Bozza francese all’ONU: via Hamas, dentro lo Stato palestinese

In vista dell’Assemblea Generale ONU, la Francia distribuisce un documento che condanna il terrorismo e propone un futuro senza Hamas a Gaza.

Il ministro degli Esteri saudita Faisal bin Farhan Al-Saud e il ministro degli Esteri francese Jean-Noel Barrot

Dopo anni di impasse e fallimenti diplomatici, la Francia ha deciso di riaprire una finestra politica sulla questione israelo-palestinese, proponendo una bozza di documento preliminare per una soluzione a due Stati. Diffuso lunedì tra gli Stati membri delle Nazioni Unite, il testo è stato presentato in vista dell’80ª sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU, prevista per settembre 2025, e rimarrà aperto a commenti fino a martedì mattina.

Arab News ha avuto accesso in esclusiva a questo documento, che rappresenta un tentativo concreto di rilanciare il dibattito internazionale su uno dei conflitti più lunghi e irrisolti della storia contemporanea. Nel mezzo di una spirale di violenza acuitasi dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023 e della brutale risposta israeliana su Gaza, la bozza francese tenta di riportare la questione palestinese al centro dell’agenda globale.

Il documento, sobrio nei toni ma determinato nella sostanza, condanna esplicitamente l’attacco terroristico di Hamas, ma riconosce anche la necessità di porre fine all’occupazione e di costruire uno Stato palestinese sovrano, democratico e smilitarizzato. Un messaggio chiaro a chi, negli ultimi anni, ha preferito il congelamento dello status quo all’azione diplomatica.

Il testo lancia un appello agli Stati che ancora non riconoscono la Palestina come Stato indipendente, chiedendo un atto di coraggio politico e morale. Ma invita anche quei Paesi arabi che non hanno ancora normalizzato i rapporti con Israele a muoversi verso un’integrazione regionale, quale elemento chiave per la stabilità.

In un passaggio particolarmente significativo, il documento elogia gli impegni presi dal Presidente dell’Autorità Palestinese lo scorso 10 giugno: condanna del terrorismo, richiesta di disarmo di Hamas, riforma scolastica e fine del cosiddetto sistema “pay for slay” (pagare per uccidere). In cambio, viene riaffermata la visione di due Stati democratici che convivono in pace e sicurezza entro confini riconosciuti.

È un equilibrio difficile, ma necessario. Parla la lingua della diplomazia multilaterale, ma lancia segnali inequivocabili: nessuna pace duratura sarà possibile senza una soluzione politica per Gaza, che preveda ricostruzione, disarmo e l’esclusione di Hamas dalla governance futura.

Con l’avvicinarsi del vertice di settembre, la palla passa ora ai governi. La Francia ha tracciato la rotta: non resta che vedere chi, tra le grandi potenze e le leadership regionali, avrà il coraggio di seguirla.

Il documento presentato dalla Francia agli stati membri dell’ONU:

 

Riuniti a New York, Noi, Ministri degli Affari Esteri di X, Y, Z,

Condanniamo l’attacco terroristico barbaro e antisemita del 7 ottobre 2023;

Chiediamo un cessate il fuoco immediato, il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi di Hamas, inclusi i resti, nonché il pieno accesso umanitario senza ostacoli;

Ribadiamo il nostro incrollabile impegno verso la visione della soluzione a due Stati, in cui due Stati democratici, Israele e Palestina, vivano fianco a fianco in pace entro confini sicuri e riconosciuti, in linea con il diritto internazionale e le risoluzioni pertinenti delle Nazioni Unite; a tal proposito, sottolineiamo l’importanza di unificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania sotto l’autorità dell’Autorità Palestinese;

Accogliamo con favore gli impegni assunti dal Presidente dell’Autorità Palestinese il 10 giugno, in cui egli:
(i) condanna gli attacchi terroristici del 7 ottobre,
(ii) chiede la liberazione degli ostaggi e il disarmo di Hamas,
(iii) si impegna a porre fine al sistema del “pay for slay”,
(iv) si impegna a una riforma del sistema scolastico,
(v) si impegna a convocare elezioni entro un anno per favorire un rinnovamento generazionale,
(vi) accetta il principio di uno Stato palestinese smilitarizzato.

In vista del vertice dei Capi di Stato e di Governo che si terrà durante la settimana ad alto livello dell’80ª sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (UNGA 80) a settembre 2025, Noi, Ministri degli Affari Esteri di X, Y, Z,

Abbiamo già riconosciuto, espresso o esprimiamo la volontà dei nostri Paesi di riconoscere lo Stato di Palestina e invitiamo tutti i Paesi che non lo hanno ancora fatto ad aderire a questo appello;

Esortiamo i Paesi che non lo hanno ancora fatto a stabilire relazioni normali con Israele, ed esprimere la loro disponibilità a entrare in discussioni sull’integrazione regionale dello Stato di Israele.

Esprimiamo la nostra determinazione a lavorare su una struttura per il “giorno dopo” a Gaza che garantisca la ricostruzione di Gaza, il disarmo di Hamas e la sua esclusione dalla governance palestinese.