Il mondo dell’atletica amatoriale è sotto shock dopo la morte improvvisa dei maratoneti Anna Zilio, 39 anni, e Alberto Zordan, 48, entrambi tesserati per il Team Km Sport.
I due runner, compagni di squadra e amici, sono deceduti a meno di tre settimane l’uno dall’altra. Zilio è stata trovata senza vita nella sua abitazione di Verona il 13 ottobre, mentre Zordan è stato rinvenuto morto nella notte tra il 1° e il 2 novembre a Sovizzo, nel Vicentino.
Indagini aperte a Verona e Vicenza
Le procure di Verona e Vicenza hanno aperto due fascicoli distinti, disponendo le autopsie per accertare le cause dei decessi. Al momento non vi sono certezze. Le analisi tossicologiche e istologiche sono ancora in corso e nessuna ipotesi ufficiale è stata confermata.
Secondo quanto riportato dal Corriere del Veneto, gli inquirenti vogliono capire se possa esserci un legame tra i due casi, oppure se si tratti di tragiche coincidenze.
Un legame personale e sportivo
Oltre a condividere la passione per la corsa, i due maratoneti erano seguiti dallo stesso allenatore, Dario Meneghini, che si è detto «profondamente scosso» per quanto accaduto. Zordan, ex atleta di livello nazionale (terzo ai Campionati italiani Under 23 sui 1.500 metri), aveva avuto in passato una relazione sentimentale con Zilio, interrotta da poco.
Un intreccio umano che rende la vicenda ancora più dolorosa. Gli inquirenti però precisano che questo non ha al momento collegamenti diretti con le indagini.
Gli accertamenti medico-legali
Le autorità stanno valutando eventuali cause cardiache improvvise o fattori tossicologici, inclusa la possibilità di presenza di sostanze dopanti.
Il procuratore di Verona, Raffaele Tito, ha confermato che sono stati effettuati prelievi biologici e analisi approfondite, ma «al momento non esistono evidenze di sostanze illecite». Anche i certificati medici sportivi dei due maratoneti sono stati acquisiti per verifica.
Il ricordo e il dolore del Team Km Sport
Nel giorno dei funerali di Zordan, celebrati a Sovizzo, la comunità sportiva veronese si è stretta intorno al team.
«Anna e Alberto erano due persone sane, controllate, attente alla salute. Nessuno riesce a spiegarsi cosa sia successo», racconta Emanuele Marchi, titolare di Km Sport e datore di lavoro di Zilio.
Il 13 ottobre Marchi ha dato l’allarme, quando si è accorto che la 39enne non era andata al negozio dove lavorava.
In attesa di risposte
Resta dunque il mistero su due morti improvvise e inspiegabili che hanno colpito la stessa squadra sportiva a poche settimane di distanza.
Solo gli esiti ufficiali delle autopsie e delle analisi tossicologiche potranno chiarire cosa abbia realmente provocato la morte dei due runner, entrambi descritti come atleti esemplari, sani e appassionati.
