Il giardino dei Finzi Contini

Siamo a Ferrara negli anni che precedono la seconda guerra mondiale. Giorgio e Micol sono due amici di lunga data che vivono in maniera spensierata la loro giovinezza. Le leggi raziali s’insinuano nel tessuto sociale italiano eludendo gli ebrei dalla vita pubblica e lasciando i due ragazzi in uno stato di precarietà morale. Giorgio è innamorato di Micol ma la ragazza non ricambia il suo sentimento pur rimandogli vicina come amica sincera. Tutta la compagnia si ritrova per passare i pomeriggi nel giardino dei Finzi Contini dove il tempo passa lento fino all’arrivo delle deportazioni. Micol, appartenete alla famiglia Finzi Contini, andrà incontro a una sorte avversa mentre Giorgio ricorderà anni dopo quel periodo di privazioni e sentimento.

Tratto dal libro di Giorgio Bassani il film è il racconto lieve di una tragedia. De Sica sceglie di utilizzare la privazione delle libertà personali come immagine descrittiva, evitando qualsiasi tipo di violenza fisica. Le interdizioni che gli israeliti subiscono diventano una scure insopportabile che cancellerà in Giorgio il desiderio di un sano amore adolescenziale trasformando la sua esperienza in un ricordo triste e malinconico.

Il film vinse un oscar come miglior film straniero e fu d’ispirazione a registi, quale Steven Spielberg e Roman Polanski, per raccontare la disperazione attraverso gesti propri della quotidianità. Lavorando su toni tenui il regista riesce a trasmettere la condizione di intere famiglie isolate progressivamente dalla vita. Lo sterminio arriva al pubblico senza il bisogno di sfoggiare alcun blindato o uniforme e sedimentandosi, per questo, maggiormente, nelle coscienze di chi osserva.