
Dopo un mese di relativa calma, la terra nei Campi Flegrei è tornata a farsi sentire con una violenza che ha riportato alla mente i timori peggiori. Erano le 12:47 di lunedì 30 giugno quando una scossa di magnitudo 4.6 ha attraversato il sottosuolo flegreo, scuotendo profondamente l’area compresa tra Bacoli e Pozzuoli. L’epicentro, a circa 5 chilometri di profondità, è stato localizzato nei pressi del castello aragonese di Baia.
È stata la scossa più potente degli ultimi 40 anni, pari per intensità solo a quella registrata nella notte tra il 12 e il 13 marzo scorso. Un evento che, per durata e intensità, è stato percepito nitidamente anche a Napoli città, inducendo molte persone a uscire in strada per precauzione.
Campi Flegrei: sciame sismico breve ma intenso
Il terremoto delle 12:47 è stato solo il primo di una serie. In totale, lo sciame sismico ha contato dieci eventi sismici con magnitudo variabili da 0.0 a 4.6. Le scosse successive sono state minori, ma hanno comunque alimentato l’ansia di una popolazione che, da mesi, convive con la minaccia costante del bradisismo.
Fortunatamente non si registrano feriti, ma la paura è stata tangibile. Il panico è stato contenuto, anche grazie alla prontezza dei cittadini ormai abituati a questo tipo di fenomeni, ma il sisma ha lasciato comunque segni evidenti.
Danni strutturali e mobilità in tilt
Sebbene le persone siano rimaste illese, i danni al patrimonio architettonico e alla mobilità sono stati significativi. Una parte del costone roccioso di Punta Pennata è crollata, e lo stesso è accaduto in alcune porzioni del castello di Baia. Fortunatamente, trattandosi di un lunedì, la zona era poco frequentata, altrimenti le conseguenze avrebbero potuto essere ben peggiori.
Nel frattempo, il sistema ferroviario della regione ha subito un colpo durissimo. I protocolli di sicurezza previsti per eventi sismici di magnitudo superiore a 4.0 hanno imposto lo stop immediato alla circolazione ferroviaria nel nodo di Napoli. I treni Alta Velocità, Intercity e Regionali hanno accumulato ritardi fino a due ore, con diverse corse cancellate o limitate. Ferma anche la linea 2 della metropolitana e le ferrovie locali Cumana e Circumflegrea, paralizzando di fatto l’intero sistema di trasporto locale per diverse ore.
Le voci dal territorio: paura, rassegnazione e determinazione
Il sentimento che si respira tra i residenti dei Campi Flegrei è un misto di paura, fatalismo e resilienza. C’è chi ha imparato a convivere con i terremoti, chi affronta ogni scossa con il cuore in gola e chi non riesce più a distinguere la normalità dall’emergenza.
“Era forte, più lunga delle altre – racconta un abitante di Bacoli – i lampadari oscillavano, sentivamo i muri scricchiolare. Alcuni di noi sono scesi subito per strada”. Sui social le testimonianze si sono moltiplicate in pochi minuti: “A Napoli è stata fortissima”, “Mai sentita così lunga”, “Anche a San Giorgio a Cremano si è sentita nitidamente”.
L’appello del sindaco di Bacoli: “Non possiamo più aspettare”
In mezzo alle paure e alle segnalazioni, si leva chiara la voce del primo cittadino di Bacoli, Josi Della Ragione. Il sindaco ha lanciato un appello deciso affinché non si perda altro tempo: “Questa è la scossa più forte registrata nel nostro territorio negli ultimi 40 anni. Abbiamo sentito mille volte che i fondi ci sono per mettere in sicurezza i costoni, ma il cantiere da 10 milioni di euro non è mai partito. Non possiamo più permetterci di attendere. Serve agire subito. Le promesse non bastano più”.
Una richiesta che riecheggia il senso di urgenza percepito da molti: non si tratta più di prepararsi, ma di intervenire concretamente per mettere in sicurezza un territorio fragile e densamente abitato.
La natura non aspetta, servono risposte ora
Il sisma che ha colpito i Campi Flegrei il 30 giugno 2025 è un ennesimo campanello d’allarme. Se da un lato si è evitata una tragedia, dall’altro resta evidente la vulnerabilità dell’area, la lentezza burocratica e l’urgenza di opere di consolidamento e prevenzione. La natura ha dimostrato, ancora una volta, che non concede proroghe. E stavolta, la paura non può essere messa in pausa.