
Negli ultimi mesi, un trend virale ha preso piede sulle piattaforme social, in particolare su TikTok: la “Sunburn Challenge”, una sfida in cui gli utenti mostrano con orgoglio i segni evidenti di scottature solari. Non più semplici segni del costume, ma vere e proprie ustioni, trasformate in trofeo da esibire online.
L’hashtag #sunburnttanlines ha superato i 200 milioni di visualizzazioni in tutto il mondo, spinto soprattutto da influencer e giovanissimi pronti a restare ore sotto il sole cocente per ottenere un’abbronzatura estrema.
Sunburn Challenge: dalla storia alla tendenza estrema
Un secolo fa, la pelle scura per effetto del sole era associata alle classi lavoratrici, mentre l’incarnato pallido rappresentava un segno di prestigio. Oggi la tintarella è invece considerata un simbolo di bellezza e vacanza, tanto da spingere molti a comportamenti rischiosi pur di ottenere il colore “perfetto”. Con l’avvento dei social, questa ossessione si è trasformata in una gara di visibilità. Influencer, personaggi dello star system e giovanissimi, disposti a rimanere lunghe ore sotto il sole rovente. Tutto pur di sfoggiare la cosiddetta «abbronzatura selvaggia» di gran moda in questa calda estate 2025. Fino a scottarsi, letteralmente. Sì, perché ogni social «wave» (ondata social) genera la sua «challenge» (sfida), e quella del momento la “Sunburn Challenge” è mostrare non tanto il segno del costume – ormai roba da pivelli – ma i segni di vere e proprie ustioni della pelle.
L’allarme di Codacons: Sunburn Challenge «Emergenza di salute pubblica»
Il Codacons è stato tra i primi in Italia a denunciare il fenomeno, definendolo un pericolo concreto per la salute. L’associazione ha segnalato al Ministero della Salute la proliferazione di video in cui ragazzi mostrano ustioni gravi, alimentando una sfida che incentiva l’esposizione eccessiva ai raggi UV.
Secondo il Codacons, non si può lasciare la gestione del problema esclusivamente alle piattaforme social.
«Si tratta di un’emergenza di salute pubblica, aggravata dalla vulnerabilità dei più giovani».
Il Ministero della Salute prepara un piano di contrasto
Con una nota firmata dal direttore generale Alessio Nardini, il Ministero ha confermato l’avvio di misure mirate: campagne informative, coinvolgimento di esperti dermatologi e, se necessario, collaborazione con le piattaforme social per limitare la diffusione dei contenuti pericolosi.
Nardini ha ricordato che «l’esposizione incontrollata ai raggi solari è un fattore di rischio scientificamente accertato per patologie gravi, incluso il melanoma».
Possibile intervento delle autorità
Il Ministero sta valutando di coinvolgere Agcom, Polizia Postale e NAS qualora vengano individuati contenuti che possano configurare reati o mettere in pericolo la salute dei minori. L’obiettivo è agire su più fronti, combinando prevenzione, informazione e controllo, per frenare una moda che sta letteralmente “bruciando” la pelle degli utenti più giovani.