
All’interno dell’impianto Ecomac di Augusta continua a bruciare senza sosta un’enorme quantità di rifiuti, prevalentemente plastici. Le operazioni di spegnimento, iniziate sabato 5 luglio, proseguono da oltre 30 ore con l’impiego di decine di unità dei Vigili del Fuoco provenienti da Siracusa, Enna, Catania e Messina.
Il fumo nero e denso, visibile anche a chilometri di distanza, ha già invaso l’area circostante, spinto dai venti in direzione sud, fino a lambire il territorio di Priolo. Le condizioni atmosferiche sfavorevoli stanno ostacolando i soccorsi, rendendo la situazione estremamente delicata.
Ecomac, ruspe in azione: il ruolo decisivo dei mezzi movimento terra
Nel cuore della zona industriale, un contributo cruciale sta arrivando dai mezzi pesanti del GOS (Gruppo Operativo Speciale) di Enna. Le ruspe sono al lavoro per smassare i cumuli di rifiuti in fiamme, permettendo ai pompieri di intervenire più efficacemente su ogni focolaio nascosto.
La procedura, altamente complessa, ricorda quanto accadde nel 2022, quando furono necessari quasi sette giorni per completare la bonifica. Anche stavolta, i tempi di intervento si preannunciano lunghi, mentre l’emergenza resta alta.
Nube tossica verso Priolo: ordinanza urgente e cittadini invitati al rifugio
La nube generata dalla combustione del materiale plastico è in movimento e sta minacciando direttamente il comune di Priolo Gargallo. Per questo motivo, il sindaco Pippo Gianni ha firmato un’ordinanza contingibile e urgente che impone alla popolazione di rimanere in casa, spegnere i climatizzatori e chiudere infissi e finestre. I bagnanti presenti lungo la costa sono stati invitati ad abbandonare immediatamente le spiagge.
Le stazioni di monitoraggio sono attive 24 ore su 24, ma resta l’incognita dei dati ambientali: se dovessero emergere valori di diossina e furani oltre i limiti di legge, come avvenne tre anni fa, le conseguenze potrebbero essere pesantissime.
Allerta in tutta la provincia per incendio Ecomac: COC attivati
Anche i comuni limitrofi di Augusta e Melilli hanno attivato i rispettivi Centri Operativi Comunali (COC), restando in costante collegamento con la Prefettura e con gli organi preposti alla gestione dell’emergenza, tra cui ARPA Sicilia e le forze dell’ordine.
Il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare, ha espresso forte preoccupazione, chiedendo trasparenza sui dati ambientali e annunciando un’imminente presa di posizione contro la società responsabile del sito. “Non è possibile che si ripeta un episodio del genere nello stesso impianto – ha dichiarato – qualcosa chiaramente non funziona”.
Dopo l’emergenza, il punto sul futuro della zona industriale
Una volta domate le fiamme, si aprirà un capitolo ancora più complesso: quello delle responsabilità e del futuro della zona industriale siracusana. Il sindaco di Priolo ha già chiesto la convocazione urgente di una riunione straordinaria tra i sindaci del polo industriale e il presidente del Libero Consorzio, Michelangelo Giansiracusa.
Sul tavolo temi centrali: sicurezza nei luoghi di lavoro, gestione dei rifiuti, controlli ambientali, ma anche occupazione e sviluppo sostenibile. “Quando avremo i dati ufficiali – ha sottolineato Gianni – dovremo decidere con lucidità e fermezza le misure necessarie per proteggere i cittadini e il nostro territorio”.
La Procura apre un’indagine: dolo o negligenza?
Non si esclude nessuna pista. La Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta per accertare le cause dell’incendio. È il secondo episodio grave in soli tre anni nello stesso stabilimento: una coincidenza troppo sospetta per essere ignorata.
Gli inquirenti stanno valutando l’ipotesi del dolo, ma anche eventuali mancanze nei protocolli di sicurezza da parte dell’azienda. Se dovessero emergere negligenze nella gestione del sito, potrebbero scattare misure pesanti, sia amministrative che penali.
Un’emergenza che diventa occasione per cambiare
L’incendio alla Ecomac è molto più di una semplice emergenza ambientale: è il simbolo di un sistema che chiede riforme profonde. Il territorio siracusano, già segnato da una lunga storia industriale, non può più permettersi di affrontare eventi del genere senza un vero piano di prevenzione, controllo e trasparenza.
Le prossime settimane saranno decisive: tra analisi dell’aria, perizie tecniche, decisioni politiche e azioni giudiziarie, la cittadinanza attende risposte chiare. Ma una cosa è certa: non si può tornare alla normalità come se nulla fosse accaduto.