Alec Luhn trovato vivo dopo cinque giorni di ricerche nei ghiacci di Norvegia

L’escursionismo solitario può rivelarsi un’esperienza profonda ma pericolosa: il giornalista ambientale Alec Luhn sopravvive miracolosamente dopo una caduta in un parco nazionale norvegese

Alec Luhn

Alec Luhn, giornalista statunitense noto a livello internazionale per i suoi reportage ambientali, è stato ritrovato vivo dopo essere rimasto disperso per cinque giorni nel cuore del parco nazionale Folgefonna, in Norvegia. Il 38enne si era avventurato da solo tra i ghiacci e i sentieri impervi di questa zona remota, senza fare più ritorno.

La sua scomparsa era stata segnalata lunedì dalla moglie, Veronika Silchenko, preoccupata dal mancato rientro previsto per il volo di ritorno. L’escursione era iniziata il giovedì precedente e, inizialmente, il silenzio del telefono non aveva destato particolare allarme: Luhn era solito affrontare spedizioni in luoghi remoti e non raggiunti dalla rete mobile.

Il salvataggio: un miracolo tra le montagne

Dopo giorni di ricerche incessanti, i soccorritori norvegesi lo hanno individuato grazie a un’operazione in elicottero che ha battuto palmo a palmo la zona montuosa. A guidare la missione è stato Stig Hope, volontario della Croce Rossa e responsabile del team operativo locale, che ha commentato l’evento come un miracolo:

“Non ricordo di aver trovato qualcuno vivo dopo così tanti giorni. La ricerca non finisce sempre così, ma oggi è successo. È un enorme sollievo per tutti.”

Luhn, seppur ferito con fratture alle gambe, è stato ritrovato cosciente. Le sue condizioni sono stabili e, secondo i medici, potrà riprendersi pienamente.

Il ringraziamento della famiglia

Commosse le parole della moglie del giornalista, che ha voluto esprimere la sua profonda gratitudine a tutti i soccorritori:

“Siamo davvero molto felici! Grazie di cuore a tutti coloro che in Norvegia ci hanno aiutato a ritrovarlo.”

Un sentimento condiviso anche dai colleghi e da tanti lettori e ammiratori, colpiti dall’epilogo positivo di una vicenda che avrebbe potuto avere conseguenze ben più gravi.

Una figura di rilievo nel giornalismo ambientale

Alec Luhn non è un nome qualunque nel mondo del giornalismo. Specializzato in clima, conflitti e migrazioni, che ha collaborato con The Atlantic, National Geographic, The New York Times, Scientific American, TIME, CBS News Radio, VICE News TV e altre testate. Affrontando inchieste legate al cambiamento climatico, alle emergenze ecologiche e all’ambiente estremo. Attualmente è un Ocean Reporting Network Fellow presso il Pulitzer Center. L’escursionismo in solitaria per lui è parte integrante del suo lavoro e della sua ricerca personale di connessione con la natura.

Escursionismo solitario: libertà o leggerezza?

L’episodio ha riacceso il dibattito sulla pratica, sempre più diffusa, dell’escursionismo in solitaria. Un’esperienza che regala silenzio, introspezione e una connessione autentica con il paesaggio, ma che comporta anche rischi significativi. Molti, infatti, sottovalutano la possibilità di incidenti, affidandosi troppo alla propria esperienza o alla convinzione che “a me non succederà mai”.

In situazioni come quella vissuta da Luhn, emerge chiaramente quanto possa essere pericolosa la mancanza di strumenti adeguati: dispositivi GPS, localizzatori satellitari, ma anche semplici accorgimenti come informare qualcuno del proprio itinerario o impostare orari di check-in regolari.

Prepararsi è rispetto, non paura

L’escursionismo in solitaria ha sicuramente un fascino tutto suo: silenzio, introspezione, connessione profonda con la natura. Ma spesso chi lo pratica può sottovalutare i rischi, fidandosi eccessivamente delle proprie capacità o dando per scontato che “a me non succederà”. L’ambiente naturale non concede errori: una caduta, un’improvvisa variazione del meteo o un malore possono trasformare un’avventura in un incubo.

In situazioni come quella di Alec Luhn, è evidente quanto la mancanza di precauzioni – come dispositivi GPS, localizzatori satellitari, o anche solo l’informare qualcuno del proprio itinerario – possa trasformare un’avventura in una situazione potenzialmente letale.

Andare da soli non è per forza una scelta irresponsabile, ma richiede una responsabilità ancora maggiore. Il punto non è demonizzare l’escursionismo solitario, ma riconoscere che la natura non fa sconti e merita rispetto.

Il salvataggio di Alec Luhn è una storia a lieto fine che merita attenzione. Non solo per il coraggio dell’uomo e dei soccorritori, ma per il messaggio che trasmette: la natura è meravigliosa e potente, ma non perdona la superficialità.