Cosa c’è dietro il divieto cinese dell’uso dei dispositivi Iphone?

Nikkei Asia ha riportato che la Cina ha esteso il divieto preesistente sull’utilizzo degli iPhone di Apple per scopi ufficiali da parte delle agenzie governative centrali, ora applicandolo anche ai dipendenti delle autorità locali e delle aziende statali. Questo accade dopo la rivelazione da parte del Wall Street Journal del divieto sull’uso di dispositivi non marchiati localmente per scopi ufficiali nei dipartimenti governativi centrali cinesi, con l’ordine esplicito ai dipendenti di non introdurli in ufficio.

Il medesimo divieto venne posto il 17 luglio scorso in Russia, quando il ministero del Commercio russo impose di non usare gli smartphone prodotti da Cupertino per scopi di lavoro. Il ban non riguardo’ solo gli iPhone ma venne esteso a qualsiasi dispositivo Apple, quindi anche gli Apple Watch, AriPods e soprattutto MacBook. Il quotidiano Kommersant tuttavia già a marzo scorso pubblicò una ricostruzione secondo cui il Cremlino disse a tutti i funzionari al lavoro sulle elezioni presidenziali del 2024 di non usare più i loro iPhone.

Perché i regimi vietano l’utilizzo dell’iphone e dei sistemi operativi Apple ? Cosa c’è dietro? 

Lo chiediamo a Gabriele Minniti, cybersecurity expert & CEO Whysecurity, Gruppo Security Trust.

 Nessun addetto ai lavori si stupisce del fatto che la Cina abbia vietato l’uso degli Iphone, d’altronde abbiamo assistito alla guerra commerciale iniziata nel 2019 dalla presidenza Trump negli Stati Uniti in cui si sosteneva il fatto che i prodotti Huawei nascondessero backdoor nei propri prodotti ai fini dello spionaggio.  La Cina, se vogliamo dire, ha aspettato molto tempo prima di rispondere in modo simmetrico a questo tipo di provvedimento importante. Ma allargando il punto di vista, in un mondo in cui il “nuovo” petrolio oggi sono le informazioni e il tema della “sovranità digitale”, strategico sia per le superpotenze, che per le nazioni del comparto occidentale, la logica conseguenza è l’importanza della gestione e del controllo dei dispositivi che vengono utilizzati per gestire queste informazioni.

Tutto passa attraverso i telefonini, oggi che si è recuperata la mobilità dopo la pandemia: lo smartphone e’ tornato ad essere l’elemento più importante per la gestione dei dati, per la gestione del quotidiano e per la miriade di informazioni che consultiamo per più del 50 per cento del nostro tempo. E’ quindi vero che l’attenzione dei crimini informatici sulle piattaforme mobili e’ aumentata rispetto agli anni precedenti a causa del lavoro a distanza, causando una diffusione di un più ampio volume di malware, più attacchi di phishing e smishing. A fronte di ciò si sono verificati maggiori investimenti e sforzi per scoprire e sfruttare vulnerabilità cosiddette zero-day.

Quali settori saranno coinvolti ?

Il confronto tra il comparto occidentale e Cina coinvolgerà sempre di più tutti quei settori industriali alla base della digitalizzazione, in maniera particolare quelli che coinvolgono l’hardware su cui circolano le informazioni. Pensiamo alla guerra per le materie prime utilizzare per l’utilizzo di processori o componenti dei computer che ha coinvolto le macro-potenze mondiali e ha insanguinato interi paesi africani.I governi stanno cambiando i propri approcci nel condurre le operazioni di Intelligence, inserendo come elementi chiave anche l’intelligence economica, le cui informazioni a tale riguardo, passano sempre tramite strumenti digitali. 

 Perché si parla di divieto di utilizzo di cellulari I phone e non telefonini Samsung ad esempio? 

Semplice, I-phone e quindi Apple, è americana, mentre il secondo player mondiale è sud coreano.

 Quali sono le differenze di vulnerabilità tra sistemi operativi? Confrontiamo un cellulare i phone e un cellulare Samsung.

I dispositivi IOS di Apple ( i-phone e i-pad ) dispongono di uno standard di sicurezza elevato, perché il sistema è “chiuso” e tutti i software e le app che vengono sviluppate, devono sottostare a requisiti tecnici particolarmente stringenti, tanto vero è che il periodo che Apple si prende per testare la sicurezza di una applicazione è di molte volte superiore rispetto a quello dei suoi concorrenti. E’ molto difficile pensare che strumenti Apple possano essere vulnerabili per prestarsi ad attività di spionaggio, se non con la diretta collaborazione della casa madre, del governo americano o di suoi alleati.Il sistema Android utilizzato dai diretti concorrenti di Apple, è estremamente flessibile e funziona anche su apparati con caratteristiche hardware limitate, ma ha lo svantaggio di risultare molto più vulnerabile dal punto di vista del software e quindi ad una maggior predisposizione ad azioni di spionaggio.

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