
Quello che doveva essere un semplice pomeriggio di calcio giovanile si è trasformato in una scena di pura follia. Domenica 31 agosto, sul campo di Collegno, alle porte di Torino, un torneo Under 14 tra Csf Carmagnola e Volpiano Pianese si è concluso nel peggiore dei modi. Al termine della gara, vinta 1-0 dal Carmagnola, un padre è sceso in campo e ha aggredito violentemente il portiere avversario, un ragazzo di soli 13 anni.
L’aggressione al giovane portiere
Dopo alcuni sfottò e un breve parapiglia tra i calciatori, il genitore, 40 anni, ha scavalcato la recinzione ed è corso verso il portiere del Volpiano. Prima lo ha colpito con un pugno al volto, poi lo ha atterrato continuando a infierire con calci e colpi anche mentre il ragazzino era a terra, incapace di difendersi.
Alcuni dirigenti e allenatori delle due squadre sono intervenuti per fermarlo: uno di loro è rimasto ferito nel tentativo di bloccare l’uomo. Il portiere, sotto choc e dolorante, è stato trasportato in ambulanza all’ospedale Martini di Torino, dove i medici hanno diagnosticato la frattura del malleolo e altri traumi.
La testimonianza dell’allenatore del Volpiano Pianese
Andrea Mirasola, tecnico degli Under 14 del Volpiano, non ha nascosto lo sconcerto:
«I fatti sono chiari e brutali: un adulto ha aggredito un bambino. La partita era accesa, ma si trattava di discussioni tra ragazzi che avremmo placato in pochi minuti. Poi quell’uomo si è scagliato contro il nostro portiere e tutto è degenerato».
Il mister ha descritto la paura e lo shock provato da squadra e staff: «Abbiamo visto il nostro portiere portato via in ambulanza. I genitori dei nostri ragazzi sono stati esemplari, non hanno alimentato la tensione. Ora mi aspetto che la giustizia faccia il suo corso e che episodi simili non si ripetano più su un campo da calcio».
Le scuse e la condanna del Carmagnola
La reazione della società avversaria è stata immediata. Vincenzo Magno, allenatore del Carmagnola, ha espresso dispiacere e condanna per il gesto:
«Sono mortificato, prenderemo provvedimenti seri. Nel calcio si vince o si perde, ma a fine partita ci si stringe la mano. Quel padre ha rovinato una partita corretta e ben giocata dai ragazzi».
Secondo la ricostruzione di Magno, la scintilla era partita da un piccolo diverbio tra i due portieri durante i festeggiamenti, subito sedato. «Il problema non sono stati i ragazzi, ma l’invasione di campo di quell’adulto», ha precisato.
Le parole di chi ha assistito
A confermare la dinamica anche Marco Pacifico, dirigente del Paradiso Collegno, società ospitante:
«Il finale della partita era tranquillo, non c’erano i presupposti per un gesto del genere. Tutto è degenerato con l’ingresso del padre, che ha iniziato a tirare pugni. Per fortuna nessun altro genitore ha reagito, altrimenti sarebbe stato ancora peggio».
Indagini e riflessioni
I carabinieri stanno raccogliendo testimonianze per chiarire nel dettaglio la dinamica e le responsabilità. Ma resta una ferita profonda per il mondo del calcio giovanile. Un episodio che solleva interrogativi inquietanti: come si può arrivare a un simile livello di violenza in un contesto che dovrebbe trasmettere valori di rispetto e crescita sportiva?