Coronavirus. Guanti introvabili (per fortuna). Vi spieghiamo il perchè.

I guanti sia di lattice che di nitrile sono diventati introvabili. In alcuni casi, è molto meglio così. Ci spiega il perché il dott. Gianleone Di Sacco

Coronavirus

La cosiddetta Fase 2 dell’emergenza Coronavirus è in vigore da una settimana. Il Paese è ripartito e il 18 maggio, si sono alzate le saracinesche di negozi, bar e ristoranti. Per contenere il più possibile il rischio di nuovi contagi, l’articolo 3 del DPCM del 17 maggio ha chiarito che è obbligatorio l’uso delle mascherine nei luoghi al chiuso accessibili al pubblico. La regola vale anche per tutte le altre situazioni in cui non sia possibile mantenere la distanza di sicurezza. Nel DPCM del 26 aprile, invece, è stata indicata la necessità di utilizzare guanti usa e getta per fare la spesa (oltre la mascherina ndr). I guanti devono essere anche utilizzati per provare vestiti in negozi di abbigliamento e, a Milano, anche su tutti i mezzi pubblici.

Guanti: dove, come, quando

Sui guanti usa e getta c’è ancora abbastanza confusione sia  da parte dei cittadini che dei negozianti. Abbiamo chiesto al dott. Gianleone Di Sacco, specialista in endocrinologia, attualmente impegnato in ospedale nella cura dei pazienti affetti da Coronavirus, di aiutarci a capire dove, come e quando usare i guanti.

I guanti possono rivelarsi controproducenti

“I guanti andrebbero usati in due occasioni: quando utilizziamo i detersivi per fare le pulizie e quando c’è il rischio di toccare materiale infetto” esordice il dott. Di Sacco.  “I guanti usa e getta che le persone mettono per andare in giro possono rivelarsi controproducenti. Proprio perchè sono usa e getta, non dovrebbero essere indossati per ore ma solo per compiere un’azione. Dopo l’utilizzo, andrebbero immediatamente gettati”.

“Aggiungo che” prosegue il dott. Di Sacco “considerata la scarsa reperibilità dei guanti monouso e la difficoltà in questo momento a produrli, sarebbe molto meglio che gli stessi venissero consegnati agli ospedali, ai medici, agli infermieri e a tutti gli operatori socio-sanitari anzichè essere venduti ai privati cittadini ai quali basterebbe solo lavarsi le mani sovente o utilizzare soluzioni alcooliche disinfettanti in commercio per evitare il contagio”.

I guanti non salvano dal Coronavirus

“Indossare i guanti quando utilizziamo il carrello della spesa, quando digitiamo il codice pin del bancomat, quando ci proviamo un vestito non necessariamente ci proteggerà dal contrarre il Coronavirus” osserva il dott. Di Sacco. “Spesso i guanti aiutano la diffusione del Covid-19. La gomma, il lattice, il nitrile sono ambienti fertili per virus e batteri. Il modo migliore e più sicuro per proteggersi dai germi quando si è fuori casa, sootolineo nuovamente, è quello di lavarsi sovente le mani con acqua e sapone o usare un disinfettante per le mani con almeno il 60% di alcol”.

Il sistema immunitario naturale cutaneo

“Le mani, a differenza di quanto si possa pensare, sono già di per loro uno strumento di difesa grazie al pH della pelle. Il ruolo più importante che svolge il pH, infatti, è quello di agire come barriera difensiva tra il nostro corpo e tutto ciò che ci circonda. Il mantello acido creato dal pH è la chiave perchè, tra le sue varie funzioni, inibisce la proliferazione batterica“.

Coronavirus e la sua trasmissione

“Il Coronavirus è un virus respiratorio che si diffonde principalmente attraverso le goccioline (droplet) create quando una persona infetta tossisce, starnutisce o parla” sottolinea il dott. Di Sacco. “La via di infezione principale del Covid-19 è  aerea quindi, se queste goccioline vengono a contatto con le mucose di una persona direttamente o attraverso le nostre mani, il virus può introdursi e infettarla. Considerando che  queste goccioline rimangono sospese in aria per poco tempo e percorrono una distanza breve, la trasmissione avviene se la distanza tra 2 persone è inferiore al metro”.

“Non è da escludere che ci possa essere anche una trasmissione indiretta” conclude il dott. Gianleone Di Saccocausata dal contatto con superfici e oggetti contaminati. Si tratterebbe, comunque, di una possibilità di trasmissione  remota.