Chiara Poggi: il Dna maschile sulla garza è di una precedente autopsia

Il Dna maschile parziale trovato sulla garza utilizzata per prelevare materiale biologico dalla bocca di Chiara Poggi ha un nome

Poggi dna

Il Dna maschile parziale trovato sulla garza utilizzata per i prelievi nella bocca di Chiara Poggi ha un nome. Gli accertamenti effettuati hanno portato all’identificazione di un uomo, sottoposto ad autopsia prima dell’omicidio della ventiseienne. A svelarlo è stata la stessa Procura di Pavia. Il confronto con il profilo maschile, trovato sulla garza, è stato effettuato su cinque soggetti maschili.

Dna: il profilo 335283-114472

In particolare uno di essi, il reperto 335283-114472, ha evidenziato una concordanza degli alleli in relazione con il soggetto identificato dal codice anonimo 153E. Tale dato, in questa forma incompleta, è suggestivo della provenienza del materiale biologico maschile di cui al reperto 335283-114472 del soggetto identificato dal codice 153E. Così  si è espressa la Procura in un comunicato.

La riesumazione del cadavere dell’uomo

Per poter definitivamente affermare che il profilo individuato corrisponda all’uomo precedentemente deceduto e sottoposto a autopsia prima di Chiara Poggi, potrebbe essere necessario riesumare il suo cadavere. L’uomo in questione sarebbe morto 18 anni fa, all’età di 81 anni, per cause naturali.

La certezza della traccia genetica

La traccia di Dna parziale combacia perfettamente con la traccia genetica trovata sulla garza non sterile utilizzata per prelevare materiale biologico dalla bocca di Chiara. A questo punto, la relazione tra la giovane Poggi assassinata e quell’uomo morto poco prima del delitto, sarebbe da attribuire alla sala autoptica, che entrambi hanno condiviso. Gli esperti ipotizzano che la contaminazione sia avvenuta attraverso strumenti o materiali non perfettamente isolati, come garze o pinze, usati in successione.

Il reperto era stato raccolto con una garza durante l’autopsia effettuata dal medico legale dell’epoca, il dottor Ballardini.

Per avere assoluta certezza si potrebbe procedere alla riesumazione del cadavere per recuperare l’intero Dna dell’uomo ed effettuare un altro confronto. Nel frattempo, il procuratore capo Fabio Napoleone, ha affidato all’antropologa e medico legale, Cristina Cattaneo, ordinario del Dipartimento di Scienze biomediche per la Salute dell’università degli Studi di Milano, nuove verifiche.

Altri accertamenti ancora in corso

Altri accertamenti, ancora in corso, dovranno chiarire se vi siano ulteriori aspetti tecnico-scientifici utili a comprendere la dinamica dell’omicidio. I risultati di queste analisi potrebbero essere illustrati in aula il prossimo 24 ottobre, data fissata per l’incidente probatorio.