
Davide Lacerenza e la figlia di Wanna Marchi, Stefania Nobile, da questa mattina sono agli arresti domiciliari. Il proprietario del locale “La Gintoneria”, in via Napo Torriani a Milano (zona stazione Centrale) e la Nobile, sua ex fidanzata sono accusati di essere al vertice di un giro di prostituzione e di droga. Pare che nella Gintoneria, oltre alle “bottiglie sciabolate” e un nutrito gruppo di “giovani e bellissime cavalle” (per dirla alla Lacerenza ndr), ci fosse anche un piccolo quartier generale di spaccio di cocaina (la bamba).
Stefania Nobile, già con una condanna definitiva emessa dalla Cassazione a 9 anni e 4 mesi di reclusione per associazione a delinquere finalizzata all’estorsione e alla truffa insieme alla madre, non paga della lunga permanenza in carcere, ha pensato bene di continuare a intascare “soldi facili” mettendosi in società con l’ex fidanzato.
L’arresto
La Nobile e Lacerenza sono stati arrestati dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf. Dalle indagini coordinate dalla Procura i due, assieme a Davide Ariganello, anche lui ai domiciliari, avrebbero procurato ragazze e droga ad una serie di clienti.
Le accuse rivolte a Davide Lacerenza & Co.
Le accuse a vario titolo nei confronti di Stefania Nobile, di Lacerenza e di Davide Ariganello sono: autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Le Fiamme Gialle stanno sottoponendo a sequestro oltre 900 mila euro, ritenuti il provento dell’auto riciclaggio.
L’avvocato Liborio Cataliotti, legale della Nobile ha dichiarato: “Escludo totalmente che Stefania abbia favorito o sfruttato la prostituzione, anche perché, stando alla stessa imputazione, lei non ha dato alcun apporto diretto né ha ricevuto lucri diretti”. L’avvocato ha poi aggiunto: “Non è stata applicata alla mia assistita la misura per fatti di droga così come l’accusa relativa alla prostituzione che le viene imputata «perché i proventi sono andati alla società di cui lei è ritenuta amministratrice di fatto»”. “Farò immediatamente istanza al Riesame contro l’arresto” ha poi concluso.
In questo maxi sequestro e arresto non è coinvolta Wanna Marchi, mamma di Stefania. Ma c’è un però. Pare che Wanna Marchi sapesse quello che accadeva nella Gintoneria dell’ex compagno della figlia. Attività da cui, la indiscussa regina delle televendite, da un lato ha preso le distanze criticandolo e dall’altro si è compiaciuta per gli incassi dovuti non solo agli alcolici e champagne pregiati serviti ai tavoli assieme a piatti gourmet.
Il disprezzo di Wanna Marchi per il prossimo
In questo maxi sequestro e arresto non è coinvolta Wanna Marchi, mamma di Stefania. Ma c’è un però. Pare che Wanna Marchi sapesse quello che accadeva nella Gintoneria dell’ex compagno della figlia. Attività da cui, la indiscussa regina delle televendite, da un lato ha preso le distanze criticandolo e dall’altro si è compiaciuta per gli incassi dovuti non solo agli alcolici e champagne pregiati serviti ai tavoli assieme a piatti gourmet.
Ma la regina delle televendite non ha perso il vizio. Ricordiamo tutti le truffe ai danni dei telespettatori che coinvolgevano, oltre la Marchi, anche la figlia Stefania Nobile e il sedicente mago brasiliano Mário Pacheco do Nascimento. Wanna non solo vendeva “talismani” per scacciare il malocchio ma insultava senza mezze misure i telespettatori da lei ridotti sul lastrico. La solfa è rimasta invariata: nelle intercettazioni telefoniche, di qualche mese fa, la Marchi parlava con disprezzo del cliente che aveva speso oltre 640mila euro. Per lei era una persona “schifosa” per il suo comportamento “scurrile e trash”.
ha definito in particolare il cliente che ha speso oltre 640 mila euro in circa tre anni una persona «schifosa» per il suo comportamento scurrile e trash
Milano da bere e da sniffare a domicilio
A portare all’arresto dei due ex fidanzati ci sarebbe il racconto di un imprenditore che in circa 3 anni ha speso nella Gintoneria più di 640 mila euro. Secondo quanto appreso, il cliente avrebbe iniziato a usufruire dei “servizi” di Lacerenza dapprima nella Gintoneria e, successivamente a casa, ricevendo a domicilio bottiglie di champagne e prostitute (pare scelte dalla Nobile ndr).
Sempre secondo quanto appreso, lo champagne veniva pagato a Lacerenza mentre le prestazioni delle ragazze (alcune appena maggiorenni), venivano pagate direttamente alle fanciulle. Il pacchetto “completo” poteva variare, a serata, dai tremila ai diecimila euro. Sempre su richiesta, Lacerenza consegnava anche la bamba che veniva consumata dal cliente, dalle escort e, a volte, anche da lui se decideva di fermarsi.
Un particolare non passava inosservato ai clienti della Gintoneria e faceva chiaramente capire il tipo di locale. All’entrata della toilette campeggiava una sorta di “monito” incorniciato e firmato dalla direzione: entrare già pippati perché il bagno serve per altro.