
Tragedia a Sesto San Giovanni, alle porte di Milano. Nella mattinata di mercoledì 8 ottobre, un uomo di 71 anni, Letterio Buonomo, si è tolto la vita lanciandosi dal balcone del suo appartamento al sesto piano di una palazzina in via Puricelli Guerra.
L’ex custode, ormai in pensione, viveva da solo e da tempo affrontava gravi problemi economici. Quando l’ufficiale giudiziario si è presentato per eseguire lo sfratto per morosità, l’anziano ha compiuto un gesto disperato e irreversibile.
Lo sfratto: l’ufficiale giudiziario e il gesto improvviso
Secondo la prima ricostruzione della polizia, il 71enne avrebbe aperto la porta all’ufficiale giudiziario, accompagnato dagli agenti e dal legale del proprietario, presenti per l’attuazione dello sfratto. Ma pochi istanti dopo si sarebbe diretto verso il balcone e si sarebbe lanciato nel vuoto.
Il gesto è stato fulmineo: nessuno ha avuto il tempo di intervenire. L’uomo è morto sul colpo.
In casa è stato trovato un biglietto d’addio, in cui avrebbe scritto poche parole: “Non ce la faccio più”. Un messaggio che racconta tutta la sofferenza e la disperazione di chi non vedeva più una via d’uscita.
Tra bollette impagabili e sogni infranti, lo sfratto non gli ha dato scampo
Buonomo, separato e senza familiari vicini, si trovava in una situazione di estrema difficoltà. La pensione minima non gli permetteva più di sostenere le spese quotidiane e il pagamento dell’affitto. Lo sfratto… una conseguenza inevitabile.
Nel quartiere era conosciuto come una persona riservata e gentile. I vicini raccontano di un uomo che, nonostante le difficoltà, cercava di mantenere la dignità e la routine di ogni giorno. Ma il peso delle preoccupazioni, unito alla paura di perdere la casa, lo ha portato a un punto di rottura.
L’inchiesta e il dolore del quartiere
Sul posto sono intervenuti gli agenti del commissariato di Sesto San Giovanni e la Polizia Scientifica, che hanno avviato gli accertamenti di rito.
La comunità locale è sotto choc. “Era una brava persona, non dava fastidio a nessuno”, raccontano i residenti. “Sapevamo che aveva problemi economici, ma non pensavamo potesse arrivare a tanto”.
L’episodio riaccende il dibattito sulle difficoltà dei pensionati italiani e sul peso crescente del carovita, che per molti si traduce in un’esistenza ai limiti della sopravvivenza.
Una tragedia che interpella tutti
Il suicidio di Letterio Buonomo è l’ennesimo segnale di una realtà sociale che spesso resta invisibile: quella di chi, dopo una vita di lavoro, si ritrova solo e senza risorse sufficienti per vivere con dignità.
Un dramma che spinge a riflettere sulla necessità di maggiori tutele sociali, di supporto psicologico e di interventi preventivi per chi si trova in situazioni di grave vulnerabilità economica.