Asportato tumore ovarico di 15 chili e 50 centimetri con successo

La paziente, della provincia di Taranto, è stata sottoposta a un’operazione complessa che ha visto il coinvolgimento di più unità specialistiche. Dimessa dopo pochi giorni, senza complicazioni.

tumore ovarico

Un tumore ovarico dal peso di circa 15 chili e dalle dimensioni impressionanti, oltre 50 centimetri, è stato rimosso con successo da una donna residente nella provincia di Taranto. L’intervento si è svolto presso la Casa di cura Bernardini, dove un’équipe multidisciplinare ha operato la paziente, restituendole la possibilità di tornare a una vita normale.

La massa era stata diagnosticata solo pochi mesi fa, durante l’estate, quando non superava ancora i 30 centimetri. Nel giro di poco tempo, però, il tumore ha registrato una crescita accelerata. L’aumento di volume arrivava a comprimere gli organi vitali e causare gravi difficoltà respiratorie, oltre a un alto rischio di occlusione intestinale.

Stadiazione clinica e preparazione all’intervento

Prima di procedere all’operazione, i medici hanno seguito scrupolosamente il protocollo di stadiazione clinico-strumentale. Una procedura indispensabile per valutare la gravità della patologia e la presenza di eventuali metastasi. Nel caso della paziente, fortunatamente, non ne sono state riscontrate.

Attraverso esami approfonditi e l’integrazione di dati clinici, i medici hanno potuto programmare un approccio chirurgico mirato. Alcuni tipi di tumore ovarico, infatti, pur raggiungendo volumi molto elevati, non si diffondono precocemente. Questo rende possibile una resezione completa e aumentando le possibilità di guarigione.

Il ruolo determinante del team multidisciplinare

L’operazione ha richiesto la stretta collaborazione tra l’unità di Ginecologia, quella di Chirurgia generale e il reparto di Anestesiologia, con il supporto costante del personale infermieristico. La dimensione eccezionale della massa ha reso fondamentale la competenza degli specialisti in chirurgia ginecologica oncologica. Un team professionale chiamato a prevenire complicanze e a preservare gli organi circostanti.

Grazie anche al buono stato di salute della donna e all’assenza di patologie gravi, il recupero postoperatorio è stato rapido. Dopo pochi giorni di degenza, la paziente ha potuto fare ritorno a casa senza conseguenze negative.

Tumore ovarico: una neoplasia aggressiva

Secondo il ginecologo Vito Carone, “il tumore dell’ovaio rappresenta circa il 3% di tutte le neoplasie femminili ed è considerato il più aggressivo tra quelli ginecologici”. L’incidenza maggiore si registra nella fascia d’età compresa tra i 50 e i 70 anni, ma la malattia può colpire anche donne più giovani.

Carone ha sottolineato l’importanza dei controlli periodici, soprattutto in presenza di familiarità. Ha spiegato che la diagnosi precoce e l’approccio multidisciplinare sono elementi chiave per migliorare la prognosi. “Questo caso – ha dichiarato – dimostra quanto la sinergia tra specialisti e una diagnosi tempestiva possano fare la differenza”.