
Il lunedì che doveva essere una giornata di studio e preghiera si è trasformato in incubo a Sidoarjo, Indonesia, nella provincia orientale di Giava. L’edificio della scuola islamica AlKhoziny, tra i più antichi della zona, è collassato mentre decine di studenti si trovavano in preghiera. Il cedimento improvviso ha intrappolato sotto le macerie molti ragazzi, scatenando il panico e la disperazione.
Le operazioni di salvataggio
Nei primi momenti, soccorritori e volontari si sono trovati davanti a scene strazianti: grida e richieste d’aiuto provenivano dall’ala crollata. Più di cento giovani e alcuni insegnanti sono stati estratti vivi, molti dei quali trasportati in ospedale in condizioni gravi. Per raggiungerli i soccorritori hanno lavorato a mani nude o con attrezzature leggere, evitando mezzi pesanti che avrebbero potuto provocare ulteriori crolli.
“Abbiamo portato ossigeno e acqua a chi era ancora intrappolato, cercando di mantenerli in vita”, ha spiegato il responsabile delle operazioni, che ha confermato di aver visto diversi corpi senza vita sotto i detriti.
La sospensione delle ricerche
Le operazioni sono state più volte interrotte per il rischio di nuovi cedimenti. Tremori e spostamenti della struttura instabile hanno costretto i soccorritori a evacuare momentaneamente l’area, mentre decine di famiglie assistevano con il fiato sospeso. L’Agenzia nazionale per la gestione dei disastri ha infine comunicato che, nonostante l’impiego di droni termici e altre tecnologie, non è stato rilevato alcun segno di vita tra le macerie.
Chi sono i “santri”
Gli studenti delle scuole islamiche in Indonesia, noti come santri, non solo seguono corsi scolastici regolari ma ricevono anche istruzione religiosa. Per questo motivo vivono all’interno dei dormitori degli istituti, tornando dalle famiglie solo durante le vacanze. La scuola AlKhoziny, fondata negli anni Venti del secolo scorso, è considerata una delle istituzioni più storiche della regione.
Le possibili cause del crollo
Le prime indagini hanno rivelato che la struttura, ormai datata, non avrebbe retto il peso dei lavori di ampliamento. Nei giorni precedenti erano infatti in corso interventi per l’aggiunta di due piani all’edificio, ma le fondamenta originali, risalenti a un secolo fa, non erano progettate per sostenere nuove colate di cemento.
Una comunità sconvolta
Il disastro ha colpito non solo le famiglie delle vittime, ma l’intera comunità locale, che considerava la scuola un punto di riferimento educativo e religioso. Mentre il numero ufficiale delle vittime resta incerto, cresce la consapevolezza che la speranza di rivedere vivi i 59 dispersi sia ormai svanita.