A Mosca aggredito un giornalista apertamente gay

Pavel Lobkov, ex presentatore del canale televisivo indipendente russo Dozhd, è stato aggredito ieri, in pieno centro a Mosca, in un attacco presumibilmente a sfondo omofobo. Lobkov ha pubblicato su Facebook le immagini delle sue ferite, mostrando naso e mano insanguinati.

L’incidente arriva un mese dopo che la Corte suprema russa ha etichettato il “movimento internazionale Lgbt” come estremista.Lobkov ha dichiarato di essere stato avvicinato da un gruppo di uomini che lo hanno insultato per la sua omosessualità. I suoi aggressori lo hanno poi picchiato e gli hanno rubato il telefono cellulare. Lobkov è stato portato in ospedale, dove è stato curato per le ferite riportate.

L’aggressione a Lobkov ha suscitato indignazione in Russia e all’estero. La Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, ha condannato l’attacco, definendolo “un attacco all’espressione e alla libertà di associazione”.

L’Unione europea ha esortato le autorità russe a “investigare l’incidente con la massima attenzione e a garantire che i responsabili siano assicurati alla giustizia”. L’aggressione a Lobkov è un altro segno della crescente ostilità nei confronti delle persone Lgbt in Russia. Nel 2022, la Corte suprema russa ha vietato la propaganda Lgbt tra i minori. La legge è stata criticata da gruppi per i diritti umani, che la considerano una violazione dei diritti umani.