
Nel panorama in continua espansione della medicina estetica, cresce anche l’ombra delle pratiche illegali. Accade a Legnano, alle porte di Milano. Un appartamento è stato trasformato in un centro estetico abusivo. Dietro una facciata apparentemente professionale si nascondeva una realtà inquietante. Trattamenti estetici eseguiti da una donna priva di qualsiasi abilitazione sanitaria.
Il caso è esploso quando una cliente ha denunciato un gravissimo danno subito dopo un’iniezione di acido ialuronico. Parte del naso, precisamente la punta, è andata in necrosi. Una condizione in cui i tessuti muoiono per mancanza di apporto sanguigno. Un danno permanente, conseguenza diretta di un trattamento non solo eseguito in modo improprio, ma anche con materiali di dubbia origine.
Scoperta shock in un appartamento di Legnano: tra aghi, botulino e frigoriferi domestici
Dopo la querela sporta dalla vittima, gli inquirenti hanno eseguito una perquisizione nell’abitazione della sedicente estetista. Facendo partire indagini specifiche dai carabinieri del NAS (Nucleo Antisofisticazioni e Sanità) di Milano e dalla Guardia di Finanza, sotto il coordinamento della PM Nadia Alessandra Calcaterra. Ciò che è emerso ha confermato i sospetti.
All’interno del locale a Legnano, riconvertito in una sorta di ambulatorio improvvisato, sono stati rinvenuti numerosi materiali sanitari. Tra questi siringhe già caricate con acido ialuronico, flaconcini di botulino, farmaci antagonisti (usati in caso di effetti avversi). Anche dispositivi medici non autorizzati in Italia, alcuni dei quali destinati alla rimozione di neoplasie. Un quadro gravissimo, aggravato dalle condizioni in cui venivano conservati questi prodotti. Si tratta di un frigorifero da cucina pieno di cibo e bibite, accanto a sostanze iniettabili da utilizzare su pazienti umani.
Esercizio abusivo della professione: cosa prevede la legge
La donna, priva di laurea in medicina e non iscritta ad alcun albo professionale, è stata denunciata per esercizio abusivo della professione medica, secondo quanto previsto dall’articolo 348 del Codice Penale. La normativa punisce chiunque svolga atti propri della professione sanitaria senza averne titolo. Le pene includono la reclusione da sei mesi a tre anni e multe comprese tra 10.000 e 50.000 euro.
Truffe via social e marketing ingannevole
Un ulteriore elemento che ha aggravato il quadro accusatorio è stato il ritrovamento di prove della promozione dei servizi via social media. La donna pubblicizzava le sue prestazioni su Instagram e Facebook, proponendo trattamenti anti-age, filler, acido ialuronico e botulino. Tutti interventi che, secondo la legge italiana, possono essere effettuati solo da personale medico abilitato. L’uso dei social ha contribuito a dare una falsa percezione di legittimità, attirando clienti ignari.
Centro estico di Legnano: lavoro nero e assistenti non qualificati
Durante le verifiche, è emerso anche che all’interno del centro operava una seconda persona. Si presume una dipendente priva di regolare contratto di lavoro. Il suo ruolo all’interno della struttura rimane da chiarire, ma si ipotizza che assistesse nei trattamenti o nella preparazione dei materiali. Cosa che aggrava ulteriormente le responsabilità della titolare.
Il rischio dietro la bellezza a basso costo
Nel 2025 (così come già da anni) dovrebbe essere impensabile che qualcuno possa improvvisarsi medico, somministrare trattamenti invasivi come filler o botulino, e mettere a rischio la salute delle persone. Eppure accade ancora, e con frequenza crescente. Le autorità competenti (ASL, NAS, Guardia di Finanza, Ordini professionali) intervengono quasi sempre su segnalazione o dopo un danno già fatto. In pratica, agiscono a posteriori, quando qualcuno denuncia o si fa male. Non esiste un sistema centralizzato, proattivo e digitale. Un sistema che mappa e monitora attivamente tutte le attività estetiche sul territorio. A maggior ragione quelle “mimetizzate” in appartamenti privati.
Questo caso è solo l’ultimo di una lunga serie che testimonia un trend allarmante. Sempre più persone si affidano a falsi professionisti per motivi economici o per mancanza di informazione. I rischi però sono altissimi. Non si tratta solo di risultati estetici deludenti, ma di vere e proprie minacce per la salute.
I social come vetrina senza filtri
Instagram e TikTok permettono a chiunque di promuovere trattamenti medici o estetici senza alcun filtro o verifica. Gli algoritmi spingono contenuti virali, non contenuti legittimi. Quindi una sedicente estetista può diventare popolare, attirare clienti, e passare inosservata alle autorità finché qualcosa non va storto. C’è un vuoto normativo tra medicina estetica e estetica di base. Alcuni trattamenti rientrano in una zona grigia, dove non è subito chiaro se serva un medico oppure no.
L’invito delle autorità è chiaro: verificare sempre l’abilitazione del professionista, accertarsi che i trattamenti vengano svolti in ambienti medici certificati e diffidare da offerte troppo vantaggiose.