
La Procura di Milano ha ufficialmente richiesto l’archiviazione dell’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa, e dell’amico Tommaso Gilardoni. Erano entrambi coinvolti in un caso di presunta violenza sessuale denunciata da una 22enne. L’inchiesta, avviata dopo la denuncia presentata circa 40 giorni dopo i fatti, si è basata su mesi di accertamenti, analisi tecniche, interrogatori e la raccolta di materiale audiovisivo.
Le accuse e la denuncia verso La Russa
Secondo la denuncia, i fatti risalirebbero alla notte tra il 18 e il 19 maggio 2023. La giovane avrebbe incontrato La Russa, suo ex compagno di scuola, in una discoteca milanese, per poi risvegliarsi la mattina successiva nuda nell’abitazione del ragazzo, dove era presente anche Gilardoni. La ragazza ha sostenuto di non ricordare gli eventi della notte e di essere stata costretta ad avere rapporti sessuali con entrambi gli uomini.
Gli esami clinici e tossicologici
Accompagnata dalla madre presso la clinica Mangiagalli, alla 22enne sono state riscontrate alcune ecchimosi, una lieve ferita a una gamba e lesioni genitali. Gli esami tossicologici successivi hanno evidenziato l’assunzione di cocaina, cannabis, alcol e benzodiazepine. Tuttavia, secondo i consulenti tecnici della Procura, non vi sono evidenze scientifiche sufficienti per affermare che la ragazza fosse in uno stato di alterazione tale da inficiare la capacità di esprimere consenso.
La Russa: i video e gli elementi agli atti
Una parte cruciale delle indagini ha riguardato i filmati acquisiti durante la serata, dai quali – secondo i pm – non emergerebbero segnali chiari di una condizione psicofisica alterata nella giovane. Le immagini la ritrarrebbero cosciente, autonoma nei movimenti e in grado di interagire in modo coerente con l’ambiente circostante. Elementi, questi, che avrebbero contribuito a escludere la percezione da parte degli indagati dell’eventuale mancanza di volontà della ragazza.
La valutazione della Procura
Nel documento con cui si richiede l’archiviazione, i magistrati sottolineano che non è possibile dimostrare che La Russa e Gilardoni fossero consapevoli dell’assenza di consenso. Né che la condizione psicofisica della giovane fosse alterata al punto da invalidare la sua autodeterminazione. Inoltre, le lievi lesioni riscontrate sono considerate compatibili anche con rapporti consenzienti.
Critiche al comportamento, ma nessun reato provato
Pur non ravvisando gli estremi per il rinvio a giudizio sul fronte della violenza sessuale, la Procura evidenzia la superficialità e la volgarità nel comportamento dei due giovani durante l’intera vicenda. Rimane invece aperto un possibile fronte giudiziario per l’ipotesi di revenge porn, su cui i magistrati potrebbero proseguire l’azione penale.
La difesa della ragazza: “Faremo ricorso”
L’avvocato della 22enne, Stefano Benvenuto, ha manifestato perplessità sulla decisione della Procura, annunciando l’intenzione di presentare opposizione alla richiesta di archiviazione. Secondo la difesa, vi sarebbero testimoni oculari che avrebbero notato la condizione di alterazione della ragazza, e i consulenti di parte sostengono che l’insieme delle sostanze assunte le avrebbe impedito di esercitare pienamente la sua volontà.
La vicenda resta complessa e delicata. Sebbene la Procura abbia chiesto l’archiviazione per mancanza di elementi probatori sufficienti, la parte civile è intenzionata a proseguire la battaglia legale. Nel frattempo, resta in discussione il tema del revenge porn, su cui si attendono nuovi sviluppi.