Ci sono spettacoli che sono molto più di una messa in scena e uno di questi è il Latium World Folkloric Festival del CIOFF, cioè il festival delle musiche, danze e arti popolari del mondo che dal 24 luglio al 7 agosto ha portato al Lazio la cultura, i ritmi ed i colori del Perù, Martinica, Cile, Spagna, Serbia, Costa Rica e Italia.
Un evento il cui motore è lo scambio culturale, il cui pilastro è l’integrazione e in cui la diversità è una ricchezza che anno dopo anno cerca di promuovere una cultura della pace, della solidarietà e della tolleranza.
La Fondazione Folcloristica e Culturale “La Malacrianza” ha mostrato le musiche, i canti e le danze popolari delle diverse regioni costaricane utilizzando strumenti tradizionali fedelmente ricostruiti. Da parte sua, l’Associazione Culturale C.I.D.A.N. Mi Perú hanno portato in scena ritmi diversi come le danze della giungla o la Marinera Norteña, che ha le sue origini nella Danza Nera, ispirata al ritmo dell’accoppiamento del gallo e della gallina. Invece l’Associazione Estampas Burgalesas ha dimostrato che il folclore spagnolo va ben oltre il flamenco divulgando il folclore castigliano e, in particolare quello della città di Burgos e della sua provincia.
D’altra parte, l’Ensemble Tongariki (il cui termine si riferisce ai venti orientali e al più grande monumento archeologico esistente in tutta la Polinesia) ha dato l’opportunità di conoscere la musica polinesiana e i ritmi e stili che sono diventati parte integrante del folklore tradizionale dei Rapa Nui (Isola di Pasqua). E il balletto Pom’Kanel ha portato il pubblico in Martinica con le sue coreografie, ispirate al patrimonio tradizionale delle Isole Antille, di influenza caraibica e africana.
Dopo il folclore della Serbia, caratterizzato da una commistione di influenze stilistiche, naturalmente non è mancato il folclore nazionale. La Compagnia Rinascimentale Tres Lusores di Cori ha rappresentato le musiche, i canti, le danze e le arti del Rinascimento italiano e anche quelli popolari come il saltarello. E l’altro gruppo ospitante, gli Sbandieratori del Leone Rampante di Cori, ha stupito ai presenti con il suo “giuoco della bandiera”, tipico dell’Italia medievale e rinascimentale, dove veniva praticato con spettacoli di alto agonismo e ricercata eleganza. Nei suoi ricchi costumi realizzati su modelli del XVI secolo in prezioso velluto, con colori e disegni degli stemmi delle Porte di Cori e della Comunità, un alfiere, i musici, trombettieri e tamburini, che musicalmente scandiscono e ritmano le figurazioni, insieme agli sbandieratori, abilissimi giocolieri che compiono straordinarie evoluzioni ed eleganti volteggi con le bandiere, hanno fatto vivere al pubblico un viaggio nel tempo.
Uno spettacolo che ha visitato Roma, Cori, Segni, Velletri, Paliano, Cisterna di Latina, San Felice Circeo, Ninfa, Anzio e Caprarola; permettendo alle città di scoprire altre culture e anche facendo scoprire ai gruppi le tradizioni italiane e portando il nome di queste città nel mondo.