
L’odore acre della plastica bruciata ha avvolto l’aria già al calare del sole, mentre una colonna di fumo nero si innalzava come un presagio, visibile da chilometri di distanza. Era da poco passata l’ora di cena, quando Pianezza si è trasformata nell’epicentro di un incendio imponente che ha divorato lo stabilimento Euro Stamp, azienda del torinese specializzata nella produzione di paraurti e griglie per automobili.
Intorno alle 18.30, le prime fiamme hanno preso vita in via Airauda. In pochi minuti, il fuoco ha avvolto l’intera struttura, alimentato dai materiali plastici che l’azienda lavora quotidianamente. Dal cuore dell’edificio in fiamme si è levata una nube densa e inquietante, che si è fatta strada sopra i tetti di Torino e fino alle tangenziali, costringendo automobilisti e passanti ad alzare lo sguardo, increduli.
“Una colonna di fumo come questa non si vedeva da anni”, ha raccontato un residente di Collegno. Sul posto sono accorse dieci squadre dei Vigili del Fuoco, supportate dal nucleo NBCR (Nucleare, Biologico, Chimico, Radiologico), addestrato a intervenire in scenari con possibili rilasci tossici. Con loro, Polizia Locale, Carabinieri di Rivoli e personale sanitario del 118, pronti a gestire l’emergenza. Le sirene hanno squarciato il silenzio della periferia torinese, mentre uomini in divisa correvano contro il tempo per domare il rogo.
Le verifiche hanno escluso – almeno per ore – la presenza di persone coinvolte. Un sollievo parziale, che non cancella però lo spettro delle conseguenze ambientali.
A destare maggiore preoccupazione è la nube nera liberata nell’atmosfera: plastica bruciata, residui tossici, aria resa pesante dal fumo. I sindaci dei comuni limitrofi, tra cui Venaria Reale, hanno diffuso avvisi alla popolazione, invitando i cittadini a chiudere porte e finestre. In attesa dei dati ufficiali dell’ARPA Piemonte, resta la cautela, mentre l’odore pungente si insinua nelle case.
“Non sottovalutate i rischi: restate in casa e proteggetevi”,avvisa il Comune di Venaria sui canali social, dando voce alla preoccupazione collettiva.
Torino, abituata al suo orizzonte di colline e palazzi, si è ritrovata spettatrice di un cielo annerito dal fuoco. Dai quartieri di San Gillio a Druento, fino al centro città, la colonna di fumo ha catturato sguardi e obiettivi. Le immagini scattate dai residenti e condivise online hanno percorso la rete in poche ore, facendo rimbalzare il nome di Pianezza ben oltre i confini torinesi.
Le cause dell’incendio restano ancora ignote. Saranno le indagini a chiarire se si sia trattato di un corto circuito, di una fatalità o di altro. Intanto, lo stabilimento – cuore produttivo di un comparto industriale – è stato ridotto in cenere.
Per la comunità resta l’immagine di quel fumo, simbolo di fragilità e di paura: la dimostrazione di quanto, in pochi istanti, un’intera città possa sentirsi vulnerabile.