Dahbia Benkired, cittadina algerina di 27 anni, è stata condannata all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionale per il rapimento, lo stupro e l’omicidio della dodicenne Lola Daviet, avvenuto nell’ottobre 2022 a Parigi. Dopo oltre quattro ore di deliberazioni, la giuria ha deciso per la pena più grave prevista dal codice penale francese, definendo il delitto di “estrema crudeltà”.
Il presidente della corte ha descritto l’azione come “una vera forma di tortura”, aggiungendo: “Questa decisione non restituirà Lola, ma speriamo rappresenti un passo nel lungo percorso di guarigione della sua famiglia.”
Dahbia Benkired: un crimine che ha sconvolto la Francia
Il corpo della giovane Lola fu ritrovato in una valigia nell’androne del palazzo in cui abitava. Aveva mani e piedi legati con del nastro adesivo e presentava oltre 30 ferite da taglio. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Benkired avrebbe inflitto alla vittima sofferenze fisiche e psicologiche estreme “per il proprio piacere”, privandola di ogni dignità umana.
Il procuratore generale ha sottolineato in aula che “l’obiettivo della donna era infliggere dolore e umiliazione”. Ha richiesto la condanna all’ergastolo irriducibile per proteggere la società da “una persona di pericolosità eccezionale”.
Le parole della famiglia: dolore e richiesta di giustizia
Durante il processo, Delphine Daviet, madre di Lola, ha ricordato con voce rotta gli ultimi momenti trascorsi con la figlia: “L’ho baciata e le ho detto ‘ci vediamo dopo’. Poi ha incontrato questo mostro.”
La donna ha raccontato anche la tragedia successiva: il marito Johan, distrutto dal dolore, è morto nel 2024 a causa dell’alcolismo, “consumato dalla sofferenza e dai sensi di colpa”.
Daviet aveva chiesto ai giudici di assicurarsi che l’assassina “non potesse mai più nuocere a nessuno”, implorando una pena definitiva.
“Chiedo perdono”: le parole di Dahbia Benkired
Prima della lettura del verdetto, Dahbia Benkired ha parlato per l’ultima volta davanti alla corte: “Chiedo perdono, quello che ho fatto è stato orribile.”
Il suo gesto, tuttavia, non ha trovato alcuna comprensione tra i presenti. La famiglia di Lola, sconvolta e in lacrime, ha accolto la sentenza come un atto di giustizia tardiva ma necessaria.
Un caso che divide l’opinione pubblica
All’esterno del tribunale, decine di persone hanno manifestato chiedendo pene più severe per i crimini di questo tipo. Alcuni cartelli invocavano il ritorno della pena di morte, mentre altri esprimevano solidarietà alla famiglia Daviet.
Il caso ha riacceso il dibattito sulla gestione dei permessi di soggiorno: Benkired si trovava infatti in Francia in modo irregolare, dopo la scadenza del suo visto studentesco.
Una sentenza senza precedenti
La “condanna all’ergastolo irriducibile”, raramente applicata in Francia, è destinata ai crimini più brutali. Con questa decisione, Dahbia Benkired diventa la prima donna nel Paese a ricevere tale pena.
Gli organismi per i diritti umani ne criticano da tempo la severità, ma nel caso di Lola Daviet la giustizia francese ha ritenuto che “nessuna misura meno drastica” potesse essere sufficiente.
