Inferno a Metaponto: pineta devastata, turisti evacuati via mare

Un duplice incendio di probabile origine dolosa sconvolge la costa jonica di Matera. Fiamme incontrollabili, evacuazioni via mare e danni ingenti: paura nei villaggi e campeggi turistici

incendio metaponto

Nelle prime ore della tarda mattinata del 9 luglio, la tranquillità estiva di Metaponto si è trasformata in un incubo. Un violento e duplice incendio, probabilmente doloso, ha colpito il cuore della costa jonica della Basilicata. Le fiamme sono partite da una pineta nei pressi del litorale e, alimentate dal forte vento, si sono estese in maniera incontrollabile fino a lambire campeggi, villaggi turistici e l’area urbana circostante.

Tre strutture ricettive – il villaggio Metatur e i campeggi Riva dei Greci e Julia – sono state evacuate d’urgenza. Il rischio era troppo alto: le fiamme, spinte dal vento, avevano ormai circondato le aree frequentate da centinaia di turisti.

Metaponto, evacuazione via mare: l’unica via di salvezza

Il fuoco avanzava troppo rapidamente. Con le vie di terra compromesse dal fumo e dai roghi, le autorità hanno organizzato un’imponente evacuazione via mare. I turisti, spaventati e in fuga, sono stati imbarcati su natanti per essere portati in zone sicure. La paura si è diffusa tra le famiglie in vacanza, che si sono trovate di fronte a un paesaggio apocalittico, tra cenere, fumo e il suono incessante dei mezzi di soccorso.

Feriti e intossicati: Metaponto e la conta delle conseguenze

Nel caos dell’incendio, si sono registrati anche feriti. Il caso più delicato è quello di un neonato di soli otto mesi, intossicato dal fumo, soccorso dal 118 e trasportato d’urgenza all’ospedale di Policoro. Altri due feriti – un giovane di 19 anni e un uomo colpito da ustioni di primo grado – sono stati anch’essi presi in carico dal personale medico. La paura per le possibili conseguenze a lungo termine resta alta.

Un secondo fronte di fuoco: Torremare minacciata

Come se non bastasse, mentre i soccorritori tentavano di domare il primo fronte dell’incendio, un secondo rogo è scoppiato dalla parte opposta, minacciando l’area della stazione ferroviaria e mettendo in pericolo la località di Torremare. Una duplice emergenza che ha reso ancora più difficile l’intervento delle squadre antincendio.

Una macchina dei soccorsi messa a dura prova

La risposta delle autorità è stata immediata ma complessa. Sei squadre dei Vigili del Fuoco – con autobotti provenienti da Matera e Potenza – sono intervenute, supportate dalla Protezione Civile. In volo, due elicotteri e tre canadair hanno cercato di contenere le fiamme dall’alto, mentre circa cinquanta pompieri lavoravano senza sosta per evitare la catastrofe totale. Il vento, tuttavia, ha reso tutto estremamente difficile, facendo cambiare più volte direzione alle fiamme.

L’appello del Comune: “Allontanatevi, dirigetevi al Borgo”

Con il peggioramento della situazione, il Comune di Bernalda ha lanciato un appello urgente alla popolazione locale e ai turisti: abbandonare l’area minacciata e dirigersi verso il Borgo di Metaponto, ritenuto più sicuro. Una decisione necessaria, dettata dall’avanzare imprevedibile del fuoco e dall’impossibilità di garantire la sicurezza dei presenti.

Il dolore di chi vive il territorio: “Mai visto nulla del genere”

Sui social si moltiplicano le testimonianze di chi ha vissuto il dramma in prima persona. Una donna ha raccontato in lacrime:

“Ho dovuto lasciare casa, non si respirava, la situazione è assurda. Mai visto nulla del genere in tutta la mia vita. È impressionante. Stamani ero lì a passeggiare nel silenzio di un’alba incredibile fra volpi, aironi, la Pachamama delle mie radici. Ho il cuore a pezzi.”

Un grido di dolore che si fa simbolo di un disastro ambientale e umano che ha colpito al cuore un’intera comunità.

Un’estate che non sarà dimenticata

L’incendio che ha colpito Metaponto rappresenta l’ennesima tragedia ambientale in un’Italia sempre più esposta ai rischi legati agli incendi boschivi. Oltre ai danni alla natura e alle strutture, resta il trauma vissuto da chi ha visto il proprio paradiso estivo trasformarsi in un inferno. In attesa di ulteriori sviluppi e accertamenti sull’origine dolosa, resta la consapevolezza che questo 9 luglio resterà impresso nella memoria di chi c’era.