Ecuador, Daniel Noboa e un nuovo complotto: “Regali avvelenati per uccidermi”

Il presidente ecuadoriano sostiene di essere sopravvissuto a un terzo tentativo di assassinio. Tra crisi politica, proteste e violenza crescente, il Paese si trova in una fase di forte instabilità.

Daniel Noboa

Il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, ha rivelato alla CNN di essere stato bersaglio di un altro complotto contro la sua vita. Secondo il suo racconto, alcuni doni – tra cui cioccolato e marmellata – sarebbero stati contaminati con “altissime concentrazioni” di tre sostanze tossiche, un mix che, a suo dire, non potrebbe trovarsi naturalmente in prodotti alimentari non manomessi.

Questo episodio arriva dopo settimane particolarmente tese, durante le quali Noboa ha denunciato altre aggressioni. Folle avrebbero assaltato il suo convoglio con pietre e proiettili fino al lancio di molotov e razzi artigianali.

Tra scetticismo e tensione politica

Nonostante la gravità delle affermazioni, non mancano dubbi. L’assenza di prove rese pubbliche ha portato diversi osservatori a considerare queste denunce un possibile tentativo di distogliere l’attenzione dal crescente malcontento sociale. Nelle ultime settimane il Paese è stato attraversato da proteste di massa contro la politica economica del governo, in particolare per l’eliminazione dei sussidi al gasolio.

Gli indici di approvazione di Noboa, un tempo tra i più alti della regione, si stanno erodendo rapidamente. Dall’81% registrato all’inizio del 2024 al circa 50% attuale.

Daniel Noboa: tra criminalità in aumento e scelte controverse

Eletto come “uomo forte” deciso a combattere il narcotraffico, Noboa ha puntato fin dall’inizio su misure di sicurezza dure. Tra queste l’uso estensivo dell’esercito nelle strade e nelle carceri. Tuttavia, la violenza non accenna a diminuire: omicidi in crescita, autobombe e rivolte carcerarie hanno segnato gli ultimi mesi.

Il presidente difende le sue scelte, sostenendo che la maggior parte delle vittime appartenga al mondo criminale e che la pressione dello Stato stia provocando scontri interni alle organizzazioni mafiose. Molti analisti, però, ritengono inefficace la strategia basata quasi esclusivamente sulla forza militare.

Crisi economica, fratture sociali e al centro Daniel Noboa

I recenti tagli ai sussidi sui carburanti hanno alimentato dure contestazioni, soprattutto tra le comunità indigene e rurali, tradizionalmente sensibili all’aumento dei costi di trasporto e produzione. Le manifestazioni hanno portato Noboa a dichiarare lo stato di emergenza in varie province, minacciando persino l’intervento dell’esercito per sgomberare i blocchi stradali.

Il malcontento riguarda anche altre decisioni del governo, come l’assorbimento dell’ente di controllo ambientale nel Ministero delle Miniere e i frequenti scontri con il potere giudiziario.

Scontro istituzionale e accuse di derive autoritarie

La tensione tra Noboa e la Corte Costituzionale è esplosa quando i giudici hanno bloccato alcune misure di sicurezza giudicate eccessive. La risposta del presidente è stata una marcia pubblica che prendeva di mira direttamente i magistrati, con manifesti accusatori esposti lungo il percorso.

Critici e analisti vedono in questi episodi segnali preoccupanti di un progressivo indebolimento delle istituzioni democratiche. L’irruzione ordinata da Noboa nell’ambasciata del Messico, nel 2024, rimane uno degli episodi più controversi e discussi della sua gestione.

Il referendum sulle basi straniere e il ruolo degli Stati Uniti

Il prossimo referendum costituzionale, che deciderà se autorizzare la presenza di basi militari straniere in Ecuador, rappresenta un ulteriore punto di divisione. Daniel Noboa appare convinto che il Paese lo sosterrà e ha già discusso apertamente della possibilità di ospitare strutture della Marina statunitense.

Parallelamente, il presidente ha intensificato il dialogo con Washington, elogiando pubblicamente la linea dura dell’amministrazione Trump contro il narcotraffico e confermando la richiesta di operazioni congiunte tra le forze di sicurezza dei due Paesi.

Un leader come Daniel Noboa che punta sull’immagine più che sui risultati?

Giovane, molto attivo sui social e abile nel costruire una narrativa da leader deciso, Noboa ha costruito la propria popolarità sull’immagine di rinnovamento e fermezza. Alcuni analisti osservano però come questa impostazione comunicativa non sia accompagnata da una strategia strutturata per affrontare le molteplici crisi che colpiscono il Paese.

Molti temono che, spinto dalla necessità di consolidare il consenso, il presidente possa continuare a testare i limiti delle istituzioni e ampliare i poteri dell’esecutivo.

Sicurezza e politica in un Ecuador sempre più diviso

Nel pieno di un’escalation di violenza e contestazioni, le denunce di Noboa sui presunti attentati – inclusi i doni avvelenati – aggiungono un ulteriore livello di tensione a un contesto già instabile. Qualunque sia l’esito del referendum e delle prossime mosse politiche, il Paese si trova davanti a scelte cruciali che potrebbero ridefinire il suo equilibrio democratico e la sua politica di sicurezza.