
Tra il 2016 e il 2024 Milano ha perso quasi 3.500 corse al giorno nella rete di superficie per il trasporto pubblico. I tram hanno visto un calo del 19%, i filobus del 17% e i bus urbani del 15%. In parole povere: oggi un cittadino aspetta più a lungo un mezzo che arriverà (forse) in ritardo, se non salta la corsa del tutto. Affrontiamo senza armi una rete che si spegne davanti a nostri occhi.
A fronte di questo collasso silenzioso, la metropolitana – grazie alla nuova M4 – ha guadagnato corse, ma ciò non basta. Tagliare la rete di superficie significa creare disuguaglianze tra quartieri, tra chi è servito e chi è stato abbandonato.
Milano: il mito del traffico e le scuse che non reggono
Per giustificare il disastro, ATM e Comune puntano il dito sulla carenza di autisti e sul traffico privato. Ma i dati raccontano altro. Anche di notte, quando le strade sono vuote, i tram e i bus vanno piano. E la modernità dei mezzi non conta: il tram più veloce è uno dei più vecchi, mentre quello più lento ha carrozze moderne.
Il vero problema è strutturale e organizzativo, non tecnico. Eppure, nessuno sembra interessato a cambiare le cose.
Il personale scappa, gli stipendi restano fermi
I conducenti ATM si licenziano a decine ogni mese. Gli stipendi non sono più adeguati a una città dove vivere costa sempre di più. Le condizioni di lavoro peggiorano, e chi può se ne va altrove, dove paga e orari sono migliori. Intanto ATM cerca disperatamente nuovi autisti, ma offre poco e chiede tanto.
La pazienza dei milanesi è finita
Ogni giorno, chi prende i mezzi pubblici si scontra con ritardi cronici, soprattutto sulla linea verde M2, cambi di orario improvvisi, corse fantasma e vagoni sovraffollati. Il risultato? Gente in ritardo al lavoro, appuntamenti persi, stress costante. Tutto questo per un abbonamento sempre più caro che non garantisce neanche l’essenziale: arrivare in orario.
Una politica immobile, un futuro incerto
Dal 2018 il Piano urbano della mobilità sostenibile (PUMS) prevedeva già di velocizzare i mezzi di superficie. Ma nulla è stato fatto. Eppure, migliorare le linee esistenti costerebbe molto meno che costruire nuove linee metropolitane.
Mentre il Comune tace, i cittadini pagano il prezzo di scelte politiche inefficienti e miopi. Un sistema che si regge solo sulla metropolitana non è sostenibile. Milano sta perdendo pezzo dopo pezzo il suo trasporto pubblico. E con esso, la fiducia dei suoi abitanti.
Serve una svolta, ora
Non basta parlare di sostenibilità e smart city: serve un trasporto pubblico dignitoso, veloce, capillare. La crisi ATM non è più un problema tecnico o contingente. È una crisi di visione, di priorità e di rispetto verso i cittadini. E Milano non può più permettersi di aspettare.