
Un evento che segna la storia delle protesi e la rinascita di Danielle Green. La scena si è svolta a Las Vegas, durante il Call of Duty Endowment Bowl VI, un evento che unisce competizione videoludica e beneficenza. Proprio lì è stato presentato per la prima volta al mondo l’Hero Arm RGD, un braccio bionico che promette di cambiare radicalmente la vita delle persone amputate.
La protagonista di questo debutto è Danielle Green, una veterana statunitense che vent’anni fa, durante una missione militare a Baghdad, perse il braccio sinistro a causa di una granata a razzo. Per lei, l’arrivo di questa nuova protesi non è solo un miglioramento tecnologico, ma un vero e proprio simbolo di riscatto e speranza.
L’Hero RGD è il risultato di un progetto ambizioso condotto da Open Bionics, azienda britannica di robotica, con il supporto della fondazione Call of Duty Endowment, organizzazione no-profit che aiuta i veterani a reinserirsi nella società civile con impieghi di alto livello. La combinazione tra il mondo della tecnologia medica e quello dei videogiochi ha dato vita a una delle innovazioni più sorprendenti degli ultimi anni.
L’Hero RGD: il braccio bionico più resistente mai sviluppato
Ciò che rende l’Hero RGD unico è la sua fusione tra design ispirato al gaming e ingegneria avanzata. Non si tratta di una semplice protesi estetica, ma di un dispositivo pensato per offrire massima resistenza e funzionalità nella vita quotidiana.
Alcune delle caratteristiche principali includono:
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Struttura rinforzata con titanio e nylon PA12, materiali di livello militare che garantiscono resistenza estrema.
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Capacità di sollevare fino a 35 chilogrammi, un risultato impressionante che lo rende il braccio bionico più potente al mondo.
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Resistenza a urti, sollecitazioni e condizioni ambientali difficili, compresa l’esposizione all’acqua.
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Motori brushless e dita a molla che permettono movimenti rapidi e sicuri.
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Velocità di chiusura di appena 0,4 secondi, che rende la presa estremamente naturale e, secondo Open Bionics, la più veloce mai raggiunta da una mano multi-grip bionica.
Il design, inoltre, non è casuale: l’Hero Arm RGD trae ispirazione dall’universo del videogioco Call of Duty: Black Ops 7, unendo estetica futuristica e praticità. Questo dettaglio non solo lo rende accattivante, ma avvicina il dispositivo a un immaginario di forza, resilienza e determinazione.
La voce di Danielle Green: “Ora mi sento di nuovo intera”
Danielle Green non ha mai dimenticato quel 25 maggio 2004. In quel giorno, durante un’operazione a Baghdad, una granata le esplose vicino, portandole via il braccio sinistro all’altezza del gomito. La sua carriera militare finì improvvisamente, e con essa la quotidianità semplice di gesti che per molti sono scontati.
Dopo anni di adattamenti e difficoltà, oggi racconta un’esperienza completamente diversa:
“Amo il mio braccio bionico. Mi dà equilibrio, mi fa sentire completa. Indossarlo in pubblico significa dimostrare alle bambine che hanno perso un arto che non sono sole. Possono vedermi e capire che c’è un futuro pieno di possibilità.”
Green racconta che anche le attività domestiche sono state rivoluzionate: cucinare, tenere una pentola ferma o affettare verdure non è più un problema. Prima doveva arrangiarsi con stratagemmi scomodi, come bloccare gli utensili contro lo stomaco. Ora può contare su una presa forte e naturale, riducendo anche lo stress sulla mano rimasta.
Oltre al lato pratico, però, c’è un messaggio più ampio. “Nell’esercito non lasciamo indietro nessuno. Questo progetto non riguarda solo me: è un modo per dare speranza a centinaia di migliaia di veterani che cercano un nuovo scopo nella vita.”
Quattro anni di ricerca per una rivoluzione
Lo sviluppo dell’Hero RGD è stato lungo e complesso. Open Bionics, con sede a Bristol (Regno Unito), ha investito più di quattro anni di lavoro e circa 2 milioni di sterline nel progetto. Durante il processo, l’azienda ha raccolto il feedback di oltre 1.000 amputati, in modo da realizzare una protesi che rispondesse non solo a esigenze mediche, ma anche a bisogni pratici e psicologici.
Il risultato è un dispositivo che combina resistenza, rapidità e adattabilità, offrendo agli amputati non solo un arto artificiale, ma un vero strumento di indipendenza.
Tecnologia, inclusione e futuro
La presentazione dell’Hero Arm RGD non rappresenta soltanto un passo avanti nel settore delle protesi bioniche, ma anche un segno di come tecnologia, solidarietà e cultura possano convergere in un obiettivo comune.
Open Bionics ha dimostrato che l’innovazione può andare oltre l’aspetto tecnico, diventando un veicolo di cambiamento sociale. Call of Duty Endowment, dal canto suo, continua a sostenere concretamente i veterani, dimostrando che anche il mondo del gaming può avere un impatto positivo nella realtà.
Per Danielle Green, l’Hero Arm RGD è un ritorno alla normalità e una nuova possibilità di ispirare altri a non arrendersi. Per la comunità scientifica e sociale, è la prova che il futuro delle protesi bioniche è già qui.