
Un dramma senza precedenti sta colpendo la Turchia nord-occidentale, dove due giganteschi incendi boschivi hanno costretto oltre 3.500 persone a lasciare le proprie case nella zona di Bursa. In meno di 48 ore, la fiamma ha inghiottito ettari di vegetazione, mentre il cielo si è tinto di rosso e l’aria è diventata irrespirabile. La macchina dei soccorsi è in pieno movimento, ma la battaglia contro il fuoco sembra ancora lontana dall’essere vinta.
Emergenza totale incendi: evacuazioni e mezzi in azione in Turchia
Il ministro turco dell’Agricoltura e delle Foreste, Ibrahim Yumakli, ha confermato che 3.515 cittadini sono stati evacuati d’urgenza, con le operazioni coordinate da oltre 2.300 soccorritori e pompieri supportati da più di 850 mezzi tra camion, autobotti, sei aerei antincendio e quattro elicotteri. Nonostante gli sforzi, le fiamme alimentate da temperature superiori ai 40°C si propagano con violenza, mentre l’entità del disastro ambientale non è ancora quantificabile.
La tragedia umana: quattro vittime e un dolore che non si spegne
La tragedia ha già lasciato dietro di sé un bilancio gravissimo: quattro morti in pochi giorni. Un vigile del fuoco ha perso la vita per infarto mentre lottava contro l’incendio a Bursa. Altre tre persone sono decedute in un incidente stradale che ha coinvolto un’autocisterna d’acqua impiegata nelle operazioni di spegnimento. A questo si aggiunge l’immane dramma consumatosi mercoledì scorso: dieci tra operatori forestali e volontari sono morti in un altro incendio a circa 150 chilometri a est di Bursa.
L’allarme continua: Karabuk sotto assedio
A peggiorare un quadro già catastrofico, nella provincia di Karabuk, una delle più ricche di boschi in tutta la Turchia, un altro incendio infuria da cinque giorni consecutivi. Oltre 1.800 residenti sono stati evacuati, mentre le fiamme si estendono per decine di chilometri su un terreno difficile da raggiungere. Il 72% della provincia è coperta da foreste fitte, il che rende quasi impossibile intervenire con efficacia.
Turchia, un’estate senza tregua: oltre 3.000 incendi in tre mesi
Secondo quanto dichiarato dal presidente Recep Tayyip Erdogan, la Turchia ha già registrato più di 3.000 incendi boschivi dall’inizio dell’estate. Un dato che parla da solo e che fotografa un’emergenza su scala nazionale. Le autorità sono in stato di massima allerta, avvertendo che l’allarme resterà attivo almeno fino a ottobre. Le ondate di calore estremo e la prolungata siccità continuano ad alimentare il rischio di nuovi focolai in tutto il Paese.
“Bruciare una foresta è come sparare alla patria”
Con parole forti e cariche di dolore, il ministro Yumakli ha sintetizzato l’enorme perdita che questi incendi rappresentano:
“Una foresta in fiamme è come se qualcuno prendesse una pistola e sparasse alla nostra patria.”
Lo stesso ministro ha annunciato che partiranno immediatamente campagne di rimboschimento, ma i tempi della natura non sono brevi, e le ferite che la Turchia sta subendo in questi giorni resteranno aperte ancora a lungo.
La Turchia vive giorni di paura, devastazione e dolore. Mentre si combatte per salvare vite e territori, emerge chiaramente l’urgenza di un piano strategico nazionale per affrontare in modo sistematico gli effetti del cambiamento climatico, che rende ogni estate più lunga, più calda e più pericolosa. In attesa che le fiamme si plachino, resta la solidarietà con le migliaia di persone che hanno perso tutto, e il dovere di raccontare questo disastro affinché nulla venga dimenticato.