Colombia, protesta choc con bambole: allarme sugli abusi sui minori

Davanti alla Procura generale decine di bambole denunciano le violenze sui minori, mentre nel Paese crescono lavoro forzato, sfruttamento e abbandono per il crollo degli aiuti umanitari.

abusi minori

Una distesa di bambole e peluche è comparsa davanti alla Procura generale della Colombia. Un’installazione simbolica organizzata da SOS Villaggi dei Bambini per rendere visibili le “voci mute” dei piccoli che vivono abusi sessuali e violenze familiari.
Negli ultimi tre anni, secondo l’organizzazione, 175.000 minori sono entrati nel sistema di protezione a causa di aggressioni sessuali. Purtroppo solo una minima parte delle denunce si conclude con una condanna.

Abusi e violenza infantile: un’emergenza globale aggravata dalle crisi moderne

Abusi fisici, emotivi, sessuali e abbandono colpiscono ogni anno un miliardo di bambini nel mondo. Questi effetti durano fino all’età adulta, influenzando salute mentale, sviluppo sociale e rischio di dipendenze.
La crisi climatica, i conflitti armati e la crescita incontrollata degli ambienti digitali aumentano ulteriormente l’esposizione dei minori a nuove forme di pericolo.
La mancanza di dati completi complica la comprensione reale del fenomeno: molte violenze rimangono nascoste, non denunciate, soffocate dallo stigma.

Lavoro minorile in aumento: 850.000 bambini fuori dalla scuola

A questa crisi si sommano i dati allarmanti sul lavoro minorile in Colombia. Il governo stima che circa 850.000 bambini tra i 5 e i 17 anni lavorino invece di frequentare regolarmente la scuola.
Solo negli ultimi tre mesi sono stati individuati 5.000 casi, molti dei quali riguardano minori migranti provenienti dal Venezuela, spesso costretti a contribuire al reddito familiare in condizioni di estrema vulnerabilità.
La legge colombiana vieta l’impiego sotto i 15 anni e proibisce qualsiasi lavoro pericoloso ai minori, ma i controlli restano insufficienti. A livello globale, l’ILO parla di 152 milioni di bambini intrappolati nel lavoro forzato, un dato che negli ultimi anni non ha mostrato miglioramenti significativi.

La Guajira allo sbando: tagli agli aiuti, sfruttamento e abusi in crescita

La situazione più drammatica emerge nel più grande insediamento informale della Colombia, a La Guajira, dove oltre 9.000 persone — molti migranti e membri della comunità indigena Wayuu — vivevano grazie agli aiuti internazionali.
Con il taglio di quasi il 90% dei finanziamenti statunitensi, 25 delle 28 organizzazioni umanitarie presenti sono state costrette a lasciare l’area. Solo tre continuano a operare, mentre Save the Children ha dovuto ridurre drasticamente la propria presenza.

L’assenza di sostegno si riflette sulla vita quotidiana dei bambini: alcuni lavorano sotto il sole trasportando acqua, altri mendicano o raccolgono materiali riciclabili, altri ancora sono vittime di abusi sessuali e sfruttamento in cambio di cibo o soldi.
Leader locali denunciano anche casi di rapimenti, reclutamento per attività criminali e sospetti episodi legati al traffico di organi.

Un’emergenza che richiede fondi immediati

L’organizzazione Save the Children avverte che la situazione è ormai una “crisi dentro la crisi”. Nel 2024 circa 13 milioni di persone, tra cui più di 4 milioni di minori, necessitano di assistenza umanitaria in Colombia, ma solo il 14% del piano ONU ha finora ricevuto fondi.
Senza un ripristino dei finanziamenti, decine di migliaia di bambini rischiano di essere reclutati da gruppi armati, abbandonare la scuola o cadere vittime di violenza e sfruttamento.

Da oltre 40 anni Save the Children lavora nel Paese offrendo istruzione, supporto nutrizionale e assistenza sanitaria, ma oggi — senza risorse adeguate — migliaia di famiglie restano senza protezione.