Ibeawuchi “Visto negato per razzismo”: accuse al governo del Regno Unito

Esclusione controversa: negato l’ingresso nel Regno Unito a una stimata famiglia nigeriana, tra accuse di razzismo istituzionale e decisioni ministeriali opache.

Ibeawuchi

Sta facendo discutere la vicenda che ha coinvolto Samuel Onyekachi Ibeawuchi, amministratore delegato della società nigeriana BKay Security Ltd, a cui il Ministero dell’Interno del Regno Unito ha negato il visto turistico. L’imprenditore sarebbe molto noto per offrire servizi di sicurezza a figure di spicco in ambito politico e sportivo. Ibeawuchi intendeva trascorrere tre settimane di vacanza in Inghilterra con la moglie e il figlio di 18 mesi, ospiti della sorella residente nel Regno Unito.

Nonostante il sostegno economico garantito dai parenti britannici e la documentazione presentata a supporto della richiesta, le autorità hanno rigettato l’istanza. Una scelta che ha immediatamente sollevato accuse di discriminazione razziale e alimentato il dibattito sulle politiche migratorie sempre più restrittive del governo britannico.

Chi è Samuel Ibeawuchi: un professionista di alto profilo

La figura di Ibeawuchi non è affatto marginale. La sua azienda, BKay Security Ltd, opera nel campo della sicurezza personale ed è stata incaricata di proteggere ex presidenti, politici britannici e americani, oltre a celebrità e calciatori di fama internazionale. Tra i clienti noti figura anche Alex Iwobi, ex stella dell’Arsenal e dell’Everton, oggi in forza al Fulham e membro della nazionale nigeriana.

La moglie di Samuel, a sua volta, è un’imprenditrice affermata. Insieme gestiscono attività redditizie e ben avviate in Nigeria. Nonostante ciò, il Ministero ha sollevato dubbi sulla loro situazione finanziaria e sull’effettivo legame tra la loro attività e il reddito dichiarato, giustificando così il diniego.

Motivazioni del rifiuto a Ibeawuchi: formalità o pregiudizio?

Nel documento ufficiale con cui è stato respinto il visto, si legge che “la sponsorizzazione non fornisce sufficienti garanzie sull’intenzione di lasciare il Regno Unito al termine della visita“. Inoltre, si avverte che anche eventuali future richieste potrebbero incontrare lo stesso esito.

Le dichiarazioni del portavoce del Ministero dell’Interno si limitano a ribadire che ogni richiesta viene valutata “singolarmente e sulla base delle prove presentate”. Tuttavia, il sospetto che dietro la decisione si nascondano pregiudizi razziali ha generato proteste e malcontento. Sospetto legittimo, specialmente dopo che il governo ha annunciato l’intenzione di limitare i visti da alcuni Paesi, tra cui proprio la Nigeria.

Parla la famiglia: “Una repressione apertamente razzista”

Hope Ibeawuchi-Beales, sorella di Samuel, ha definito l’episodio come “un chiaro esempio di repressione razzista contro i nigeriani”. Lei e il marito Nick Beales, attivista per i diritti dei migranti con l’organizzazione Ramfel, avevano assicurato sostegno logistico ed economico per tutta la durata della visita. Beales non ha dubbi: “Se avessimo fatto richiesta un anno fa, il visto sarebbe stato concesso. È evidente che oggi esista un atteggiamento mirato contro cittadini nigeriani”.

Hope ha aggiunto che la delusione è doppia, considerando l’entusiasmo con cui i figli attendevano la visita dei cugini: “Avevano pianificato ogni dettaglio. Come possiamo spiegare loro che lo Stato britannico ha rifiutato la famiglia solo perché è nigeriana?”.

Delusione e incredulità

Anche Samuel ha espresso rammarico per la decisione: “Volevamo semplicemente passare tre settimane con la nostra famiglia, non abbiamo alcun interesse a rimanere illegalmente. Abbiamo fornito tutti i documenti richiesti, comprese foto e prove del nostro legame con i parenti nel Regno Unito”.

La sorella sottolinea inoltre che in passato aveva sponsorizzato altri familiari senza alcun problema: “Non credo nemmeno che chi ha rifiutato la domanda abbia letto attentamente la lettera di invito”.

Il contesto politico e le prossime mosse

Questa vicenda si inserisce in un contesto di crescente chiusura del Regno Unito nei confronti dei migranti, anche temporanei. Le autorità, pur mantenendo una facciata di imparzialità, sembrano adottare criteri sempre più restrittivi per l’accesso al Paese, in particolare da alcune aree geografiche.

Secondo il Ministero, chi ha ricevuto un rifiuto può comunque presentare una nuova domanda, correggendo le eventuali carenze individuate. Ma per la famiglia Ibeawuchi, il danno è ormai fatto: non solo un’opportunità familiare è andata perduta, ma la fiducia nelle istituzioni britanniche appare fortemente compromessa.