Clan camorristici comunicavano tramite la PlayStation

Una maxi-operazione dei Carabinieri smaschera il metodo usato dai clan Troncone e Frizziero: 24 persone indagate tra Napoli e provincia per traffico di droga, estorsioni e altri reati.

playstation clan

Un sistema criminale che parla in codice… da console PlayStation. Una nuova operazione dei Carabinieri ha rivelato un dettaglio sorprendente sulle strategie comunicative della camorra. I vertici dei clan Troncone e Frizziero, attivi nel territorio napoletano, si servivano delle chat interne di un videogioco. Le informazioni riservate, venivano scambiate così, tentando di aggirare le intercettazioni delle forze dell’ordine. Un sistema tanto ingegnoso quanto fallace, che non ha impedito ai militari dell’Arma di risalire ai responsabili.

Il blitz: 24 persone sotto accusa

L’operazione, scattata all’alba del 15 aprile su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha portato all’arresto di 24 soggetti sospettati di far parte di un’associazione di stampo mafioso. Le accuse sono pesanti: traffico di stupefacenti, detenzione di armi, estorsione e contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Quindici degli indagati sono finiti in carcere, sei ai domiciliari. Per altri tre sono state disposte misure interdittive dall’attività imprenditoriale — tra questi anche un agente della polizia penitenziaria.

Le “imbasciate” passavano per la PlayStation

Il dettaglio più curioso dell’indagine riguarda proprio l’uso della PlayStation. Attraverso la piattaforma di gioco, i boss riuscivano a comunicare velocemente. Evitando l’uso di telefoni o app di messaggistica tradizionali, più facilmente monitorabili. A far emergere questo stratagemma è stata un’intercettazione risalente al maggio 2020 tra Vitale Troncone e il figlio Giuseppe, entrambi già detenuti.

Durante una conversazione telefonica, padre e figlio fanno riferimento a una chat avvenuta poco prima tramite console con Mariano Frizziero, capo dell’omonimo clan.

Nel corso della telefonata, si scopre anche l’uso di nomi in codice: Frizziero viene identificato come “zia Maria”, un soprannome utilizzato per sviare eventuali ascolti. Le indagini hanno poi verificato che questi scambi avvenivano attraverso giochi online che consentono comunicazioni vocali o testuali tra i membri di una stessa squadra, rendendo l’intercettazione molto più complessa.

Le mani della camorra su parcheggi e ormeggi

Oltre alla rete criminale legata al traffico di droga e armi, gli inquirenti hanno documentato il controllo esercitato dai clan anche su attività apparentemente marginali. Tra queste la gestione abusiva dei parcheggi e degli ormeggi nelle aree portuali. Un sistema ben organizzato e capillare, dove nulla viene lasciato al caso.

PlayStation piegata alla criminalità

Il caso evidenzia come anche gli strumenti tecnologici nati per l’intrattenimento possano essere sfruttati dalla criminalità organizzata per finalità illecite. Tuttavia, la rapidità e l’accuratezza del lavoro investigativo hanno permesso di smascherare anche un espediente così inusuale, confermando l’efficacia delle attività di contrasto alla camorra.