Il silenzio che uccide: chi era Gianluca Soncin, assassino di Pamela Genini

Dietro l’apparenza di un imprenditore riservato, si celava una personalità ossessiva e aggressiva. La 29enne Pamela Genini è stata colpita con 24 coltellate nel suo appartamento di Milano.

gianluca soncin

Non sempre il silenzio è segno di equilibrio. A volte, dietro un volto taciturno si celano rabbia e ossessioni. È ciò che sembra emergere dalla tragedia che ha sconvolto Milano, dove Pamela Genini, 29 anni, è stata uccisa con 24 coltellate da Gianluca Soncin, 52enne imprenditore originario di Biella ma residente a Cervia.
L’uomo, descritto dai vicini come “riservato e di poche parole”, avrebbe fatto irruzione in casa della ex compagna dopo essersi procurato una copia delle chiavi. Quando la giovane ha tentato di ingannarlo fingendo che alla porta ci fosse un fattorino di Glovo, lui ha reagito con furia cieca, colpendola più volte fino a toglierle la vita.

Gianluca Soncin: minacce e tensioni continue

La relazione tra i due, iniziata solo da pochi mesi, era segnata da un clima di paura. Pamela, secondo quanto raccontato ad amici e conoscenti, aveva confidato di subire continue minacce da parte di Soncin, che non accettava la fine del rapporto. In passato l’uomo avrebbe persino intimidito la giovane e la sua famiglia, oltre a rivolgere parole violente contro il suo cane.
Nonostante tutto, non risultano denunce formali: solo un intervento delle forze dell’ordine per una lite, mai sfociato in una querela.

Il profilo dell’assassino: Gianluca Soncin era già noto alla giustizia

Dietro la facciata di uomo d’affari benestante, Soncin nascondeva un passato giudiziario. Nel 2015 era finito al centro di un’inchiesta della Guardia di Finanza di Palermo per evasione fiscale e fatture false, all’interno di un presunto sistema di compravendita di auto di lusso tra Germania e Italia.
L’indagine ipotizzava un’evasione dell’IVA per oltre 6,5 milioni di euro, attraverso società fittizie e transazioni inesistenti. Anche se l’episodio sembrava archiviato nel tempo, oggi torna a delineare il ritratto di un uomo capace di mentire e manipolare, non solo in ambito economico ma anche personale.

Le accuse e le aggravanti contestate

L’imputazione della Procura di Milano, guidata dalla pm Alessia Menegazzo, è pesantissima: omicidio aggravato da premeditazione, crudeltà e futili motivi. A Soncin viene contestato anche il reato di stalking e l’aggravante di aver ucciso una persona con cui aveva una relazione affettiva.
La ricostruzione degli inquirenti parla di un gesto studiato: l’uomo avrebbe preparato tutto, procurandosi una copia delle chiavi e un coltello da cucina con cui ha inferto oltre venti fendenti alla giovane, colpita al torace, al dorso e alle mani, sotto gli occhi impotenti dei vicini che sentivano le urla.

Un dramma che riaccende il dibattito sulla violenza di genere

Il femminicidio di Pamela Genini è l’ennesima tragedia che riporta al centro il tema della violenza contro le donne. Una violenza che spesso cresce nel silenzio, tra relazioni apparentemente normali, e che esplode quando la vittima trova il coraggio di dire “basta”.
Un silenzio che, come nel caso di Soncin, non va scambiato per calma, ma per una maschera dietro cui può covare un pericolo mortale.