Un video compromettente, un escort e presunte manovre politiche occultate dietro finanziamenti pubblici. Questo lo scenario che da oggi entra nelle aule giudiziarie francesi. Alla sbarra c’è Gaël Perdriau, 53 anni, sindaco di Saint-Étienne, nel tempo allontanato dai Républicains. Per lui e per alcuni collaboratori la procura contesta ricatto, associazione a delinquere e appropriazione indebita di fondi comunali.
Le accuse: Perdriau e un video per neutralizzare un avversario
Il caso ha radici nel 2022, quando Médiapart, una rivista online indipendente di investigazione e opinione francese, ha diffuso l’inchiesta. Di fatto scoperchiando un presunto complotto ai danni di Gilles Artigues. L’uomo all’epoca era vice di Perdriau e figura politica moderata, nota per le posizioni cattoliche e contrarie al matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Secondo quanto emerso, Artigues sarebbe stato filmato di nascosto nel 2015 in una stanza d’albergo insieme a un escort maschile, a sua totale insaputa. Quella registrazione, secondo gli inquirenti, sarebbe stata utilizzata negli anni successivi per limitarne ogni ambizione politica.
Dopo la pubblicazione dell’inchiesta, Artigues ha sporto denuncia per ricatto aggravato. Questo ha dato il via a una lunga fase investigativa fatta di intercettazioni, perquisizioni e testimonianze.
Le confessioni e il ruolo dei collaboratori
A complicare la posizione del sindaco Gaël Perdriau sono state soprattutto le dichiarazioni di Gilles Rossary-Lenglet, ex compagno di Samy Kéfi-Jérôme, all’epoca vicesindaco all’Istruzione. Proprio Rossary-Lenglet, oggi considerato la “gola profonda” del caso, avrebbe consegnato a Médiapart il video “Société taxi” e raccontato il retroscena politico.
La paura che Artigues potesse rendersi indipendente e ostacolare l’alleanza che aveva permesso a Perdriau di riconquistare la città nel 2014.
Durante gli interrogatori, Kéfi-Jérôme ha ammesso di aver attirato Artigues in hotel piazzando una telecamera nascosta. Anche l’allora capo di gabinetto Pierre Gauttieri, dopo aver inizialmente negato, avrebbe riconosciuto un suo coinvolgimento, confessando persino di aver valutato un secondo piano ai danni di un altro ex sindaco, mai però realizzato.
Il nodo dei fondi pubblici: 40 mila euro per la “trappola”
A pesare sull’inchiesta c’è anche l’uso di risorse comunali. Secondo gli investigatori, circa 40 mila euro di fondi della città sarebbero stati dirottati, tramite sovvenzioni ad associazioni locali, proprio per finanziare la messa in scena e il pagamento dell’escort coinvolto nel video.
Le associazioni, gestite da due coppie ora a processo, sarebbero state inconsapevoli della natura del progetto. Avrebbero trasferito i fondi direttamente a Rossary-Lenglet, che poi li avrebbe impiegati per organizzare il piano.
La difesa del sindaco Gaël Perdriau: “Liberarmi da una spada di Damocle”
Perdriau, che continua a dichiararsi innocente, ha spiegato all’Afp di voler chiudere quanto prima la vicenda per presentarsi libero da ombre alle elezioni municipali del 2026. A suo dire, il dossier sarebbe trapelato in maniera parziale e strumentale, diventando un’arma politica nelle mani degli avversari.
Tuttavia, i Républicains lo hanno già escluso dal partito, prendendo le distanze da ogni responsabilità.
