Il 18 novembre il 33° Vertice Antimafia della Fondazione Caponnetto

La lotta alla mafia moderna deve basarsi su quella che si chiama “analisi del giorno prima”. Capire i fenomeni criminali mentre si evolvono per poi colpirli meglio, è la regola, senza però innamorarsi di alcuna tesi. La mafia 4.0 è moderna nella evoluzione ma rimane arcaica quando serve. È de facto un ossimoro. I riti e le tradizioni non si cancellano anche se in qualche caso si adeguano ai tempi. La mafia 4.0 si relaziona in modo dinamico con ciò che ha attorno sia che siano gli altri clan, che i criminali di strada.

Studiare le nuove forme di criminalità è quindi fondamentale per studiare le interconnesioni esistenti. Tra l’altro le sempre più diffuse gang nei territori e le mafie italiane hanno numerose similitudini e se pensiamo a quanto successe in America ai primi del novecento esiste la possibilità per le forme di criminalità basiche di strada di trasformarsi in mafiose.

Nelle nostre città italiane dobbiamo quindi prestare attenzione alle pandillas sudamericane ben presenti, ai nuovi gruppi peruviani, alle nuove gang giovanili, spesso miste di italiani e stranieri che vivono le piazze. Discorso diverso poi per i sempre presenti culti nigeriani, per i narcos albanesi ed i gruppi cinesi che oramai interagiscono con le nostre mafie e che potrebbero accogliere o scontrarsi con l’arrivo della mocro maffia dal Belgio e dall’Olanda oppure con i narcos messicani che in base ad alcune fonti starebbero per sbarcare in Europa per produrre droghe sintetiche. Di tutto questo, ma non solo di questo, si parlerà il prossimo 18 novembre a Firenze al 33° Vertice Antimafia della Fondazione Antonino Caponnetto nel bellissimo scenario della Biblioteca delle Oblate a Firenze alle ore 15. La lotta alla mafia si deve necessariamente fare “uniti nella diversità, per una antimafia del giorno prima”.