
Nonostante l’attenzione mediatica fosse calata, il virus SARS-CoV-2 torna a far parlare di sé con l’emergere di una nuova variante, la LP.8.1. Dopo aver fatto registrare un aumento dei casi in Asia, in particolare a Singapore e Hong Kong, ora anche l’Europa e l’Italia ne stanno rilevando la presenza. L’Istituto Superiore di Sanità riporta, solo nell’ultimo mese, 962 nuovi contagi e 17 decessi riconducibili al virus.
Il virologo Matteo Bassetti invita alla prudenza: «Stiamo in campana con LP.8.1 e vediamo cosa succede nelle prossime settimane».
Le origini genetiche: cos’è LP.8.1?
La variante LP.8.1 è stata individuata per la prima volta nel luglio 2024. È un diretto discendente della sottovariante KP.1.1.3, parte della famiglia di Omicron che ha caratterizzato le ondate tra fine 2023 e inizio 2024. A gennaio 2025, l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha inserita tra le “varianti sotto monitoraggio”, sottolineando la presenza di mutazioni che potrebbero aumentarne la trasmissibilità o eludere le difese immunitarie preesistenti.
Secondo Marco Cavaleri dell’Agenzia Europea del Farmaco (Ema), LP.8.1 è attualmente una delle varianti dominanti a livello globale, con particolare crescita anche nel continente europeo.
Sintomi della LP.8.1: cosa aspettarsi dalla nuova variante
I sintomi associati alla variante LP.8.1 non si discostano molto da quelli già noti nelle precedenti ondate. Si registrano:
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Febbre elevata
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Mal di gola
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Stanchezza diffusa
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Cefalea
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Dolori muscolari
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Congestione nasale
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Alterazione di gusto e olfatto
In alcuni casi più rari si possono manifestare diarrea e perdita dell’appetito. Le complicazioni gravi – come polmoniti o insufficienze respiratorie – continuano a riguardare prevalentemente soggetti fragili, anziani o immunodepressi.
Va sottolineato che l’OMS ha comunque valutato come “basso” il rischio aggiuntivo per la salute pubblica a livello globale, sottolineando l’importanza di monitorare senza generare allarmismo.
Vaccini: verso un nuovo aggiornamento mirato
Il contesto mutato del virus ha portato l’Ema a raccomandare un aggiornamento dei vaccini per la campagna vaccinale 2025-2026. L’obiettivo è fornire una protezione efficace contro le varianti in circolazione, con un focus particolare su LP.8.1.
Marco Cavaleri, responsabile per le minacce alla salute pubblica presso l’Ema, ha spiegato che “LP.8.1, pur facendo parte della famiglia JN.1, rappresenta un’evoluzione importante e attualmente è la candidata principale per i nuovi vaccini”.
Negli Stati Uniti, la strategia vaccinale si sta orientando su un utilizzo limitato ai soggetti più a rischio, come gli over 65. In Europa, invece, la Task Force dell’Ema spinge per una copertura più mirata che includa anche chi ha fragilità pregresse o patologie croniche.
Uno scenario in continua evoluzione
Ciò che rende la gestione della pandemia ancora complessa è l’imprevedibilità del virus. Nonostante LP.8.1 appartenga alla stessa famiglia di varianti già conosciute, ha caratteristiche che ne favoriscono la diffusione e ne giustificano la stretta sorveglianza.
Gli esperti sono concordi: è fondamentale proseguire con campagne vaccinali mirate nei mesi autunnali e invernali, periodo in cui le infezioni respiratorie tendono ad aumentare. L’obiettivo è garantire che i nuovi vaccini offrano la massima protezione possibile per le categorie più vulnerabili.
Sebbene la nuova variante LP.8.1 non sembri portare con sé un aumento significativo della gravità clinica rispetto alle precedenti, la sua alta trasmissibilità e la capacità di eludere in parte l’immunità pregressa la rendono un elemento da non sottovalutare. Il monitoraggio internazionale è costante, e l’adeguamento dei vaccini rappresenta la chiave per contenere eventuali nuove ondate.