L’imam del centro islamico di Bologna, il pakistano Zulfiqar Khan, cita nuovamente jihad e Hamas negli ultimi due sermoni del 9 e dell’11 giugno, in ciò che sembra essere una vera e propria ossessione. In quest’ultimo, di soli 19 minuti e su un argomento totalmente scollegato dal jihad, ovvero l’avvistamento lunare e la critica all’osservatorio lunare islamico d’Italia, riesce comunque a infilarci dentro il jihad a Gaza, come dal minuto 11:39:
“…che Allah ama più ama al opera, in questi giorni rispetto a tutti altri giorni, qualsiasi opera, ma se in inizio uno comincia a portare dei dubbi su amaal, dove vanno? Poi l’importanza di questi dieci giorni, quando Muhammad sws ha dato questa dichiarazione, che Allah ama più dieci giorni questi, primi dieci giorni adhul hija, qualsiasi amaal che viene fatto, sua ricompensa non può avere qualsiasi amaal del altro giorno… I compagni di Muhammad (in arabo) hanno chiesto, ma il jihad…? Anche il jihad fii sabhilillah…qua vuole dire Qatal, combattimento come il mujahidin stanno facendo in Gaza nella terra, sulla terra di Palestina”.
Nel sermone di due giorni prima, Khan aveva invece affermato (da min 13:49):
“…coloro che portano il messaggio di Allah e hanno paura solo di Allah…e non hanno paura di nessuno, solo di Allah, solo di Allah, Allah aiuta loro, come Allah sta aiutando i mujahidin. Tanti hanno paura di dire che Hamas sono i mujahidin, stanno combattendo per il diritto contro questi terroristi”.
Lo scorso 25 maggio Khan glorificava pubblicamente Hamas per ben tre volte durante il solito sermone presso un centro islamico della provincia di Modena. Al minuto 12:59 Khan affermava: “Questo piccolo guerriero, un gruppo di persone che si chiama Hamas. Loro hanno fatto capire al mondo che questi sono vigliacchi (Israele, sionisti), non possono far niente contro gli uomini, loro possono solo andare contro i bambini, contro le donne, contro i civili”.
In seguito, al minuto 32:47, il predicatore diceva:
“Noi abbiamo visto, tanti fratelli hanno paura di dire che Hamas è un gruppo sincero, mujahidin, perché avevano bombardato su tutti i musulmani d’Europa che per forza devo dire che Hamas è un’organizzazione terrorista. Hanno provato con me anche dal 7/10 in poi, sempre abbiamo avuto questa posizione che Hamas non è un’organizzazione terrorista. Loro stanno difendendo il loro territorio”.
E non è finita, perché al minuto 53:54 dichiarava:
“Noi ringraziamo Allah sws tramite questi guerrieri mujahidin del Hamas che hanno fatto scoprire questa realtà, questa verità, che questi (israeliani, americani) sono terroristi, sono assassini…”.
Poco più di un mese fa, il 19 aprile Khan aveva affermato in un altro sermone: “Quel castigo che stiamo aspettando che viene da parte di Allah, con le mani di Hamas e Hezbollah…” (19:48).
Nella giornata di venerdì 31 maggio, durante il solito sermone a Bologna, Khan attaccava i leader di Paesi islamici come Marocco, Egitto, Pakistan, Tunisia, Arabia Saudita e Giordania, con tanto di accuse di miscredenza, il famigerato “Takfir” che nel mondo islamico è spesso anche una sentenza di morte. Del resto, Khan aveva recentemente fatto Takfir anche a Re Hussein di Giordania.
Come se non bastasse, Khan ha poi affermato al minuto 24:18:
“Cuba e Messico che hanno dato fuoco a ambasciata di Israele. Che solo hanno chiesto di essere parte di coloro che vanno contro Israele in Corte di Giustizia Internazionale. E noi? Che cosa stiamo aspettando? Dobbiamo fare una unità e blocchiamo questi assassini”.
Khan è anche noto per una serie di affermazioni antisemite fatte tra l’altro pubblicamente, come durante un comizio in Piazza Maggiore a Bologna quando disse che “gli ebrei sono crudeli perché usano l’intelligenza per fare male agli altri” (maggio 2021) o come quando a novembre 2023, durante la trasmissione “Dritto e rovescio” disse che “l’inganno con il fine dell’interesse fa parte della fede ebraica”.
Khan, nei suoi sermoni, tutti pubblicati sulla pagina Facebook di Iqraa, si riferisce costantemente agli israeliani, agli israeliti, all’Europa, agli Stati Uniti, al Regno Unito, ai giornalisti e ai politici schierati con Israele, come “assassini”, “schiavi dei sionisti”, “ingannatori”, “terroristi”, “bugiardi”, “oppressori”, “corruttori”.
Si potrebbe andare avanti con pagine e pagine di affermazioni agghiaccianti pronunciate da Khan durante i suoi sermoni settimanalmente e pubblicati su Facebook con modalità visibile a tutti. Vocenews segue il predicatore da mesi riportando costantemente molte delle parti “problematiche” dei suoi sermoni.
Khan non si è mai fatto problemi ad esternare tali contenuti e del resto nel novembre del 2023 disse in un video“…In Italia, grazie ad Allah, siamo al sicuro e abbiamo il diritto di parola”. Chissà che cosa intendeva?
Fino adesso, il predicatore ha avuto la possibilità di proseguire con la propria attività radicale nonostante l’attenzione mediatica ricevuta non soltanto in Italia, ma anche negli Stati Uniti e in Israele. Ora però il caso di Khan è arrivato in Parlamento grazie alle interrogazioni parlamentari, una alla Camera e una al Senato, dell’onorevole Sara Kelany, responsabile del dipartimento immigrazione di Fratelli d’Italia, e di Marco Lisei senatore del medesimo partito.
Secondo quanto illustrato a metà maggio dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sono 77 i provvedimenti di espulsione eseguiti per motivi di sicurezza nazionale, per rischio di radicalizzazione o estremismo nel 2023 e già 34 da inizio 2024.
Tra questi, lo scorso 30 aprile veniva espulso un cittadino algerino di 58 anni, “per motivi di sicurezza nazionale”, su disposizione del Ministero dell’Interno. Il motivo? L’algerino aveva pubblicato su Facebook e Telegram materiale inneggiante ad Hamas e ai movimenti terroristici legati al conflitto israelo-palestinese. Dopo un’attenta attività di indagine svolta dalla Digos sotto il coordinamento della Procura distrettuale di Trieste il soggetto in questione è dunque stato espulso in base a elementi che hanno configurato il reato di istigazione a delinquere.
Com’è possibile che l’algerino sia stato espulso (giustamente) per propaganda sui social a favore di Hamas e del jihadismo palestinese mentre Khan, che predica da anni dal pulpito di un centro islamico di una delle maggiori città italiane, pubblicando tra l’altro “in chiaro” i suoi sermoni sulla pagina Facebook del centro islamico, non sia ancora stato perseguito? E’ plausibile che a Bologna qualcosa non abbia funzionato come avrebbe dovuto.Non dimentichiamo che Hamas è classificata in UE come organizzazione terrorista, esattamente come al-Qaeda e ISIS. Dunque, chi inneggia a Hamas va perseguito.
@riproduzione riservata