Il Diavolo veste Prada 2: i primi outfit dal set

Anne Hathaway, Meryl Streep, Emily Blunt e Stanley Tucci torneranno nei loro ruoli iconici di Andy, Miranda, Emily e Nigel nel sequel Il Diavolo veste Prada 2. Al loro fianco, alcune interessanti new entry: Justin Theroux, Lucy Liu, Kenneth Branagh, Rachel Bloom e Simone Ashley arricchiranno il cast con nuovi volti e dinamiche.

Focus on Style: la moda torna protagonista

Le riprese sono ufficialmente iniziate e, sebbene l’uscita nelle sale sia prevista per il 1° maggio 2026, dal set iniziano già a trapelare le prime immagini. E se la trama resta ancora top secret, è evidente che anche questa volta gli outfit giocheranno un ruolo centrale, proprio come nel film del 2006.

Non sarà più la leggendaria costumista Patricia Field – stylist del primo Il Diavolo veste Prada e di Sex and the City – a curare i look, ma la sua storica collaboratrice Molly Rogers. Una garanzia che lo stile sarà ancora una volta all’altezza delle passerelle di Runway.

Andy Sachs: da principiante insicura a icona di eleganza

Nel primo film, abbiamo assistito alla trasformazione di Andy Sachs/Anne Hathaway da assistente impacciata – con un disperato bisogno di Chanel – a professionista determinata e consapevole. Indimenticabili i suoi primi outfit: gonne da “zia”, mocassini squadrati con tacco svasato e quel celebre maglione ceruleo infeltrito, divenuto oggetto di una memorabile lezione di stile firmata Miranda Priestly.

La svolta arriva grazie a Nigel, ma anche a una personale evoluzione che culmina nella sua presenza, ormai trasformata, alla Fashion Week di Parigi.

Nel sequel, Andy è cresciuta. Le immagini rivelano uno stile sofisticato e maturo, ma mai eccessivo: già iconico l’abito patchwork di Gabriela Hearst, il completo gessato firmato Jean Paul Gaultier, e la tutina in denim con zip nata dalla collaborazione tra Re/Done e la casa automobilistica Ford nel 2022.

Tutte scelte che raccontano una nuova fase della sua carriera e della sua vita, in equilibrio tra lusso contemporaneo e moda accessibile. La sua evoluzione è ormai completa: Andy è una protagonista della moda consapevole, elegante e autonoma.

Miranda Priestly: potere e stile

Anche Miranda Priestly non tradisce le aspettative. Nel 2006, il suo stile era simbolo assoluto di potere: trench, tailleur impeccabili, accessori iconici. Ogni dettaglio comunicava autorità e controllo.

Nel nuovo capitolo, Miranda mantiene la sua classe, ma adotta linee più morbide, in sintonia con un mondo della moda che si è evoluto. I suoi outfit includono bluse in seta, gonne in pelle, cappotti sartoriali, arricchiti da dettagli fluidi e contemporanei. Tra le griffe: Gabriela Hearst, SA SU PHI, Max Mara, Môi Điên, e accessori firmati Tiffany & Co.

Il suo stile, pur rimanendo irraggiungibile, si fa più umano, più empatico. Parla di esperienza, di visione, ma anche di una nuova sensibilità verso l’estetica e il cambiamento.

Una moda che racconta (e si evolve)

Nel nuovo film, il richiamo al passato è forte ma si accompagna a un deciso cambio di rotta. Se nel 2006 la moda era provocatoria, irriverente e dominata da diktat elitari, oggi si apre a nuovi valori: sostenibilità, inclusività ed eleganza sobria.

Il Diavolo veste Prada 2 non è solo un sequel: è una narrazione visiva del cambiamento culturale e stilistico. I costumi non sono semplici abiti, ma strumenti narrativi che raccontano l’evoluzione del settore, dove il lusso si fa sostenibile e l’innovazione rispetta la tradizione sartoriale.

Mentre il pubblico attende con trepidazione il ritorno di Andy e Miranda, l’occhio è puntato su ciò che rappresentano: una moda che non dimentica le sue origini, ma è pronta a riflettere i tempi che cambiano.