
“Un profilo tipico delle bande giovanili emerge dal recente report del Servizio di Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale. Queste bande, composte principalmente da giovani tra i 15 e i 24 anni, con una presenza prevalente di maschi e nazionalità italiane o straniere di prima o seconda generazione, trovano nei luoghi pubblici come piazze, stazioni ferroviarie e centri commerciali i loro principali punti di ritrovo durante i fine settimana.
Le attività predominanti di queste bande includono vessazioni, bullismo, percosse, lesioni, vandalismo urbano e disturbo della quiete pubblica. Nonostante ciò, il fenomeno delle bande giovanili non sembra essere aumentato negli ultimi due anni, ma rimane diffuso in varie province italiane, con una leggera prevalenza nel Centro Nord rispetto al Sud.
Il report evidenzia che le bande giovanili raramente presentano una struttura gerarchica definita e non sono ispirate ad organizzazioni criminali italiane o estere. Anche se in alcuni casi si sono resi responsabili di furti, spaccio di droga e episodicamente di rapine, non è stato riscontrato un legame diretto con organizzazioni criminali.
Spesso, i membri delle bande provengono da contesti socioeconomici svantaggiati o famiglie con vissuti critici. La mancanza di opportunità, la disoccupazione giovanile e la carenza di modelli positivi possono contribuire alla formazione di queste bande, che spesso attirano l’attenzione dei media e delle autorità locali a causa delle loro attività criminali.
Tra i fattori che spingono i giovani ad unirsi alle bande ci sono rapporti problematici con la famiglia, coetanei o il sistema scolastico, difficoltà relazionali o di inclusione. L’uso dei social media gioca un ruolo influente nel rafforzare l’identità di gruppo e generare processi di emulazione o autoassolvimento.
Le bande giovanili rappresentano una ricerca di attenzione, un desiderio di ribellione, noia, il tentativo di stabilire un controllo su un certo territorio o semplicemente l’espressione di rabbia o frustrazione. Il gruppo offre ai giovani una sensazione di anonimizzazione e deresponsabilizzazione, consentendo loro di sentirsi invincibili e protetti in un contesto ‘aggregato’.”
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