Due fratellastri, due omicidi: un legame di sangue e violenza

A distanza di poche settimane e pochi chilometri, Bergamo è scossa da due delitti collegati da un filo di sangue e famiglia: i protagonisti sono Jacopo De Simone, 19 anni, e Carmine Francesco, 24, fratellastri con un passato familiare difficile e un presente segnato dalla violenza.

due omicidi Claris e Muttoni

Jacopo De Simone e Carmine Francesco sono fratellastri, uniti da un passato familiare complesso e ora anche da due omicidi che hanno scosso la provincia di Bergamo. Entrambi coinvolti in episodi brutali a pochi chilometri e settimane di distanza, i due giovani condividono un’infanzia segnata dall’adozione e da decisioni drastiche da parte della famiglia che li aveva accolti.

Carmine Francesco, 24 anni, è stato adottato insieme al fratello maggiore dalla famiglia De Simone. Ma la sua condotta, segnata da droga e attività criminali, ha presto spinto i genitori adottivi ad allontanarlo per proteggere gli altri figli, tra cui Jacopo, nato successivamente.

Il delitto di Valbrembo: la morte di Luciano Muttoni

La sera dell’8 marzo, Carmine Francesco si è recato a Valbrembo con l’intento di rapinare Luciano Muttoni, un 57enne che affittava stanze ai turisti. Con lui c’era Mario Vetere, complice in un’aggressione che si sarebbe consumata come vendetta per un presunto sguardo rivolto alla compagna di Carmine.

Dopo aver conosciuto Muttoni nei giorni precedenti, Carmine è tornato a casa sua e, secondo quanto confessato, insieme a Vetere lo ha picchiato selvaggiamente, lasciandolo agonizzante. Il giorno seguente, i carabinieri hanno fermato Carmine e altre persone a bordo di un’auto sospetta: grazie a immagini di videosorveglianza e testimonianze, le indagini hanno portato al suo arresto. Carmine ha ammesso le sue responsabilità.

Bergamo, maggio: un’altra tragedia. L’omicidio di Riccardo Claris

Poco meno di due mesi dopo, un’altra scena di sangue. Stavolta è Jacopo De Simone, 19 anni, a colpire. Durante una serata in un locale frequentato da tifosi atalantini, Jacopo – sostenitore interista – avrebbe intonato un coro per la sua squadra. Un gesto che ha acceso la miccia di una rissa tra gruppi opposti di tifosi.

Secondo la sua versione, Jacopo e i suoi amici sarebbero stati inseguiti da un gruppo armato di spranghe e bastoni, fino a sotto casa. Temendo per l’incolumità del fratello e dei compagni, Jacopo sarebbe tornato in strada armato di un coltello da cucina, finendo per colpire Riccardo Claris sotto la spalla sinistra con una forza tale da spezzare il manico della lama.

Il 26enne è caduto a terra, morendo poco dopo davanti alla fidanzata e a pochi passi dallo stadio Gewiss. Jacopo si è presentato spontaneamente ai carabinieri e ha confessato l’omicidio.

Due omicidi: una famiglia spezzata, vite distrutte

I due omicidi avvenuti nel giro di poche settimane e a breve distanza geografica raccontano una vicenda familiare carica di fratture e fallimenti. Due fratellastri, divisi da percorsi di vita differenti ma accomunati da un epilogo tragico. Un contesto che lascia aperti molti interrogativi su quanto l’ambiente e le scelte educative possano influire sul destino individuale.

Nel frattempo, le indagini proseguono e i due giovani dovranno rispondere di omicidio volontario. Una doppia tragedia che pesa sulla comunità e sulla coscienza di chi, forse, avrebbe potuto prevenirla.