House of Gucci

Maurizio Gucci è il principe ereditario della famosa casa di moda, la sua esistenza si accompagna al privilegio e alla serenità che il suo ruolo richiede. Un giorno non precisato degli anni settanta l’uomo incontra Patrizia Reggiani a una delle solite feste. Tra i due nasce un sentimento che li porterà al matrimonio. Purtroppo Patrizia è la regina delle arrampicatrici sociali e per Maurizio la situazione si complica. Dopo aver tentato una scalata al consiglio di amministrazione Gucci, la donna precipita in un delirio ossessivo che porta alla tragedia l’intera famiglia.

House of Gucci, ultimo lavoro di Ridley Scott, è la storia di una famiglia che ha fatto dell’epica uno dei suoi tratti distintivi. Il regista decide di dare un taglio documentarista al film per trasmettere al pubblico la sensazione che si prova a vivere in un mondo dove le regole d’ingaggio sono difficilmente ipotizzabili. Una storia raccontata con estrema eleganza per trasmettere i fatti che permisero a una famiglia di distruggersi dall’interno. Attraverso un casting sapiente Scott confeziona una sorta di telenovela di lusso, dove il talento degli attori supera la vicenda stessa. Una fotografia ipnotica riesce a trasmettere l’instabile opulenza del “mondo moda” facendo ammirare in primo piano collezioni e orpelli Gucci al pubblico.

Tra sfilate e settimane bianche si apprendono le gesta di Aldo Gucci, interpretato da Al Pacino in versione guappo, e di suo fratello Rodolfo (Jeremy Irons) comprimari inconsapevoli di una tragedia non annunciata. La sceneggiatura è ricca di dialoghi tra l’ironico e il dramma senza prendere una posizione definitiva. House of Gucci racconta le emozioni e gli errori che stanno dietro la caduta di un impero. Quando nessuno è un leader, l’azienda passa da faccendieri dal medesimo cognome in attesa di un prevedibile naufragio. Adam Driver impersona egregiamente Maurizio Gucci anonimo spettatore degli eventi mentre Lady Gaga sorprende ancora una volta nel ruolo della Reggiani.