Falso surrealista: a Parma sequestrate 21 opere attribuite a Dalì

I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno individuato e bloccato un sofisticato traffico di falsi: tra le opere anche incisioni, arazzi e ceramiche. Collaborano organizzatori e istituzioni.

Salvador Dalì

Quella che doveva essere una grande celebrazione del genio surrealista Salvador Dalì si è trasformata in una vicenda che ha lasciato senza parole il mondo dell’arte. A Parma, all’interno della mostra “Salvador Dalì, tra arte e mito” allestita a Palazzo Tarasconi dal 27 settembre, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale hanno sequestrato ben 21 opere attribuite falsamente al maestro catalano.

Le stesse opere erano già state esposte in precedenza a Roma, al Museo storico della fanteria dell’Esercito italiano, tra gennaio e luglio. Il provvedimento è arrivato dopo le verifiche avviate dalla Procura di Roma, con decreto emesso dal gip su richiesta del Dipartimento criminalità diffusa e grave.

Cosa è stato sequestrato: dalle tele agli oggetti di design

Il sequestro ha riguardato un ampio ventaglio di manufatti. Si tratta di arazzi, disegni, incisioni, ceramiche, bottigliette di profumo, libri illustrati e persino fotografie. Tutti pezzi provenienti da collezioni private italiane e belghe, ma erroneamente presentati come opere autentiche di Dalì.

Dietro colori sgargianti e forme riconducibili allo stile del Surrealismo, si nascondeva invece un’operazione di contraffazione accurata e insidiosa. Un’azione capace di trarre in inganno non solo il pubblico ma anche istituzioni museali.

Il ruolo della Fundació Gala-Salvador Dalí

A far emergere i primi sospetti è stata la Fundació Gala-Salvador Dalí, l’ente ufficiale che tutela l’eredità artistica e i diritti del pittore spagnolo. La Fondazione aveva rilevato anomalie nell’autenticità dei lavori esposti e presentato le sue segnalazioni alle autorità italiane.

Queste indicazioni hanno dato il via alle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo, che hanno confermato l’inganno. Le opere non appartenevano all’universo creativo del maestro surrealista.

Il mercato dell’arte e il “caso Dalì”

La vicenda mette nuovamente in evidenza le fragilità del settore artistico internazionale. Il mercato dell’arte, con il suo valore economico e simbolico, è sempre più esposto a frodi e falsificazioni che rischiano di minare la fiducia dei collezionisti, dei visitatori e delle stesse istituzioni culturali.

La reazione degli organizzatori: piena collaborazione

Gli organizzatori della mostra, la società Navigare srl, hanno espresso sorpresa per quanto accaduto e ribadito la volontà di collaborare con le autorità. In una nota firmata dai legali rappresentanti Fabiola Lacagnina ed Elisa Zagni, la società ha dichiarato di essere pronta a consegnare tutta la documentazione utile e a facilitare le indagini.

Navigare srl, attiva da anni nell’organizzazione di eventi espositivi, ha precisato di aver sempre operato con serietà e trasparenza.

Dalì e i visitatori: i rimborsi chiesti dal Codacons

Alla vicenda si è interessata anche l’associazione dei consumatori Codacons, che ha annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile in un eventuale processo. L’associazione sottolinea che, qualora fosse accertata la falsità delle opere, si configurerebbe una violazione contrattuale e scatterebbe il diritto al rimborso per i visitatori che hanno acquistato il biglietto.

Dal canto suo, il Comune di Parma ha espresso “preoccupazione” per il sequestro, chiarendo però che l’ente pubblico non ha avuto alcun ruolo nell’organizzazione della mostra, interamente gestita da un soggetto privato. Il vicesindaco e assessore alla Cultura, Lorenzo Lavagetto, ha dichiarato che il Comune seguirà con attenzione l’evoluzione della vicenda, per tutelare l’immagine culturale della città.

Un caso che scuote il panorama culturale

La vicenda dei falsi Dalì a Parma non è solo un episodio giudiziario, ma anche un campanello d’allarme per tutto il settore artistico. Mentre le indagini proseguono, resta il nodo della tutela del patrimonio culturale e della necessità di rafforzare i controlli, affinché mostre ed esposizioni continuino a rappresentare un momento di crescita, conoscenza e autenticità per il pubblico.