Babbo Natale e il segreto del Natale: origini, leggende e tradizioni

Dai riti del solstizio d’inverno a San Nicola, fino alle tradizioni natalizie europee che ancora oggi incantano i bambini.

Babbo Natale

Il Natale, soprattutto nell’immaginario dei bambini, è un tempo sospeso fatto di attese, luci soffuse e racconti sussurrati. Ma quella magia non svanisce del tutto con l’età: sopravvive nei ricordi delle notti di dicembre, nelle famiglie riunite, nel crepitio del fuoco e nella figura misteriosa che arriva quando tutti dormono.

Babbo Natale è diventato il simbolo universale di questo incanto. Ma la sua storia affonda le radici molto più lontano di quanto si possa immaginare.

Prima del Natale: il solstizio d’inverno e la rinascita della luce

Prima che il Natale assumesse il significato cristiano attuale, il 25 dicembre era legato al solstizio d’inverno, il giorno più breve dell’anno. Un momento carico di simbolismo: la natura sembra fermarsi, ma proprio da quel buio inizia lentamente il ritorno della luce.

Per Celti, Germani e popoli scandinavi il solstizio era una festa di rinascita. Si celebrava con falò, danze, banchetti e decorazioni realizzate con piante sempreverdi come vischio, agrifoglio e abete, simboli di vita e rigenerazione nel cuore dell’inverno. Non è un caso se proprio gli alberi sempreverdi diventeranno, secoli dopo, protagonisti del Natale moderno.

Yule, Alban Arthan e le figure misteriose dell’inverno

Nel Nord Europa il solstizio prendeva nomi diversi: Yule per i Germani, Alban Arthan per i Celti, la “luce di Artù”. Erano feste sospese tra gioia e mistero, in cui si credeva che spiriti antichi e divinità attraversassero la notte più lunga dell’anno.

Tra queste figure compaiono cavalcate selvagge, esseri barbuti avvolti in mantelli pesanti, custodi dell’inverno e del passaggio tra buio e luce. Immagini lontane ma sorprendentemente affini a quella che, molto più tardi, diventerà Babbo Natale.

I Saturnali romani e il culto del Sole Invitto

Anche nell’antica Roma il solstizio aveva un ruolo centrale. I Saturnali celebravano il ritorno della luce e il potere del sole, culminando nel culto del Sol Invictus. Erano giorni di festa, scambi di doni e sospensione delle regole sociali: un clima che ricorda, per certi aspetti, lo spirito natalizio odierno.

San Nicola: l’uomo dietro la leggenda

Alla base della figura di Babbo Natale c’è una persona reale: San Nicola, vescovo di Myra, nell’attuale Turchia, vissuto nel IV secolo. Le cronache lo descrivono come un uomo generoso e protettore dei più deboli, in particolare donne e bambini.

Una delle leggende più note racconta di come salvò tre giovani donne dalla miseria, lasciando per tre notti consecutive sacchi d’oro nella loro casa, facendoli scivolare da una finestra. Dal VII secolo il suo culto si diffuse rapidamente in Europa, soprattutto tra i marinai bizantini. In Italia è ancora oggi molto sentito a Bari e Venezia, custodi delle sue reliquie.

Dall’Europa all’America: nasce Santa Claus

Con le migrazioni europee, la figura di San Nicola arrivò anche negli Stati Uniti. Furono gli Olandesi, che lo chiamavano Sinterklaas, a portarne il culto nel Nuovo Mondo.

Nel 1821 apparvero le prime raffigurazioni di “Old Santeclaus” in un libretto per bambini, dove compariva già la slitta e la consegna dei doni attraverso il camino. Poco dopo, nel 1823, il celebre poema A Visit from St. Nicholas di Clement C. Moore fissò elementi destinati a diventare iconici: le renne, il viaggio notturno, il carattere gioioso e bonario.

L’immagine moderna di Babbo Natale

Tra Ottocento e Novecento l’aspetto di Babbo Natale si trasformò definitivamente. L’illustratore Thomas Nast, sulle pagine dell’“Harper’s Weekly”, lo raffigurò sempre più corpulento, rassicurante e vestito di rosso. Successivamente, Norman Rockwell contribuì a renderlo una figura familiare e affettuosa nell’immaginario americano.

Il punto di svolta arrivò nel 1931 con la celebre campagna pubblicitaria della Coca-Cola, illustrata da Haddon H. Sundblom: guance rosse, barba bianca, sorriso caloroso e un’energia contagiosa. Da allora, quella è l’immagine di Babbo Natale conosciuta in tutto il mondo.

Non solo Babbo Natale: chi porta i doni in Europa

Babbo Natale non è l’unico protagonista delle feste. In molte regioni europee resistono tradizioni antichissime.

Santa Lucia

La notte tra il 12 e il 13 dicembre è dedicata a Santa Lucia, molto amata dai bambini in Italia e nei Paesi nordici. La Santa porta dolci e piccoli doni, ma solo se trova i bambini addormentati. In cambio, le vengono lasciati biscotti e un bicchiere di vino dolce, mentre il suo asinello riceve paglia o carote.

San Nicola

Tra il 5 e il 6 dicembre, in molte zone del Nord Europa, è San Nicola a portare dolci e regali, spesso lasciati nelle calze appese davanti al camino. Una tradizione che precede di secoli quella di Babbo Natale e che ha contribuito direttamente alla sua nascita.

Un gesto di gratitudine che scalda il Natale

Portare doni in una sola notte è un’impresa faticosa. Per questo, in molte culture, i bambini lasciano a Babbo Natale un piatto di biscotti e un bicchiere di latte. In alcune regioni italiane, come Veneto e Friuli, la tradizione prevede pane, vino o biada per l’animale che accompagna il Santo.

Piccoli gesti di riconoscenza che raccontano il vero cuore del Natale: condividere, prendersi cura e portare gioia.