore diverso, per cui nel momento in cui venite controllati, per es. dall’esercito in Cisgiordania, già dalla copertina del documento si capisce se sei un palestinese della zona A o B o C o se sei un cittadino arabo israeliano.

Anche certe strade, se sei un cittadino israeliano ebreo, hai la targa gialla e puoi andare. In certi casi, vedremo, ci sono cartelli che dicono: occhio, non attraversare questo villaggio perché è abitato soltanto da arabi palestinesi e quindi è meglio che non ci passi… ma se vuoi, ci puoi passare, e trovi ragazzini di 12-14 anni che ti prendono a sassate perché hai la targa gialla. Se invece hai la targa palestinese, ci sono proprio delle strade dove non puoi passare, devi fare un giro.

[Nella zona A, araba, chi  prende invece le decisioni? Quanti ebrei ci vivono? E comunque queste aree come e perché sono sorte?]

Sono i buoni vicini che fanno buoni confini o sono i buoni confini che fanno i buoni vicini?

Da quelle parti l’idea dominante è che tu fai un bel confine, bello grosso, metti un bel muro, e i vicini sono tranquilli. Il mio approccio invece è esattamente il contrario: i buoni vicini possono anche non farselo il confine, e se proprio lo fanno ci mettono un po’ di fiori.

[Momento bucolico. Non si potrebbe verificare se è venuto prima il “muro” o il vicino aggressivo? Se il vicino si mostra troppo nervoso non sarà meglio proteggerlo con una robusta barriera?]

Attenzione, non esistono Stati al mondo con una sola nazione. Non esistono Stati puri, con una sola nazione. Tranne Gaza!

Il paradosso è che è in questa situazione di conflitto, mentre potrebbe essere un esempio magnifico di Stato-Nazione, un caso unico al mondo. Ha un territorio superfortificato, al punto che non possono uscire, quindi si sa bene dove sono i confini. E lì dentro sono tutti di lingua araba e il 97-98% sono non solo musulmani ma sunniti.

[Judenrein]

Potrebbe essere un esempio magnifico e invece, perché non è uno Stato-Nazione? Perché, per l’idea dello Stato-Nazione, tutti i palestinesi dovrebbero stare insieme!

[Forse perché non esiste una vera nazione palestinese, mentre ha senso riferirsi soltanto alla nazione araba o, eventualmente, alla umma islamica, anche non araba]

Attenzione, quando si parla di “due popoli, due stati”, uno Stato sarebbe Israele, mentre con l’altro si intende che queste due parti separate dovrebbero stare insieme in uno stesso Stato, amministrate dallo stesso governo. Perché l’idea è dello Stato-Nazione: siete tutti palestinesi, una nazione un unico territorio. Anche se divisi dovrebbero comunque essere un unico territorio. Questo per dirvi come lo spazio rappresentativo simbolico può diventare politicamente rilevante.

[Israele non è un esempio del tipo “magnifico” descritto sopra: ci vivono tanti arabi, musulmani e cristiani e drusi e circassi eccetera. Il problema non sarà che la maggioranza è ebraica? Meglio allora diluire, e forse affogare, gli ebrei nell’oceano arabo-musulmano? Meglio costringere tutti insieme in uno Stato unico (non “nazionale” ma certo autocratico) “from the river to the sea”?]

Non solo. Vedete qui, in base a vari accordi, queste linee stabiliscono i pescatori fin dove possono spingersi per pescare,a seconda dei conflitti e delle tensioni in corso. Potete vedere la slide, la marina israeliana autorizza, va bene potete arrivare oltre tre miglia per pescare.

Se c’è conflitto, no, non potete andare oltre. Guardate che se andate oltre vi arrivano le motovedette che vi sparano addosso, non è solo una roba di, eh, ti faccio la multa

Se Gaza fosse stata autonoma e indipendente, vedete qui sono stati trovati giacimenti di gas, potrebbe avere un vantaggio economico. Però, vi faccio notare, che il giacimento sta a cavallo tra la parte di Gaza e quella israeliana e dunque è elemento di contenzioso.

[Vuoi vedere che è tutta colpa della famigerata avidità ebraica?]

Campi profughi, che non sono più semplici campi, però lì c’erano le tende dei palestinesi che si sono rifugiati lì. I palestinesi sono gli unici profughi al mondo che hanno un’agenzia solo per loro, dal 1950, perché l’idea era: provvisoriamente state qua, poi tornate oppure vi troviamo un’altra sistemazione, dal 1950. Quindi quando sentite di una dinamica conflittuale che dura da 75 anni è perché la si fa partire dal 1949, ma il conflitto ideale ancora da prima, dalla Prima guerra mondiale. Sono diventati ormai centri ampiamente urbanizzati, con la differenza che finché vive lì un palestinese ha diritto anche di roba da mangiare.

[Ed è normale che ci sia un’agenzia ONU solo per i palestinesi e un’altra per quelli di tutto il resto del mondo? Che essa non integri i profughi ma li moltiplichi per via ereditaria? Che incoraggi l’assistenzialismo e il revanscismo? E che dire delle migliaia di suoi dipendenti terroristi o fiancheggiatori?]

Parliamo di Hamas. Si chiama Movimento islamico di resistenza. Resistenza a che cosa? All’occupazione della terra che è stata fatta dai sionisti negli anni, da quelli che non sono della nostra nazione!

[Allora sono un po’ nazionalisti? E perché, nel nome, c’è l’aggettivo “islamico”?]

Terroristi? Hamas considerata tale da UE, Stati americani, Stati Uniti, Israele, Canada, Regno Unito, Giappone e, solo l’ala militare, dalla Nuova Zelanda.

Chi non li considera terroristi? Egitto, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Iran, Turchia: eh, sono tutti musulmani, si capisce. Però anche Svizzera, Norvegia, Brasile, Cina, India, Russia…

[Ed è tanto difficile al geografo politico stabilire chi è un terrorista in modo “concreto”, al di là dei distinguo “simbolici” delle diplomazie dei singoli Stati?]

Se mettete insieme Cina, India e Russia, tenete conto che stiamo parlando di quasi quattro miliardi di persone.

[In che modo e in che misura i governi di quei paesi rappresentano tutte quelle persone? Tutti gli Stati menzionati sono uguali da questo punto di vista?]

Nei loro libri di storia neppure esistono gli ebrei e l’antisemitismo.

[E va bene così? Anche ebrei e antisemitismo non sono “concreti” ma “simbolici”?]

Dunque in Occidente sono considerati terroristi, per gli altri no.

Sono terroristi? Beh, lanciano questi razzi, ma sono intercettati, anche se qualcuno, numeri davvero ridotti, colpisce e può anche uccidere.

Dicono: siamo movimento di resistenza e lanciamo i razzi, e appena possiamo, facciamo come abbiamo fatto il 7 ottobre: un attacco militare contro il nostro nemico che è Israele e il suo esercito. Vedete, hanno costruito i tunnel: costruite le barriere, ci bloccate anche in mare, ci controllate coi droni dall’alto? E allora noi scaviamo sotto! A che profondità? Tra i 10 e i 20-25 metri. Perché poche bombe arrivano tanto in profondità… Sono usciti dai tunnel con bulldozer ed esplosivi, hanno fatto 17 buchi nella recinzione, non si sa neanche quanti, due o tremila combattenti di Hamas e della Jihad islamica, che hanno fatto quel che hanno fatto, il massacro del 7 ottobre contro tutti quelli che trovavano, prendendo anche degli ostaggi…

[E cos’è “quel che hanno fatto”? Un “attacco militare contro l’esercito di Israele”? Si mostrano slide persino sulle case perquisite e lasciate in disordine da agenti israeliani ma non su stupri, torture, mutilazioni, decapitazioni,  stragi compiute anche su donne, vecchi e bambini dagli agenti palestinesi. Chi parla fa proprio, anche in seguito, il concetto e la parola “resistenza”. Sarebbero resistenza anche le guerre arabo-palestinesi, visto che dichiara che dopo il ’73 si passa a “resistenza non più tra Stati, ma alla resistenza dell’Intifada”; c’è poi “il movimento di resistenza di Al Fatah e poi di Hamas, interni” e non più da oltre confine]

 

Da un punto di vista militare, vedete la slide, sono stati creativi: pick up, parapendio, deltaplano, gommoni. Non esiste barriera che non sia sormontabile!

L’azione di guerra più importante dei 75 anni. Sono 1162 i morti di questo attacco. Mai, dalla Seconda Guerra Mondiale, in un solo giorno erano stati uccisi così tanti ebrei.

È stato sul piano spaziale un attacco terrificante dal punto di vista della società israeliana, perché, dicono: siamo i più forti, abbiamo messo questa barriera, li teniamo sotto controllo e riescono comunque a provocare questo danno! E questo era uno degli obiettivi di Hamas.

Cioè: voi ci fate sentire sempre in questa condizione di impotenza, noi palestinesi, allora adesso la provate anche voi!

[Terrificante, ma solo dal punto di vista della società israeliana. Per noi è soltanto molto creativo e un modo di comunicare il disagio]

Vedete che ci troviamo in una situazione asimmetrica. Ecco la risposta di Israele, vedete questa slide: è la stessa località urbana, prima del 7 ottobre e dopo il bombardamento. Quando sentite parlare di bombardamenti stiamo parlando di una situazione del genere.

Da geografo devo invitarvi ad andare oltre: pensate alla vostra normale condizione di vita, l’acqua corrente eccetera. Quando ci sono queste distruzioni significa che devo riorganizzare la mia vita, non ho acqua, riscaldamento, le mie cose, non posso lavarmi, cucinare, non c’è elettricità, rete idrica e fognature sono rotte, esce fuori quel che dovrebbe scorrere sotto.

[Qual è l’obiettivo di quei bombardamenti? Non sarà che qualcuno ha fatto un uso bellico di quella località (e di ospedali, case e scuole, trasformandoli in legittimi obiettivi militari)? Tra le cose che stavano sotto e uscivano fuori abbiamo già dimenticato i miliziani e le armi nei tunnel? È “simmetrica” questa situazione? C’è qualche suggerimento su come colpire queste cose salvando quelle altre?]

È la situazione, lo sapete dalla storia, dell’assedio, ovvero, vedete la slide successiva: Gaza rimarrà senza acqua cibo e luce! Israele ordina l’assedio di Gaza! Qui siamo, vedete, al 10 ottobre 2023, da allora la situazione è rimasta sostanzialmente di questo tipo.

[Si dimentica che Israele fornisce, con apposite condutture, acqua ed elettricità ai suoi vicini ostili. Intorno al 10 ottobre molti giornali hanno titolato “Israele ordina l’assedio totale a Gaza: niente acqua né energia né medicine finché gli ostaggi non saranno liberati”. Si diceva che avrebbe interrotto le forniture e che ne avrebbe impedito anche l’ingresso per altre vie. Non è successo nulla del genere. Ma certi geografi non ci hanno fatto caso. Se fosse accaduto ci avrebbero certamente mostrato numerose slide coi morti di fame e di sete, di freddo e di epidemie]

Cos’è una dinamica geopolitica? È azioni politiche intenzionali, possiamo scegliere se essere conflittuali o pacifici, i governi possono deciderlo, i singoli gruppi. E come si fa a praticare la pace? Beh, bisogna fare attenzione allo spazio fisico, capire l’importanza dello spazio simbolico, e tenere le emozioni dello spazio percepito. Quando si è tenuto conto di questo si è arrivati a una svolta pacifica.

[La soluzione è a portata di mano, ed è così semplice: basta solo un pizzico di geopolitica…]

Ma ecco, vedete le slide, sui giornali continuate a trovare le parole: sovranità, integrità territoriale, indipendenza, stabilità, interessi nazionali, sicurezza, confini, lotta al terrorismo, diritto e legalità internazionale. Vi faccio notare che nel 2005 il generale Jean ha detto che il diritto e legalità internazionale la fa il più forte.

[Che faranno allora davvero tutto il giorno gli studiosi e i docenti di diritto internazionale? Non sarà che Jean intendeva solo amaramente riconoscere che spesso chi viola il diritto internazionale resta impunito? Come, per esempio, chi aggredisce militarmente i propri vicini, usa gli scudi umani e fa strage di civili o li rapisce?]

Ho messo Dar al-Islam sulla slide, vuol dire “la terra dell’Islam”: nel Corano il nemico viene identificato come l’altro, la nazione che vuole prendere un pezzo di terra dove oramai c’è l’Islam. Questo non solo per gli assatanati di Hamas ma anche per gli altri musulmani. Ecco il vero motivo del conflitto: chi è arrivato? Gli ebrei? Sono “altri!

[Se il principio è questo, potrebbe valere anche per la Spagna e la Sicilia (se non fossero bocconi troppo grossi), a prescindere dall’immigrazione. C’entra se ti converti o se sei almeno dhimmi o se devi essere passato a fil di spada? C’entra la religione?]

Poi, vedete, le carte geografiche possono mentire. Vedete qui, è il Sole 24 Ore, dice: è una democrazia, è una sineddoche, prendo una parte di una cosa e la uso per il tutto, però così gli attribuisco valore: anziché dire lo Stato di Israele ecc. dico è una democrazia, cioè lo identifico per valore.

[O forse si può caratterizzare come democrazia perché gli Stati vicini non lo sono? Meglio evitare perché si mette in buona luce Israele piuttosto che gli Stati autocratici?]

La capitale Gerusalemme: non è vero! la capitale riconosciuta internazionalmente è Tel Aviv!

[Possibile che un docente di geografia non sappia cos’è una capitale? Il “riconoscimento” sarà forse qualcosa di “simbolico”, ma una capitale in “concreto” come si definisce?]

Sono solo loro che dicono che Gerusalemme è la capitale!

[Non conoscono neppure la loro capitale, questi ebrei, oppure, al solito, mentono?]

Soltanto Trump, il presidente Trump ha detto: riconosco Gerusalemme come capitale!

[Trump ha solo deciso di spostare l’ambasciata USA in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme (dove è rimasta anche dopo la sua presidenza), dando finalmente seguito a una legge votata dal Congresso USA già nel 1995: i geografi politici lo ignorano?]

 Questo territorio è stato diviso dalla Società delle Nazioni che però era gestita da Francia e Inghilterra, le quali si sono attribuito il Mandato, in attesa che nascessero degli Stati Nazione, cioè che si identificassero delle nazioni cui dare lo Stato. Questo lo considero l’inizio dell’elemento problematico…

Vogliono modernamente lo Stato ebraico in Palestina perché lì, anche se minoritari ci sono gli ebrei da secoli.

Lo decidiamo convenzionalmente in base al nostro approccio, è l’inizio di questo conflitto: è un conflitto sull’immigrazione!

Quelli che abitavano lì, dicono: questi sono diversi da noi!

[Incredibile, questi arabi la pensavano proprio come quei politici che oggi non li vorrebbero in Europa!]

E poi arrivano con un’altra caratteristica, qual è la paura dell’immigrazione un po’ dappertutto? Vengono da noi per farla da padroni! Per farla da padroni bisogna avere i soldi.

[In Italia oggi per esempio è questa la paura più frequente dell’immigrazione?]

Perché non c’è solo una diversità culturale ma le motivazioni con cui gli ebrei europei e anche statunitensi arrivavano: io vado a comprare perché ho i soldi, perché li abbiamo raccolti tra noi tra le varie comunità, compriamo i pezzi di terra dal proprietario arabo. E quando arrivano questi ebrei che ti danno fior di soldi, questi vendono il pezzo di terreno.

[I soliti corruttori! La famigerata borghesia ebraica internazionale?]

Quasi il 25% delle proprietà immobiliari dell’isola d’Elba è di tedeschi: sono arrivati, sono turisti, ma hanno comprato. E se questi volessero dire: bene, in queste zone dove siamo tutti noi vogliamo farci il nostro piccolo Stato tedesco autonomo e indipendente? Siamo tedeschi, abbiamo comprato, è roba nostra.

[I geografi non distinguono tra diritto privato, diritto pubblico e diritto internazionale? Comunque quei tedeschi un loro Stato ce l’hanno. Se ci tengono, possono venire a vivere in Italia, Paese altrettanto democratico e tollerante del loro, e pure chiederle una nuova nazionalità. Il resto si vedrà, magari quando matureranno una presenza storica, anche se non millenaria. Intanto i loro vicini italiani difficilmente cercheranno di sterminarli]

 

Vi faccio questi esempi perché è una delle argomentazioni che viene utilizzata.

[Utilizzata per cosa? Magari per rispondere a quanti sostengono che gli ebrei avrebbero rubato la terra agli arabi?]

 

Ma questi vengono per installarsi lì. E ai locali dicono: te ne devi andare!

Perché adesso noi vogliamo mettere in piedi una produzione agricola o un allevamento secondo i metodi europei, e costruiamo delle case solo per noi.

E dicono: ma questi buzzurri non hanno neppure un semplice taxi, il telefono, l’elettricità, un servizio pubblico? Diversità di stile di vita e di ricchezza.

[Proprietari che vogliono abitare nelle loro proprietà, aziende moderne, servizi pubblici: esistono minacce peggiori?]

 Ed ecco l’ultimo elemento, quello dell’esclusività.

Stato-Nazione: c’è una nazione che, anche se non è sola, vuole comandare, fare le leggi, decidere che cosa è giusto e che cosa sbagliato.

[Quindi in ogni Stato-Nazione (a parte Gaza?) una nazione maggioritaria non rispetta le minoritarie? È così in Italia, Francia, Germania, Israele? Invece i Paesi non occidentali, le dittature arabe in particolare e tutti i regimi musulmani, tutelano meglio le minoranze?]

Quindi inizia il conflitto per la terra che, vedete, non è religioso!

[Dar al-Islam e Corano non hanno a che fare con la religione? In sintesi le vere cause del conflitto sarebbero l’immigrazione, il danaro e l’essere trattati da “buzzurri”]

Faysal, non riesce nel progetto della Grande Siria, ma già compare questa bandiera, corrispondente a quella attuale palestinese. Solo a posteriore si decide: ricordate storia e origini comuni, solo dopo si decide che il califfato è un elemento determinante di un movimento, come a es. quello dell’OLP o di Al Fatah, assolutamente non religioso. Prendono una bandiera coi colori della rivolta araba, per identificarsi con la rivolta e non con l’elemento religioso.

[Prendo una bandiera altrui eccetera. E cosa ti invento? I palestinesi!]

Quindi lo scontro diventa sempre più forte perché continuano ad arrivare sempre più ebrei.

Dal 1918 al 1948 aumentano gli arabi, però vedete la slide, aumenta anche la popolazione ebraica, aumenta fortemente, specie dopo la Seconda Guerra Mondiale.

[E come mai, insieme agli immigrati ebrei, aumentano anche gli arabi? Sarà un caso?]

Vi faccio vedere la moneta e il passaporto, con la scritta Palestina!

[Ma cos’era la Palestina allora? Chi erano i palestinesi? Golda Meir aveva passaporto palestinese, per esempio: palestinesi erano gli abitanti ebrei, gli altri erano detti semplicemente “arabi”. Qualcuno all’epoca parlava forse di una nazione palestinese?]

Vedete il picco, tra ’32 e ’36, sono gli anni del nazismo, molti ebrei vanno via, alcuni negli Usa e gli altri, dove possono andare, vanno nella terra di Israele, nella terra promessa da Dio!

[Quindi il sionismo e lo Stato di Israele avrebbero natura religiosa?]

La risposta della comunità internazionale quale è stata? È la risposta di chi comanda, cioè nostra, occidentale. Fatevi il vostro Stato e si risolve tutto!

Queste le varie proposte dal ’36 di dividere questo territorio: come vedete nel giro di tre anni ben sei proposte. Tenete conto che non a caso l’OLP dice “complotti di spartizione”, li vedete?, Complotti di spartizione, spazio rappresentato simbolico, cioè io ti definisco, dico che già quelli erano complotti contro di noi.

[Perché “non a caso”? Era o non era un complotto contro di loro?]

Alle violenze arabe reagisce l’Irgun Tzvai Leumi che con un attentato nell’Hotel King David di Gerusalemme nel 1937 ha ammazzato 55 persone, e compie anche un altro attentato a Roma, contro l’ambasciata inglese, a Villa Torlonia.

Nel 1948 il conte Bernadotte viene invece ammazzato dalla famosa Banda Stern.

Siccome era mandato dall’ONU veniva percepito come troppo vicino ai palestinesi.

[Percezione vera o falsa? Bernadotte non era occidentale? Gli inglesi non realizzavano i desideri degli ebrei trascurando gli arabi? E non si era detto che l’ONU siamo noi occidentali che vogliamo comandare contro palestinesi e arabi tutti?]

 

Però guardate la slide: in blu il numero delle vittime palestinesi e in rosso le vittime tra gli ebrei.

Ecco lo spazio fisico: 1162 morti di parte israeliana, il 7 ottobre, poi basta, mentre da questa parte a Gaza abbiamo 30000 morti, di cui quasi il 60% sono donne e bambini, se guardo allo spazio fisico.

[Qual è la “fonte attendibile” del geografo? Come sa quanti sono i morti e qual è la percentuale di donne e bambini? Non sarà mica Hamas? Qual è invece la percentuale di combattenti, o sono tutti civili? E non ha mai sentito parlare di scudi umani?]

 E come vedete c’è una sproporzione! ed è la sproporzione che possiamo fare anche brutalmente, cinicamente: purtroppo il mio lavoro di analista geopolitico mi porta a essere cinico…

[Questo requisito di proporzionalità è tra quelli richiesti esclusivamente a Israele. Altrimenti i più sproporzionati di tutti risulterebbero gli USA durante la Seconda guerra mondiale: bombardavano la Germania senza troppi complimenti eppure nessun nazista tedesco era mai entrato in America a compiere stragi. Vuoi vedere che se invece si esaminasse il rapporto tra civili e combattenti uccisi, sarebbe proprio quello israeliano l’esercito più virtuoso nel condurre guerre urbane?]

Poi sentite: dicono che se i palestinesi non si ribellano vuol dire che sono dalla parte di Hamas, questo è lo spazio percepito.

[Mai sentito parlare di consenso ai regimi? Hamas da dov’è piovuto? Non è palestinese? Non vinse le elezioni? Non ha avuto la fattiva collaborazione dei cittadini persino nella pianificazione e realizzazione del pogrom del 7 ottobre? Nei rapimenti, poi nella custodia e tortura dei rapiti?]

Ma non hanno mai cercato di mettersi d’accordo?

Sì, hanno provato, ma guardate questa rappresentazione: nella vignetta c’è una casa israeliana e una palestinese. Stanno recintando lo stesso giardino! Ma la vera rappresentazione è questa: c’è il palestinese, c’è l’israeliano e c’è il tecnico, che è però è l’esercito, solo uno fa la recinzione e passa per metà nella casa palestinese.

Anche qui, nostro punto di vista occidentale: le proposte sono state fatte e i palestinesi hanno sempre rifiutato: non è vero! Perché anche i palestinesi hanno fatto una proposta che è stata rifiutata dall’Occidente in generale.

[E qual era questa proposta? Quella inaccettabile dell’Arabia Saudita? Accettarla, con la nazionalizzazione come propri cittadini di sei milioni di cosiddetti profughi palestinesi, non sarebbe stato un suicidio per Israele?]

Arnon Soffer propone la cessione di territori… Notate due strade per collegare Gaza alla Cisgiordania. Vi faccio un paragone storico di quelli tremendi: è esattamente quello che chiedeva Hitler per il corridoio di Danzica.

[La parte di Hitler la fanno insomma quelli che parlano di due Stati?]

Quindi come vedete questa idea dello Stato Nazione e dell’unità territoriale è un’idea vecchia.

[Ma ancora non è chiaro: quale sarebbe la proposta nuova e moderna (e non occidentale)?]

I palestinesi dicono: queste poche erano le proprietà ebraiche, il verde eravamo noi nel 1946, poi il piano di partizione e poi, dopo la guerra del 1967, guardate cosa abbiamo perso… Tutte le rappresentazioni simboliche possono essere rappresentate in un altro modo.

[Le slide presentano la solita serie fake di carte geografiche con la Palestina mandataria prima a tinta unita, verde, tutta araba (anzi “palestinese”), e poi dal 1946 in avanti via via sempre più erosa dai sionisti]

Dopo il 7 ottobre, vedete, i coloni israeliani si sentono autorizzati a vendicarsi, e, vedete, vanno nelle case.

[Solo che quelli per Israele sono cittadini che delinquono, invece il 7 ottobre è opera dello stesso governo di Gaza]

Cosa vuole Netanyahu? Guardate che la ONG Peace Now israeliana con attivisti misti, dice: Netanyahu vuole l’apartheid: tutta questa zona blu diventa Israele, ce la prendiamo definitivamente, di apartheid parla anche Barak, che nel 2000 era quello che trattava il piano di pace a Camp David, e poi anche Olmert, che ha fatto l’altra proposta. Come vedete avverte dei rischi di Apartheid da parte di Israele…

[La conferenza termina con una concitata carrellata di vignette, titoli di giornale, citazioni fuori contesto, foto di cortei, cartelli di manifestanti e slogan propagandistici. Ricorre la parola “apartheid”, molto apprezzata dal relatore. Tutta roba accuratamente selezionata per “colpire esattamente la vostra percezione, il vostro stato emotivo, cercando di sollecitare le vostre emozioni”]

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