Quella che doveva essere una semplice esperienza da reginetta di bellezza si è trasformata in poche ore in un caso mediatico e politico di risonanza internazionale. Sarah Dzafce, 22 anni, eletta Miss Suomi lo scorso settembre, è stata privata del titolo ed esclusa dal concorso di Miss Universo dopo la pubblicazione di un contenuto giudicato razzista.
Nel video e nella foto incriminati, diffusi sui social, la giovane tirava gli occhi con le dita simulando la forma “a mandorla”, accompagnando l’immagine con una didascalia che faceva riferimento al “mangiare cinese”. Il contenuto ha rapidamente fatto il giro del web, suscitando indignazione soprattutto in Asia orientale.
Caso mediatico: le reazioni dall’Asia e la risposta dell’organizzazione
Le proteste più forti sono arrivate da Cina, Giappone e Corea del Sud, dove media e utenti hanno definito il gesto offensivo e discriminatorio. La pressione internazionale ha spinto anche alcune aziende finlandesi a prendere le distanze dalla vicenda: tra queste Finnair, la compagnia di bandiera, che ha segnalato ricadute negative sulla propria immagine.
Di fronte al clamore, l’organizzazione di Miss Suomi è intervenuta rapidamente. La direttrice Sunneva Sjögren ha annunciato la revoca immediata del titolo a Dzafce, assegnando la corona alla seconda classificata, Tara Lethoten. Contestualmente sono arrivate le scuse ufficiali e la promessa di rafforzare la formazione delle candidate su temi culturali e sociali.
Le giustificazioni e le scuse di Sarah Dzafce
In un primo momento, Dzafce ha tentato di ridimensionare l’accaduto, sostenendo che il gesto fosse legato a un mal di testa e che la pubblicazione fosse avvenuta senza il suo consenso. Successivamente ha diffuso un messaggio di scuse pubbliche, dichiarando di non aver mai avuto l’intenzione di offendere e ribadendo l’importanza del rispetto reciproco.
Le scuse, tuttavia, non sono bastate a fermare la bufera. L’ex Miss Finlandia ha raccontato di aver ricevuto centinaia di messaggi, alcuni dei quali contenenti minacce, mentre veniva rimpatriata in tutta fretta dalla Thailandia, dove era in corso Miss Universo.
L’intervento del premier e lo scontro nella maggioranza: un caso politico
La vicenda ha presto superato i confini dello spettacolo per approdare alla politica. Il primo ministro finlandese Petteri Orpo ha condannato pubblicamente il gesto, definendolo «scriteriato e stupido» e ribadendo che razzismo e discriminazione non trovano spazio nella società finlandese.
Una presa di posizione che ha però innescato tensioni all’interno della maggioranza di governo. Alcuni esponenti del partito dei Veri Finlandesi, formazione populista di destra e alleata dell’esecutivo, hanno reagito schierandosi apertamente a favore della ragazza.
La destra radicale e la solidarietà provocatoria
Due deputati del partito, Juho Eerola e Kaisa Garedew, hanno pubblicato sui social immagini in cui imitano il gesto contestato, dichiarando solidarietà a Dzafce. Eerola ha persino cambiato la propria immagine profilo con la scritta “Je suis Sarah”, richiamando simbolicamente il caso Charlie Hebdo.
Joakim Vigelius, vicepresidente del partito, ha parlato di una “campagna di odio” alimentata da presunti “guardiani della morale”, accusati di voler limitare la libertà di espressione. Il premier Orpo ha preso le distanze anche da queste iniziative, definendole dannose per l’immagine del Paese.
Un precedente che riaccende il dibattito sul razzismo
Non è la prima volta che il tema del razzismo mette in difficoltà la coalizione guidata da Orpo. Negli ultimi mesi il governo aveva già dovuto affrontare polemiche legate a vecchie dichiarazioni e simpatie estremiste di alcuni membri dei Veri Finlandesi, arrivando persino a imporre corsi di formazione antirazzista a ministri e parlamentari.
Il caso Dzafce si inserisce dunque in un contesto politico già fragile, amplificando una frattura che va ben oltre il mondo dei concorsi di bellezza.
Politicamente corretto o reazione sproporzionata?
La vicenda solleva anche interrogativi più ampi. Dove finisce la satira o la leggerezza e dove inizia l’offesa? È legittimo punire duramente una smorfia e una didascalia infelice, o si sta assistendo a un’eccessiva radicalizzazione del politicamente corretto?
Negli anni Settanta e Ottanta, cinema e televisione facevano largo uso di caricature e stereotipi senza suscitare scandali simili. Oggi, invece, ogni gesto viene analizzato e giudicato in tempo reale da un tribunale globale dei social. Il caso di Miss Finlandia mostra quanto sia cambiato il confine tra libertà di espressione, responsabilità pubblica e sensibilità culturale.
