Il delitto Mattarella

L’uccisione del presidente della regione Sicilia Piersanti Mattarella è stata una pagina nera della storia italiana. Il sei gennaio del 1980 un sicario fredda l’uomo che tanto aveva fatto per rilanciare la sua regione su mandato di una cosca mafiosa. Inizialmente il caso fu gestito dal sostituto procuratore Piero Grasso al quale fece seguito Giovanni Falcone. Le indagini capillari provarono molteplici coinvolgimenti nell’atto criminoso ma gli esecutori materiali non furono mai arrestati.

Il film è la cronaca in taglio documentaristico di come lavorare per lo stato alla fine degli anni settanta fosse difficile. Rispettare la legalità e farla rispettare non è sicuramente facile ancora oggi, ma una nuova presa di coscienza civile permette di contenere quelle manifestazioni di piccola delinquenza  da sempre deleterie per ogni tipo di indagine.Il regista Aurelio Grimaldi parte proprio da questo, la cronaca degli avvenimenti è profonda e legata a molteplici aspetti e molteplici ruoli. L’omertà delle persone si mescola alla disciplina dei magistrati e dei poliziotti impegnati a proporre un paese migliore.

Il delitto Mattarella parla di un episodio e lo fa con quella forma che aveva il cinema di una volta, quello dei Lizzani di Francesco Rosi o degli Elio Petri. Un cinema che intrattiene e educa lo spettatore alla riflessione. Informare sui fatti e mostrare una parte di paese a meno di cinquant’anni da oggi significa salvaguardare la memoria e ricordare anche quelle persone che hanno dato la vita per il Belpaese.

Omicidio per molti 

Alcune persone continuano a essere silenziosamente in prima linea a provare che si possono migliorare le cose sopratutto attraverso la propria dedizione. La forza del film risiede nel coraggio di non nascondere nulla, un omicidio non ascrivibile totalmente a cosa nostra ma a una pletora di soggetti interessati a far tacere Mattarella che il regista cita senza alcuna paura. Dai neofascisti alla banda della Magliana passando per le cosche e per compagni di partito del presidente. Colleghi affiliati ai criminali e interessati a fermare la parte sana della loro componente politica. Una vicenda narrata con coraggio e ben recitata da un cast di livello che dovrebbe ispirare a una riflessione profonda premiandone il passo d’altri tempi.