Arrestato in Italia dopo 30 anni di fuga: latitante cinese accusato di omicidio

Viveva da oltre due decenni nella Bergamasca con una nuova identità, ma la sua latitanza è finita grazie a un’indagine internazionale

fuga cinese boltiere

La fuga di un cittadino cinese ricercato dal 1995 si è conclusa in Italia, nella provincia di Bergamo. L’uomo, oggi 57enne, è stato arrestato a Boltiere dagli agenti della Squadra Mobile di Milano. Su di lui pendeva un mandato di cattura internazionale emesso dalle autorità di Pechino per un omicidio e un tentato omicidio commessi nel distretto di Gaocheng, nella provincia di Hebei, a nord della Cina.

Il delitto e la fuga del killer cinese

Secondo le ricostruzioni, nel 1995 l’allora 27enne avrebbe aggredito un vicino di casa con cui nutriva un rancore profondo, colpendolo mortalmente. Nello stesso episodio, rimase gravemente ferito anche il fratello della vittima. Per sfuggire alla giustizia, l’uomo lasciò la Cina e, nel 2002, riuscì a raggiungere l’Italia. Qui, grazie a documenti falsi e generalità contraffatte, ottenne un permesso di soggiorno per motivi di lavoro.

La fuga e una nuova vita nella Bergamasca

Stabilitosi inizialmente a Milano, il latitante trovò impiego in un negozio di alimentari nella zona di Bergamo. Con il passare degli anni, riuscì a condurre una vita apparentemente normale, lontano da sospetti, integrandosi nella comunità locale. Per ben 23 anni ha vissuto indisturbato, lavorando e mantenendo un basso profilo, fino all’intervento delle autorità.

L’indagine e l’arresto del latitante

La cattura è stata possibile grazie a una segnalazione arrivata dal Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, che ha consentito agli investigatori milanesi di individuarlo. L’uomo è stato rintracciato mentre si trovava a bordo di un furgone per le consegne di generi alimentari. Fermato e identificato, è stato condotto nel carcere di Bergamo, dove attende le procedure per l’estradizione verso la Cina.

Le possibili conseguenze giudiziarie in Cina

Nel sistema penale cinese, l’omicidio, soprattutto se aggravato o particolarmente efferato, è punito con la pena di morte. La condanna può essere eseguita immediatamente oppure sospesa per due anni, periodo dopo il quale può essere commutata in ergastolo o in una pena detentiva inferiore, salvo la commissione di altri reati. Oltre all’omicidio, in Cina la pena capitale è prevista per reati quali terrorismo, crimini contro la sicurezza dello Stato, violenza sessuale su minori, pedofilia e delitti che causano gravi lesioni o morte.