
Le dichiarazioni di Stefano Bandecchi, sindaco di Terni, non sono una semplice gaffe: sono uno schiaffo alla realtà e alla dignità umana. Dire frasi come “20.000 bambini non sono mai morti” o “ventimila non sono mai esistiti, gli altri sono soldati di Hamas” significa negare l’evidenza, insultare il dolore di un popolo e disumanizzare delle vittime innocenti.
I numeri non sono propaganda
I numeri delle guerre sono sempre difficili da certificare al millesimo, ma le stime delle organizzazioni internazionali parlano chiaro: dal 7 ottobre 2023 ad oggi, a Gaza sono morte decine di migliaia di persone, fra cui almeno 20.000 bambini. Possiamo discutere sui dettagli, ma non si possono cancellare i morti con un post o con una frase ad effetto. I bambini uccisi non sono propaganda, sono vite spezzate.
Un sindaco, che rappresenta un’intera città, ha il dovere di parlare con responsabilità. Negare la morte dei bambini non è libertà di opinione, è una caduta morale gravissima. È un insulto non solo ai palestinesi che hanno perso i propri figli, ma anche alla stessa comunità ternana, fatta di cittadini che sanno distinguere tra verità e menzogna, tra umanità e cinismo.
Dalla menzogna all’odio
Le parole di Bandecchi non sono neutrali, sono un atto pubblico che contribuisce a diffondere menzogne e odio. Chi si schiera con Israele ha tutto il diritto di farlo, ma non negando le vittime dell’altra parte. Farlo significa piegare la realtà all’ideologia, calpestando la memoria dei più indifesi.
Alcuni parlamentari hanno chiesto alla premier Meloni di prendere posizione. Ed è giusto, perché un governo che tollera simili dichiarazioni di un proprio alleato rischia di diventare complice di un imbarbarimento politico che cancella i fatti e normalizza l’odio.
Una città tradita
Terni merita un sindaco capace di rispetto e serietà, non un uomo che usa i social per provocare negando le tragedie. Offendere la verità e il dolore delle famiglie colpite non è politica: è vigliaccheria.
Di fronte a queste parole serve una reazione forte: condanna pubblica, difesa della verità e solidarietà con tutte le vittime innocenti, senza distinzione. Perché i numeri non sono propaganda: sono persone, sono bambini, e cancellarli è ucciderli una seconda volta.