Casanova 70

Andrea è un ufficiale della Nato di bell’aspetto e molto quotato. L’uomo si rende conto di riuscire a fare sesso con le donne solo in situazioni di estremo pericolo. Dopo un incidente con una delle sue signore, dove interviene la polizia, il militare decide di correre ai ripari rivolgendosi a uno psicanalista. Il medico suggerisce di eliminare questo pericoloso bisogno di adrenalina attraverso una relazione stabile. Alla soglia delle nozze però il demone prevale portando Andrea a mandare tutto all’aria. Casanova 70 è un film particolare per la produzione di Mario Monicelli.

Erroneamente considerato minore, si presta a una lettura molto più profonda. Il personaggio interpretato da Mastroianni potrebbe essere la sintesi di un tramonto della mascolinità cui non tutti gli uomini erano pronti. Girato nel 1965, in piena emancipazione sessuale, Casanova propone, in chiave volutamente esasperata, tutti quei cliché legati al desiderio erotico. I dialoghi sono scritti in maniera volutamente discontinua andando a ironizzare su un pezzo di Italia che non è ancora scomparsa del tutto. La gelosia, la macchinazione e i giochetti sessuali sono ancora presenti nella struttura sociale del Belpaese.

Monicelli decide di parlare attraverso una serie di avventure del nuovo Casanova con un numero impressionante di bellissime donne. Il protagonista è conscio della sua bellezza esteriore e la usa per sedurre. Essere avvenente però in un’epoca di emancipazione femminile comporta un successo garantito, cosa che lascia le porte aperte alla noia. Il film intrattiene e fa sorridere, pur non essendo uno dei capolavori del regista toscano, brilla per ironia popolare e per un lavoro di tutto livello sui comprimari. Insieme al Mastroianni protagonista troviamo un ottimo Enrico Maria Salerno, nella parte di uno psicanalista ossessionato e un Marco Ferreri , qui nel ruolo di attore, nobiluomo sordo e violento.