Addio a Stefano Benni, il “Lupo” della satira italiana

Stefano Benni (1947 2025)

Si è spento oggi a Bologna, dopo una lunga malattia, Stefano Benni, uno dei più graffianti e ironici scrittori italiani.

Dalla sua penna sono nati capolavori come Bar Sport, La compagnia dei Celestini, Il bar sotto il mare, Terra!: racconti divertiti e divertenti, mai banali, capaci di restituire l’immagine di un’Italia surreale eppure incredibilmente vera.

Con il suo stile inconfondibile, Benni ha saputo intrecciare satira, fantasia e poesia, dando vita a un immaginario che ha segnato generazioni di lettori.

La Luisona, il Cinno e il Cristo col colbacco

Di se stesso scriveva:

“Non esiste una biografia del lupo Benni perché da trent’anni, tutte le volte che gliela chiedono, il lupo la cambia, dicendo un sacco di balle, o quasi-balle. Poiché nessuno ha mai controllato, Benni si è divertito a costruirsi almeno dodici biografie diverse”.

Almeno ci proviamo.

Nato il 12 agosto 1947 a Bologna, Stefano Benni trascorre la sua infanzia sulle montagne dell’Appennino. È in questo periodo che nasce il soprannome “il Lupo”, come lui stesso racconta nel suo blog: di notte, portando in giro i suoi sette cani, amava ululare alla luna. Realtà o costruzione del mito?

Dopo le sue “prime scoperte letterarie, erotiche e politiche” (altra citazione “benniana”), si iscrive all’università e inizia a collaborare con riviste e giornali come Il Mondo, Panorama, L’Espresso, La Repubblica e Il Manifesto. In questo periodo nasce anche il suo primo grande successo, Bar Sport, scritto durante il servizio militare.

Pubblicato nel 1976 da Mondadori, il libro diventa un vero e proprio cult, pietra miliare di un percorso inarrestabile di successi che includono Terra! (1983), Baol (1990), La Compagnia dei Celestini (1992), Elianto (1996), Il bar sotto il mare (1997), Saltatempo (2001), Achille piè veloce (2003) e Margherita Dolcevita (2005).

Le sue opere più celebri sono entrate nella storia della narrativa italiana, vendendo oltre 2,5 milioni di copie solo in Italia e traducendosi in venti lingue.

L’eredità e il lutto nella cultura italiana

La sua morte segna la fine di una voce inimitabile nella cultura italiana contemporanea. Il suo sarcasmo, capace di raccontare l’Italia con occhi nuovi e dissacranti, ha lasciato un’impronta indelebile.

E ora lo immaginiamo, frecciare veloce su una fiammante Ferrari in paradiso… chi ama Benni sa esattamente di cosa stiamo parlando.